Inaugurazioni In primo piano

Quando non c’era la televisione pure si facevano cerimonie inaugurali, con distribuzione di pasticcini e brindisi alla salute. Il fotografo assaggiava e scattava senza strafare, perché le pellicole costavano. Con le diavolerie cinesi oggi chiunque è fotografo, chi l’avrebbe detto che si può usare il telefonino e poi fare la fotografia di te medesimo.

Sarà colpa di questi costosi congegni se si moltiplicano le occasioni per scattare foto. I più interessati a farsi riprendere e immortalare sono i politici in carica e quelli aspiranti alle sempre prossime elezioni.

Tra le occasioni più comode ci sono le inaugurazioni. A prescindere dall’oggetto che si deve “scoprire”, quel che conta è la scelta della posa quanto più possibile vicino al primattore, cioè l’autorità più alta in grado presente alla cerimonia.

Che cosa si inaugura? Un’opera perfettamente finita che viene consegnata al soggetto proprietario, che in teoria non vedeva il momento per entrare nel possesso e procedere all’uso e all’abuso.

So dà il caso, sempre più frequente, che si fanno più inaugurazioni dello stesso oggetto nelle diverse fasi della sua realizzazione. Sempre foto, ammucchiate e cronache sui media. Sempre meno, però, anche pastarelle e falanghine, dal che dipende a volte penuria di presenze. Riescono male le inaugurazioni di paline segnaletiche di nuove strade periferiche con nomi alle volte poco altisonanti. Hai voglia di zoomare, si capisce che l’affluenza è stata deboluccia.

Le inaugurazioni più sentite sono quelle che preludono ai riti elettorali. Se auanno, per dire, si elegge il sindaco, si accelerano le operazioni atte a passare per inaugurazioni: talvolta si alzano i calici all’intenzione, al pressante auspicio che si possa finire, ma tanto sicuri non si è.

Domanda. Si può inaugurare una stazione ferroviaria senza che ci sia un treno, fermo o in moto non importa? A Benevento succede anche questo. C’è da far sapere al popolo sannita che a far diventare nuova la Stazione di Città della Ferrovia cosiddetta della Valle Caudina c’è la Regione Campania e il suo Presidente. Grande onore per la città rappresentata dal sindaco in fascia tricolore seguito da altre fasce minori dei paesi verso i quali sfilerà il treno.

Già, ma il treno non c’è. Quello che è stato per l’inverno parcheggiato sui binari della stazione è stato spostato in direzione della galleria di Cretazzo opportunamente sul ponte che scavalca il fiume Sabato, occultato dalle scarse fronte degli alberi d’inverno.

La cosa più bella, però, non l’assenza del treno su una ferrovia in festa, ma gli annunci che le autorità si sono permesse di confessare: che cioè non si sa quando un treno potrà passare sui binari della stazione inaugurata, che porta su una parete un grande ritratto di Padre Pio, che noi di Realtà Sannita (provvisti di cellullare) abbiamo pubblicato a fine estate scorsa.

E tutti gli intervenuti si sono sbizzarriti a fare delle ipotesi. Un treno fermerò alla stazione quando altri operatori di ferrovie avranno finito i loro lavori. Ci saranno altri sindaci, altri presidenti di Regione, altri deputati a senatori.

Beneventani di una certa età avrebbero visto di buon occhio il trucco di un viaggio di tutte le autorità almeno dalla nuova Stazione Appia alla vecchia stazione Centrale, passando sopra il fiume Calore e le vestigia di Cellarulo.

Una cosa simile facevano gli sposi novelli, che salivano alla Stazione Centrale sul treno a vapore per un viaggio di nozze che prevedeva il passaggio sul  ponte di ferro del Calore e tutto il traforo di Santa Lucia e la scesa dalla carrozza alla prima fermata del convoglio alla stazione di Porta Rufina. Gli antichi evitavano di spiegare come gli sposi potessero farsela a piedi per tornare a casa e festeggiare veramente la prima notte avendo esaurito la cerimonia del viaggio di nozze.

Manco questo per la Ferrovia di Cartone nell’anno 2025. Nel clima di giubilo, tutti pensavano alle prossime elezioni. Ecco perché, poi, si dice al plurale: elezioni. Non è detto che un treno passerò sui binari della nuova stazione alle prossime elezioni regionali, alle prossime elezioni comunali (sindaci della Valle Caudina e di Terra di Lavoro) o alle elezioni del turno successivo.

Sul fatto che nessuno è in grado di dire quando un treno passerà c’è stata unanimità, senza defezioni da parte di nessun partito:

MARIO PEDICINI

Post scriptum.

C’è una logica in tutto. Se il governo nazionale vuole partecipare alle guerre europee senza rischiare la pelle dei soldati, appare del tutto convincente che a una stazione ferroviaria non sia aggregato un treno per far girare il quale bisogna rischiare la vita dei passeggeri (sanniti, irpini, caudini sammaritani). Non per niente, questi desiderano innanzitutto esercitare il “diritto di voto”.

M.P.