Donata la Collezione di Antonio Pietrantonio e scoperta la Targa per Giovanni Fuccio In primo piano

Consegnata oggi al Museo del Sannio la Collezione di 22 reperti archeologici datati dal VII al III sec. a.C., donata alla Provincia di Benevento dal prof. Antonio Pietrantonio, già sindaco del capoluogo sannita.

All’evento, che rientrava nell’ambito delle manifestazioni celebrative del 150° della Fondazione del Museo del Sannio, erano presenti il donatore prof. Pietrantonio, il presidente della Provincia Nino Lombardi, il questore Edgardo Giobbi, autorità, uomini di cultura, studiosi, il direttore emerito del Museo prof. Elio Galasso, l’ex europarlamentare Roberto Costanzo, il dirigente di Settore della Provincia Nicola Boccalone, la famiglia Pietrantonio e la famiglia Fuccio.

La cerimonia si è svolta nella “Sala Caudium”, nell’area del Museo del Sannio dedicata ai Vasi della stessa epoca storica, ovvero quelli di “Caudium” e “Telesia”. una delle pagine storiche ed archeologiche più rilevanti di tutto il Mezzogiorno che segnala la straordinaria rilevanza della civiltà sviluppatasi di questo territorio ben prima dell’arrivo di Roma.

I beni donati dal prof. Pietrantonio sono stati raccolti in una teca a cura scientifica, per volontà del donante, del prof. Elio Galasso, già direttore del Museo del Sannio, con la supervisione della Soprintendenza Archeologica, dal dirigente del Settore per la Rete Museale Nicola Boccalone e dal consulente prof. Marcello Rotili.

La nuova teca della Collezione Pietrantonio, corredata da una targa con il nome del donatore, è stata collocata nella “Sala Caudium” per rispettare una delle condizioni poste dal donatore e cioè che i reperti fossero fruibili dal pubblico: e non c’è dubbio che i visitatori dell’Istituto di piazza Matteotti ammireranno la nuova dotazione che arricchisce la splendida collezione precedente di vasi di stile ellenistico.

Il presidente della Provincia Lombardi, nel prendere la parola, ha ricordato come la Collezione Pietrantonio, per la maggior parte di produzione apula, rinvenuta dall’ex sindaco in un’abitazione di famiglia dopo la scomparsa della madre, sia stata denunciata alla autorità statale competente ottenendo l’autorizzazione all’esposizione dalla stessa Soprintendenza per i Beni Archeologici.

Il Ministero, infatti, ha proseguito Lombardi, condotti gli adempimenti previsti dalla norma di tutela dei beni culturali ed archeologici e riconosciutane, dal punto di vista legislativo e fiscale, la valenza storico-culturale, li ha sottoposti alle prescrizioni di tutela. Con decreto ministeriale del 1 agosto 2000 i reperti della Collezione Pietrantonio sono stati definiti “opere di eccezionale interesse storico - artistico” (come prescritto dal Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n.490). con affidamento in custodia allo stesso ex sindaco, in quanto autore del ritrovamento ai sensi dell'art. 927 del Codice Civile.

Successivamente Pietrantonio, ha spiegato Lombardi, inviduò nell’Istituto culturale della Provincia di Benevento il fondale migliore perché la Collezione potesse essere fruita dai cittadini e chiese dunque di avviare la procedura di legge per la donazione che fu infine redatta dal notaio Ambrogio Romano.

Il prof. Antonio Pietrantonio ha ricordato come sia nata l’idea di donare la Collezione al Museo del Sannio: essa è da ricollegare ad un progetto di un Convegno di Studi sulla Civiltà Sannita per il quale lo stesso sindaco si spese nel corso degli anni Ottanta.

Il prof. Elio Galasso, nel prendere la parola, ha in breve illustrato il valore storico ed archeolologico della Collezione Pietrantonio in particolare sottolineando come la stessa dimostri i fecondi e stretti rapporti culturali, commerciali, economici e civili correnti tra i Sanniti e le Città della Magna Grecia.

Il direttore emerito ha quindi rievocati i rapporti di cooperazione con lo stesso Sindaco Pietrantonio, il quale più volte intervenne per consentire fosse incrementato il patrimonio espositivo del Museo del Sannio, come accadde per l’acquisto del soldo aureo del Duca longobardo di Benevento Arechi II.

La teca, ricoperta da un panno bianco e dalla bandiera tricolore, è stata scoperta dallo stesso donante con il presidente della Provincia, il prof. Elio Galasso e il dirigente di Settore Nicola Boccalone.

Il patrimonio culturale, artistico, storico ed archeologico del polo museale si è dunque arricchito di una nuova perla: il Museo è fedele alla sua missione di dare testimonianza della straordinaria storia del territorio sannita.

A seguire, si è quindi svolta presso la vicina Emeroteca della Biblioteca Provinciale “Antonio Mellusi” la scopertura della targa dedicata al docente, giornalista ed editore Giovanni Fuccio (1942 - 2021), già presidente dell’Associazione Stampa Sannita: infatti, come è stato spiegato dal presidente Lombardi, il prof. Fuccio, nel corso della sua pluridecennale attività editoriale, con all’attivo circa 200 titoli di opere dedicate per la gran parte alla storia del Sannio, ebbe infine tempo, a pochi mesi dalla dipartita, di curare un libro-intervista, a firma del giornalista Mario Pedicini, dedicato proprio all’esperienza politico-amministrativa di Antonio Pietrantonio.

Fuccio, docente di Filosofia, giornalista, ha proseguito Lombardi, ha fondato il periodico “Realtà Sannita”. Tra i suoi meriti a favore del giornalismo: l’aver favorito la nascita di una nutrita schiera di giornalisti che si sono formati sulle colonne del suo giornale e sui consigli che egli dava a tutti, nonché il Concorso nazionale “Fare il Giornale nelle Scuole”.

La targa è stata scoperta dalla vedova e dalla figlia del compianto giornalista e dallo stesso presidente.

Hanno infine brevemente ricordato la figura e l’opera di Fuccio, la figlia, Maria Gabriella, direttore responsabile di “Realtà Sannita”; l’europarlamentare Roberto Costanzo, decano dei giornalisti sanniti, e il prof. Elio Galasso che ha ripercorso anche le tappe della nascita dell’Emeroteca presso la Biblioteca Provinciale “Mellusi”. 

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