Inquinamento dei fiumi sanniti: sequestro preventivo nei confronti dei sindaci pro-tempore di sei Comuni In primo piano

Questa mattina, al culmine di una specifica attività di indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Benevento nel settore dell’inquinamento ambientale, il personale dei Carabinieri Forestale NIPAAF di Benevento e quello della Capitaneria di Porto di Torre de Greco ha eseguito un decreto di sequestro preventivo nell’ambito del procedimento penale per il delitto di inquinamento ambientale nei confronti dei sindaci pro-tempore dei comuni di Benevento, Forchia, Airola, Limatola, Torrecuso e Castelpoto.

Il Gip ha ritenuto, accogliendo la richiesta della Procura, che sussisteva il “fumus” di tale delitto in quanto è stato posto in essere abusivamente un deterioramento significativo dei fiumi nei tratti di interesse dei comuni citati, determinando uno squilibrio strutturale caratterizzato da un decadimento di stato o di qualità ecologico tale da impedire l’uso per il quale i corsi d’acqua sono destinati.

Dalle indagini è emerso che non sono state adottate dalle autorità competenti in materia di scarichi, le misure atte ad impedire l’immissione di reflui inquinanti nei fiumi del beneventano a causa della presenza di solidi sospesi, azoto ammoniacale, azoto nitroso ed Escherichia Coli, in concentrazione oltre i limiti previsti dalla normativa vigente, così concorrendo a determinare l’inquinamento ambientale di fiumi paesisticamente tutelati in zona protetta.

Gli inquirenti hanno segnalato che il problema dell’inquinamento fluviale è stato già oggetto di attività investigativa nel periodo 2009/2012. E già in tale occasione furono accertate notevoli criticità nell’inquinamento dei fiumi beneventani poste all’attenzione delle singole amministrazioni comunali che ad oggi non sono state risolte così come emerso dagli accertamenti effettuati nell’ambito del presente procedimento penale. In particolare era emerso un importante inquinamento dei corsi d’acqua della provincia sannita, dovuto alla presenza di scarichi non depurati di acque reflue urbane. Furono censiti e campionati numerosi scarichi e in corrispondenza di essi si accertarono superamenti molto consistenti dei limiti di legge, riferiti al parametro dell’Escherichia Coli, nonché il rischio sanitario di tipo microbiologico esistente per la fecalizzazione dell’intera estensione del percorso dei fiumi Calore, Sabato ed Isclero. Venne acclarata pertanto, all’epoca, una compromissione dei principali corsi d’acqua presenti nel Sannio con contestuale emissione di significative sanzioni amministrative, irrogate dalla regione Campania a carico di molteplici comuni, e il divieto che ancora permane di prelievo ed utilizzo delle acque in questione a scopo irriguo per le coltivazioni ortofrutticolo e al consumo umano e animale, fino alla risoluzione della contaminazione rilevata.  

A seguito di specifiche segnalazioni di criticità sul fiume Volturno, di cui i fiumi sanniti sono affluenti, nel 2016 è stata avviata una nuova attività investigativa finalizzata a verificare lo stato di salute dei corsi d’acqua della provincia sannita, che si è snodato attraverso diverse fasi. Nella fase preliminare, con l’ausilio della piattaforma operativa aerea di rilevamento ambientale del corpo della Capitaneria di Porto e Guardia Costiera sono stati effettuati una serie di sorvoli al termine dei quali emergevano numerose anomalie termiche presumibilmente causate dalla differente temperatura o dal differente coefficiente di emissività tra il corpo termico immissario e quello recettore. In seguito si è preceduto al censimento di tutti gli scarichi urbani diretti non depurati nei predetti corsi d’acqua, nonché alla verifica dell’esistenza o meno degli impianti di depurazione presso i comuni in questione.

L’esito delle analisi ha evidenziato la presenza di solidi sospesi, alluminio e piombo, elevate concentrazioni di azoto ammoniacale e azoto nitrico ed Escherichia Coli oltre i limiti previsti dalla normativa vigente, tali da determinare un inquinamento significativo dei corsi d’acqua, in uno con la mancanza della depurazione degli scarichi fognari e acque reflue. Gli accertamenti effettuati sono stati esaminati dai tecnici che sulla base di valutazioni scientifiche hanno confermato l’inquinamento dei fiumi Isclero, Calore e Volturno, a cagione dello sversamento diretto di reflui in alcuni comuni della provincia beneventana oltre le concentrazioni consentite.

Tutti gli scarichi diretti non depurati sono stati sottoposti a sequestro preventivo con facoltà d’uso, affinché le autorità amministrative competenti possano esercitare con il massimo vigore i propri poteri non solo in materia di realizzazione di impianti di depurazione ma anche in materia di concessione di nuovi permessi di costruire, di permessi di abitabilità, di autorizzazioni allo scarico di reflui nelle pubbliche fognature, di autorizzazioni di qualsiasi attività commerciale, artigianale o industriali, in assenza di autonomi impianti di depurazione delle acque reflue e fognarie urbane al fine di porre freno al grave fenomeno dell’inquinamento accertato dalle indagini.