Dal grano al futuro. Un libro racconta il lavoro nel Sannio tra lotte e canti popolari In primo piano

Il cammino della gente del Sannio, la fatica nei campi, il sogno industriale, le conquiste e le battute d'arresto, le tradizioni, le radici, la dolorosa emigrazione, le trasformazioni della città di Benevento. Un racconto di lotte e di speranze costruito attraverso l’economia e la storia, l’arte e la cultura. Questo spaccato di vita, di emozioni, di umanità è racchiuso nel libro “Campo di grano con ciminiera. Il lavoro in Italia nel secondo lungo dopoguerra: il Sannio”, presentato alla Camera di Commercio.

La ricerca, nata dalla collaborazione tra il Liceo Classico “Giannone” e l’Università del Sannio, è stata curata da Rossella Del Prete, Amerigo Ciervo e Gaetano Cantone. “Studiare per conoscere la storia - scrive Susanna Camusso nella prefazione - è una necessità per essere cittadini consapevoli, come la libertà di ognuno passa per la sua autonomia, per il suo lavoro, nella realizzazione dei progetti”.

Dal Sannio lo sguardo si allarga alla questione meridionale. Le dinamiche di una provincia del sud stanno dentro i conflitti sociali ed economici nazionali ed europei. “La disoccupazione non è affatto sparita - rileva Michele Colucci - e la convivenza tra immigrazione e disoccupazione è stata accompagnata da un generale abbassamento dei salari e dal dilagare del lavoro irregolare”. L’agricoltura è il motore trainante, ma i contadini non diventano protagonisti, né migliorano le proprie condizioni. Il passaggio ad una società postindustriale avviene in modo veloce e scombussola il vecchio tessuto sociale.

“La città di Benevento - sottolinea Rossella Del Prete - ha vissuto tutte le contraddizioni del recente sviluppo capitalistico, accentuando il proprio ruolo socio-politico di capoluogo del terziario”. Lo studio, pubblicato dalla Ediesse, casa editrice della Cgil, col contributo della Camera di Commercio di Benevento, passa in rassegna i momenti chiave dello sviluppo del Sannio, partendo dall’immediato dopoguerra, ed indica anche le prospettive di un possibile riscatto per il futuro.

Le facce del lavoro scorrono attraverso  manifesti d’epoca, episodi di vita rurale, le prime organizzazioni sindacali, momenti drammatici, come la marcia della fame del Fortore del 1957.Per alleviare ed addolcire la fatica, i contadini intonavano semplici “canti di lavoro”. “Con tale denominazione - osserva Amerigo Ciervo - si indicavano quei canti che accompagnavano ritmicamente il lavoro, che finivano per documentare le difficili condizioni del lavoratori stessi, corrispondendo a quei canti che, negli Stati Uniti, sono chiamati work songs”.

Con il volume “Campo di grano con ciminiera” è stata distribuita anche la rivista del Giannone, “Api ingegnose”, accompagnata da un dvd su “Lavoro e dintorni”. Il Quaderno di studi e ricerche contiene, tra l’altro, un pregevole documento, “La canzone de li Crusci”, raccolta a San Marco dei Cavoti dal professor Diodoro Cocca, scomparso tragicamente due anni fa. Al dibattito sul libro, moderato dalla giornalista Maria Teresa De Lucia, hanno partecipato Ilaria Zilli, Riccardo Realfonzo, Giuseppe Marotta e Antonio Campese. “Il nostro auspicio - ha concluso Norma Pedicini, preside del Liceo Classico - è che i giovani, conoscendo il proprio territorio, possano avere la voglia di restare, per non farlo diventare una landa desolata. Con l’aiuto dell’Università c’è ancora una speranza. I nostri ragazzi hanno diritto ad avere un futuro qui”.

ANTONIO ESPOSITO

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