La città cade a pezzi e la sporcizia dilaga In primo piano

Una città che stenta a decollare, anzi che sta cadendo a pezzi e che diventa sempre più pericolosa. E’ di pochi giorni fa la caduta di alberi in Via Calandra, eppure tale rischio era stato segnalato all’Amministrazione comunale da diversi anni e che ha costretto oggi la dirigente del Liceo Guacci ad emanare una circolare nella quale si consiglia a docenti e alunni di non stazionare sul marciapiede antistante l’Istituto.

Ma a via Calandra circolano anche gli  studenti dell’Università del Sannio e quindi molti autoveicoli vengono posteggiati nella stessa strada. E per non allontanarci dal luogo in oggetto, più volte gli organi di stampa cartacei e on line hanno messo in evidenza la pericolosità della pavimentazione degli stessi marciapiedi sui quali in passato hanno subito incidenti studenti e docenti.

Ma nessuno degli organi competenti ha risposto agli appelli dei cittadini i quali vengono investiti solo alla vigilia delle consultazioni elettorali.

E che dire poi dei disastri che dopo ogni pioggia abbondante si verificano nelle strade allagate! Abbiamo, infatti, letto della caduta di parte di un muro di contenimento in via Piccinato al Rione Libertà e della caduta di mattoncini in terracotta su via delle Puglie dal muraglione di contenimento dei giardinetti pubblici alla sommità del Viale degli Atlantici.  (vedi altro articolo)

Ci chiediamo dove sono i nostri parlamentari. Dove stazionano tra una campagna elettorale e l’altra. Benevento rimane isolata, la comunicazione con Napoli è scadente. Le strade del Fortore da San Marco in poi continua ad essere dissestata e allora come pretendiamo che gli abitanti di San Bartolomeo, Foiano, Baselice portino economia al capoluogo? E la Telese - Caianello? Strumentalizzata dai vari onorevoli di turno.

Certo la città è in dissesto, ma le difficoltà della quotidianità vanno risolte per assicurare alla popolazione una qualità di vita sostenibile affinché gli abitanti possano attraversare su passaggi pedonali visibili e non sbiaditi; possano percorrere in auto strade dove non escono dall’asfalto radici pericolose come quelle lungo viale degli Atlantici; possano scendere dai marciapiedi o dalle auto senza imbattersi in cumuli di immondizia; possano fare i loro acquisti in città e non rivolgersi in altre località, perché gli esercizi beneventani chiudono.  

L’appello dei cittadini alle Istituzioni è che si lavori di più per ridare dignità a questa città  famosa per arte e storia, il che viene ricordato solo in qualche  sporadico convegno, ma che rimane alla fine solo retorica.

E intanto Benevento resta senza teatri e senza cinema e non rimane che rifugiarsi nel passato e nelle letture che parlano di una Benevento gloriosa, che vantava l’apertura delle prime sale cinematografiche, di fabbriche e di negozi.   

Oggi si assiste invece ad un’involuzione in tutti i settori che porta alla fuga di talenti, di giovani e di quanti desiderano un futuro sicuro.

Nel percorrere le strade ci pervade un senso di malinconia, di sfiducia; ci sembra di camminare in una città abbandonata, senza vita, senza entusiasmo. Una città, quindi, la nostra destinata a diventare sede di anziani e pensionati che seduti su qualche panchina ancora integra, nel biasimare il destino dei loro nipoti, ricordano i bei tempi passati.

“La politica pratica è nell’ignorare i fatti”. Henry Adams                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

MARISA  ZOTTI ADDABBO

marisazotti@alice.it

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