I 95 CENTESIMI DI ROBERTO COSTANZO Festa di compleanno del decano della politica sannita tra ricordi, storie e progetti In primo piano

Per un vezzo ampiamente giustificato dalla straordinaria vitalità e dalla splendida forma fisica e mentale, i suoi novantacinque anni Roberto Costanzo preferisce chiamarli centesimi e li ha festeggiati decisamente in grande stile nella giornata del 27 novembre a San Marco dei Cavoti, il paese dov'è nato nel 1929 e dove ha mosso i suoi primissimi passi di una lunga e brillante carriera politica nella Democrazia Cristiana ricoprendo, tra l'altro, le cariche di consigliere comunale e provinciale, assessore regionale all'Agricoltura ed europarlamentare, nonché dirigente Coldiretti e Presidente della Camera di Commercio di Benevento.

Una vita lunga e piena di soddisfazioni e traguardi quella dell'onorevole Costanzo che, per il suo compleanno, ha organizzato - dopo una cerimonia religiosa nella Chiesa Madre concelebrata dal parroco Luigi Ulano, monsignor Mario Iadanza e don Nicola Pigna - un dibattito presso il Ristorante Leone d'Oro nel quale ha pure anticipato il contenuto del prossimo libro in corso di stampa, Il Sannio Dc. La Dc sannita, scritto a quattro mani con Antonio Coletta per le Edizioni Realtà Sannita. Nel corso dell'incontro - moderato dal giornalista Marco Borrillo e con la partecipazione dei due storici esponenti della Dc Donato Castellucci e Nicola Ciarleglio nonché del Sindaco di San Marco dei Cavoti Angelo Marino e dell'Assessore regionale all'Agricoltura Nicola Caputo - Costanzo ha ripercorso ben oltre mezzo secolo di storia politica nell'agone democristiano sannita accanto a Giovan Battista Bosco Lucarelli, Mario Vetrone e Raffaele Delcogliano, personaggi autorevoli e simboli di epoche molto diverse tra loro nelle quali lui è stato invece una presenza costante, adeguandosi all'evolversi dei tempi e divenendo quindi punto di riferimento per molte generazioni.

Storie e personalità, però, legate non solo alla politica in sé e alle sue ideologie, ma anche al concreto sviluppo sociale, economico e culturale del proprio paese e dell'entroterra sannita, attraverso il ricordo dei fatti e dei protagonisti con un'analisi lucida, obbiettiva e mai meramente autocelebrativa. Erano anni - racconta - in cui San Marco godeva ancora del significativo sviluppo urbano promosso dal podestà Michele Zurlo, ma erano anche gli anni difficili e poveri del dopoguerra quando nelle campagne non c'era ancora la luce elettrica e i contadini, benché molto più numerosi, vivevano in condizioni disagiate rispetto ai paesani: «Nelle contrade si parlava persino un dialetto diverso e soprattutto non c'erano i servizi essenziali, primo fra tutti la luce elettrica e dunque, quando Michele Zurlo - pur avendo avuto grandi e indiscussi meriti da podestà che sarebbe ingiusto non riconoscere solo perché legati al fascismo - in veste di sindaco impose indistintamente nuovi tributi comunali, la rivolta dei contadini fu inevitabile. Si radunarono dopo la messa nelle vie del paese. Protestarono per la prima volta ed erano circa un migliaio». Era il capodanno del 1953 e Roberto Costanzo, ventiquattrenne, tenne allora il suo primo comizio nella Piazza di San Marco dei Cavoti. Da allora in poi le classi rurali iniziarono a impegnarsi direttamente per migliorare le proprie sorti, e dunque il suo riconoscente ricordo va ad Angelo Marino senior e Raffaele Polichetti che animarono la Coldiretti locale, nonché a Diodoro Ciaramella e Michele Caporaso che con le cooperative agricole costruirono rispettivamente le prime strade e la prima rete elettrica nelle campagne di Contrada Ciannavera, quest'ultima finanziata da un un contributo statale ma con un costo extra di ben quindici milioni di lire a carico dei contadini soci e portata a termine nel 1963 dalla ditta di Giuseppe Zigon, imprenditore italo-austriaco arrivato in Campania dal Nord est negli anni Trenta del Novecento.

Al nipote di Zigon - che diede letteralmente credito a questo gruppo di tenaci agricoltori sammarchesi i quali riuscirono a mettere insieme l'allora ragguardevole somma di oltre dieci milioni di lire - Costanzo ha consegnato una pergamena in ricordo della munificenza e della disponibilità del nonno, anche a titolo di risarcimento morale per aver compreso gli sforzi della popolazione tanto rinunciare poi, generosamente e umanamente, ai cinque milioni mancanti a fine lavoro.

Riuscire a raccontare lucidamente, a novantacinque anni, quella che ormai è storia a pieno titolo, offre l'indiscusso vantaggio di esserne stato un testimone e spesso il vero e proprio artefice, ma nel caso di Costanzo si arricchisce pure di un non comune pregio, quello dell'imparzialità e del riconoscimento dei meriti dell'avversario che è dono di pochissimi, come ben evidente, ad esempio, in uno dei numerosi aneddoti narrati nel corso della serata: «In occasione del Natale Zigon si recò a fare la rituale visita di auguri al sindaco di San Marco, il comunista Camillo Maio, e gli portò in dono un panettone Motta che però lui rifiutò in ossequio alle normative del suo partito secondo cui era vietato agli amministratori locali accettare regali dalle imprese appaltatrici di lavori pubblici. Io sono sempre stato anticomunista, ma quel gesto del sindaco Maio fu una lezione che dopo qualche perplessità poi tutti apprezzammo e condividemmo».  

Sebbene da quegli eventi siano ormai trascorsi settanta e sessant'anni, Costanzo ne rievoca ogni particolare con entusiasmo e precisione e - giustamente - rivendica pure la lungimiranza di alcune audaci iniziative come la costituzione della Cassa Rurale ed Artigiana nata nel 1972 sotto la presidenza di Vincenzo De Leonardis e che, istituita da appena trentacinque soci, oggi come BCC di San Marco dei Cavoti e del Sannio - Calvi ne conta tremilacinquecento ed è il maggior gruppo bancario provinciale.

Circondato da tantissimi amici, collaboratori, imprenditori e rappresentanti istituzionali, nonché dall'amore dei nipoti e dei pronipoti, Roberto Costanzo ha rivolto un pensiero grato alla moglie Maria e ai fratelli Giuseppe, Carmelina e Antonio che, animati da una naturale vocazione nell'aiutare gli altri, lo hanno sostenuto e talvolta fondamentalmente ispirato nel suo cammino. Tra i vari omaggi, infine, non poteva ovviamente mancare una targa consegnatagli da Maria Gabriella Fuccio in rappresentanza dell'Ordine dei Giornalisti della Campania che si onora di averlo tra i propri decani, pure in tale veste in piena attività con i suoi puntuali interventi su periodici locali nonché con la pubblicazione di saggi che cura personalmente e meticolosamente, e con la costante partecipazione ad incontri culturali e politici.

A concludere la serata - che lascerà certamente un segno ben più tangibile e costruttivo di un'usuale festa -  l'elegante buffet con accompagnamento musicale dove circa duecento invitati hanno degustato piatti e specialità tipiche della cucina e della pasticceria sammarchese e vini sanniti doc: giusto per non dimenticare che l'onorevole Costanzo è stato ed è tuttora anche uno strenuo promotore dell'enogastronomia locale sostenendo le piccole imprese, le cantine sociali,  nonché eventi e pubblicazioni finalizzati a far conoscere e apprezzare i prodotti della sua amata terra da cui, in occasione dell'importante e certamente non ultimo traguardo, ha ricevuto l'affetto e la gratitudine che merita.

ANDREA JELARDI       

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