L'eolico è la prima industria del Sannio In primo piano

Cosa dovremmo dire, noi sanniti, come dovremmo reagire, dopo aver letto quello che è stato detto a Napoli in un recente convegno, webinar, dai massimi manager delle industrie energetiche nazionali: “Il Sud serbatoio energetico del Paese, hub delle rinnovabili. Ma manca la Campania”.

Secondo quegli illustri personaggi, in Campania, solo in Campania, non si produce sufficiente energia rinnovabile, né col vento, né col sole. Non possiamo pensare che non conoscano i dati ANEV, secondo i quali già nel 2018 su 10.000 aerogeneratori di energia eolica, istallati in tutt’Italia, oltre 1.600 erano nel Sannio e in Irpinia; cioè almeno il 16% dell’energia eolica nazionale, pari al 25% dell’intera produzione di tutto il Mezzogiorno, si raccoglie nell’Appennino campano.

Eppure per quei manager manca la Campania... In provincia di Benevento si ricava il triplo dell’elettricità che si consuma. Ma forse quegli illustri manager riuniti a Napoli o non sanno che il Sannio è in Campania o pensano che sia già stato aggregato al Molise...

L’eolico è la prima industria del Sannio: non a caso il presidente dell’Unione Industriali è uno dei massimi imprenditori eolici d'Italia. Qualcuno penserà che Vigorito faccia il presidente di Confindustria in quanto patron della Società Benevento Calcio...

Da quel meeting delle grandi imprese energetiche abbiamo appreso che “la sfida delle rinnovabili si gioca tutta al Sud. Le grandi aziende di Stato stanno investendo nelle rinnovabili. L’ENEL ha deciso di mettersi a produrre pannelli solari”.

Siamo nel 2022, non è mai troppo tardi!

E’ il caso di ricordare che la prima legge sullo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia fu emessa nel 1982, giusto quarant’anni fa (legge 29.05.1982 n.308). Se alla guida del Gruppo ENI-ENEL vi fosse stato ancora Enrico Mattei le fonti rinnovabili in Italia avrebbero avuto un altro iter; Mattei non avrebbe atteso quarant’anni per capire che le rinnovabili non sono un diversivo degli ecologisti. Certamente avrebbe mostrato anch’egli qualche attenzione alla dorsale appenninica dove vari coraggiosi piccoli e medi imprenditori già da qualche decennio hanno costruito, a volte in maniera selvatica, numerosi parchi eolici.

Oggi ENEL-GREEN POWER è diventato il secondo produttore italiano di eolico, sebbene con una capacità del 50% rispetto al primo produttore. Va detto pure che l’ENEL soltanto dieci anni fa era ancora quasi del tutto assente ed estranea alla produzione di energia rinnovabile.

Se vi fosse stato ancora Mattei alla guida dell’industria energetica statale, oggi l’Italia non sarebbe l’ultimo, ma il primo, Paese europeo nella produzione di energie rinnovabili.

Il rischio di perdere i rifornimenti di gas e idrocarburi russi oggi sarebbe di scarso rilievo se avessimo diversificato ad ampio raggio i fornitori esteri e se avessimo avviato trent’anni fa quello che si vuole fare oggi nella produzione nazionale di energie rinnovabili.

Al convegno di Napoli si è detto che “sostenibilità, sicurezza ed equità sono paradigmi su cui saranno orientate le future scelte energetiche”.

Sostenibilità e sicurezza per il clima ma anche per il territorio di insediamento degli impianti eolici e fotovoltaici che debbono essere sostenibili, ossia corretti e non selvaggi e invasivi. Equità, soprattutto per i territori e le relative comunità che ospitano gli impianti, e che possono essere gli unici a pagare i costi mentre altri, altrove, ne sono quasi esclusivi beneficiari.

Chiediamoci se è giusto che in una provincia, come la nostra, che produce il triplo dell’elettricità che consuma, si debba pagare la stessa bolletta di altre provincie che non subiscono i costi dei parchi eolici.

Qualcuno potrebbe dire che io sono troppo ripetitivo con questi articoli sulle energie rinnovabili prodotte nel Sannio. Questa volta però è stato il convegno webinar di Napoli a sollecitarmi a parlarne ancora. E l’ho fatto nella speranza che gli attuali esponenti politici provinciali, regionali e nazionali si sentano anch’essi provocati a fare qualche riflessione sul caso di questa “primaria provincia energetica”, che sopporta tutti i costi e riceve quasi nessun beneficio dalla produzione di energie rinnovabili, che sono ormai diventate essenziali ed indispensabili.

ROBERTO COSTANZO