I 90 anni del Viale degli Atlantici. E qualche idea per l'Università In primo piano

25 o 28? Di ottobre, naturalmente. La città si trova di fronte all’inaugurazione di due “pezzi” di storia che illumineranno il futuro di Benevento.

L’anno è il 1933. Il fascismo è al punto più alto di accettazione popolare, ma anche di prestigio e affidabilità a livello internazionale.

L’amministrazione comunale sta portando in porto due opere fondamentali per ribadire la sua ambizione culturale. La Santa Sede, pacificate le coscienze dei cattolici con la firma del Concordato dell’11 febbraio 1929, aveva investito sulla formazione dei futuri sacerdoti. A Benevento, sede della Metropolia e della Regione Ecclesistaica Beneventana (le province di Benevento, Avellino, Foggia, Campobasso e mezza Terra di Lavoro) si sta completando il Pontificio Seminario Regionale da intitolare a Pio XI. Per dare adeguatezza di stile alla via di accesso al maestoso edificio posto nei pressi della settecentesca chiesetta dell’Angelo, è stato chiamato da Roma il giovane ma già affermato architetto Luigi Piccinato: si era già aperta (anzi abbattuta) l’antica Porta Somma del Castello per dare degno accesso alla Caserma dell’Aeronautica. Per arrivare al nuovo Seminario occorreva realizzare circa un chilometro ancora. E qui Piccinato attinge ai segni della romanità. Il viale sarà ampio, si stenderà sul crinale divisorio tra Sabato e Calore, offrirà la vista della Bella Dormiente del Sannio, donerà ai beneventani il profumo e la frescura dei pini.

Il Viale è fatto apposta per integrarsi con il Seminario, l’Amministrazione Comunale è d’accordo anche sulla intitolazione a Pio XI. (Fate caso su una cartina di Salerno: c’è il Pontificio Seminario Regionale - della rispettiva regione ecclesiastica - e c’è il prospiciente Viale Pio XI. Il seminario beneventano ha già iniziato a funzionare con l’anno scolastico 1932/33. Ora che si va alla conclusione dei lavori anche del Viale, bisogna solo pensare alle date. Autunno 1933.

A luglio una impresa italiana solleva entusiasmi e ammirazione si può dire in tutto il mondo. E’ quella che resta impressa come Trasvolata Atlantica. Per celebrare i dieci anni dalla fondazione della Aeronautica Militare Italiana (nella prima guerra mondiale Baracca e i suoi emuli erano fanti…volanti). Fu Italo Balbo il padrino, nel 1923, della autonoma e nuova arma aeronautica. E quest’anno sono state realizzate diverse manifestazioni di festosa commemorazione.

Balbo aveva fatto delle crociere nel Mediterraneo, sempre con formazioni di più velivoli di produzione italiana. C’era stata anche una trasvolata nell’Atlantico verso il Brasile. L’impresa ebbe un irripetibile successo. Piloti e assistenti dovettero tornare in Italia con il piroscafo, perché il governo brasiliano comperò all’istante gli aerei e le attrezzature italiane.

Italo Balbo, in qualità di Ministro e pilota, si mise in testa di poter fare una trasvolata atlantica verso gli Stati Uniti, e si mise all’opera. Questi fascisti-modernisti erano abbastanza audaci. Il Decennale della fondazione dell’Arma Aeronautica, cioè il 1932, era l’anno scelto, ma non era tutto pronto per garantire almeno sulla carta l’inesorabile successo. L’impresa slittò di un anno: restò la X del Decennale, anziché della Marcia su Roma quello della fondazione dell’Aeronautica Militare.

Chi volesse sapere di più può attingere al catalogo delle Edizioni Realtà Sannita (il mio Viale degli Atlantici del 2006 è esaurito, è disponibile Benevento Aeronautica e il Viale degli Atlantici scritto a quattro mani con Giacomo de Antonellis del 2013). Qui basterà ricordare che Benevento era sede del Terzo Raggruppamento per il Reclutamento delle regioni centro-meridionali e del Dodecanese. La vecchia Caserma del Regio Esercito era diventata Caserma Aeronautica ed era dedicata alla memoria della Medaglia d’oro Alessandro Guidoni.

In una nazione impazzita per la straordinaria popolarità conquistata dagli Atlantici, Benevento città aeronautica non poteva rimanere in disparte. E quale migliore occasione era quella di intitolare agli Atlantici il nuovo viale, nato per servire e rivaleggiare con il Seminario Regionale. Il sindaco camicia nera Francesco Collarile trovò nel nuovo cardinale appena arrivato (Adeodato Piazza, che poi diventerà Patriarca di Venezia) la disponibilità a fare due distinte inaugurazioni. Fu così che il 25 ottobre 1933 fu inaugurato il Seminario e tre giorni dopo (28 ottobre, data della marcia su Roma) fu inaugurato il nuovo Viale.

Noi intendiamo ricordare quell’anno di tanto tempo fa, ma soprattutto i tanti (personaggi e gente comune) che in questi novant’anni hanno vissuto momenti indimenticabili: fossero i circuiti di bici, moto e quattroruote, le passeggiate romantiche, i primi amori ai giardinetti e le prove di emancipazioni da Mainella. Riconoscendo a “quelli di allora” il merito di una cosa di cui andiamo orgogliosi. Anche perché diventata (e la sentiamo) nostra.

Abbiamo salvato i pini, vorremmo rivedere al loro posto i lampioni disegnati da Piccinato e da alcuni anni ufficialmente in restauro.

Resta forte il rammarico, che vorremmo trasformare in speranza: l’edificio del Seminario Regionale è un eccellente soluzione ai problemi finalmente affacciati dagli studenti della Università del Sannio: sport, aggregazione, vita sociale. E’ già tutto esistente in quell’edificio. E ci sarebbe anche lo spazio per i parcheggi. Pure i vigili urbani potrebbero lasciare in pace la triste via dei Mulini dove si stanno buttando soldi per creare una “non università”.

MARIO PEDICINI