Dopo 75 anni ritorna la peregrinatio della Madonna delle Grazie fuori dalla città In primo piano

Dal 22 al 27 aprile Benevento e tutti i paesi della diocesi vivranno un evento religioso di grande significato storico, che richiama la memorabile scelta del Cardinale Orsini che appunto il tre aprile del 1723, tre secoli fa, incoronò la statua della Madonna delle Grazie. Quella statua che dal 1723 è uscita dalla Basilica delle Grazie pochissime volte. L’ultima uscita fuori dalla città avvenne giusto settantacinque anni fa, nella primavera del 1948. Fu allora che l’Arcivescovo Agostino Mancinelli autorizzò un pellegrinaggio della statua lungo tutti i paesi della provincia.

La seconda guerra mondiale era finita da tre anni ma erano ancora evidenti i segni di quel tragico quinquennio. La città con difficoltà aveva iniziato la ricostruzione dopo le demolizioni causate dai bombardamenti; soltanto da qualche anno erano tornati a casa tutti i prigionieri di guerra; era da poco iniziata la riutilizzazione di tutti i ponti demoliti dai soldati nazisti in ritirata. Pertanto la visita della Statua della Madonna delle Grazie nei vari paesi non poteva non essere salutata con manifestazioni di fede e di speranza.

Lungo le strade della provincia, al confine tra due paesi, la statua passava da una Parrocchia all’altra con una commovente cerimonia religiosa. Conservo tra le mie foto storiche quella che presenta l’incontro tra i fedeli delle parrocchie di Baselice e San Marco dei Cavoti sulla montagna dello spartiacque tra il Fortore e il Tammaro. Da quella foto si nota l’attenzione oltre che l’emozione della gente di ogni età che prendeva parte a quella peregrinatio.

L’Arcivescovo Mancinelli, certamente aveva voluto segnare un momento religioso e sociale, appunto a tre anni dalla fine della guerra ed all’inizio di una nuova stagione civile e sociale che già manifestava le sue prime difficoltà di vario tipo. La gente, come durante la guerra, si affidava alla protezione della Madonna.

Non potevano che essere queste le motivazioni di fondo che avevano convinto l’Arcivescovo a consentire quella speciale e diffusa processione della Statua della Madonna. Questo va detto perché in quella primavera del 1948 l’attenzione e le preoccupazioni del popolo, nel Sannio come in tutt’Italia, erano principalmente di natura politica: si era difatti alla vigilia della prima vera competizione elettorale, il famoso 18 aprile del 1948.

Quella grande battaglia per la libertà e la democrazia vedeva impegnati Alcide De Gasperi da una parte e Palmiro Togliatti dall’altra. Ma a Benevento gli antagonisti della Democrazia Cristiana non erano tanto i socialcomunisti quanto i liberali di Raffaele De Caro. I quali, benchè in buona parte anch’essi cattolici praticanti, non approvarono l’iniziativa della Chiesa di promuovere in quella vigilia elettorale una processione intercomunale della Statua della Madonna.

In verità gli esponenti della DC dell’epoca indubbiamente trassero qualche vantaggio da quell’evento religioso popolare, ma non lo dettero a vedere. Così si comportarono i vari Bosco Lucarelli, Antonio Lepore, Giovanni Parente, Giovanni Perlingieri e Mario Vetrone, tutti eletti al Parlamento.

Mons. Mancinelli non meritava accuse di compromissione politica: chi lo conosceva sapeva bene che Egli aveva notevoli meriti e non solo in campo ecclesiastico. Non si era mai compromesso con il regime fascista, anzi si distinse, tra l’altro, quando venne in visita ufficiale a Benevento il vice di Hitler, Heinrich Himler. L’Arcivescovo non si fece trovare a Benevento, quando il gerarca nazista visitò il Duomo.

Non è esatto quindi dire che l’Arcivescovo avesse autorizzato quella processione per scopi elettorali. Basti notare che vi partecipavano anche esponenti politici non democristiani. Difatti in quella foto del Prefortore si vede anche un Sindaco liberale tra la folla dei fedeli.

Ma, tornando alla peregrinatio di quest’anno, è evidente che Mons. Accrocca non corre i rischi dell’Arcivescovo Mancinelli. La primavera del 2023 è molto diversa da quella del 1948, tuttavia la società sannita di oggi non è meno preoccupata di quella di allora, sebbene si tratti di preoccupazioni di altra natura.

L’Arcivescovo di oggi ne è al corrente, perché non perde occasione, da solo o unitamente agli altri Prelati delle Curie appenniniche ed alpine, di approfondire le problematiche delle aree interne. Problematiche, la cui soluzione ha bisogno anche della benedizione della Madonna delle Grazie. Non se ne parlerà ma certamente se ne penserà anche durante la peregrinatio di quest’anno, lungo i colli del Sannio.

ROBERTO COSTANZO