Liverini: ci attendono mesi complicati In primo piano

Filippo Liverini, per la doppia carica che riveste di presidente Confindustria Benevento e vice presidente regionale, è tra coloro che in questi giorni sta portando la voce del mondo delle imprese sui tavoli istituzionali, dove ha più volte sottolineato che «Il nostro vero problema è la liquidità. Serve uno STOP dei prelievi fiscali, su persone fisiche e giuridiche, ed avviare al contempo un radicale riordino della normativa fiscale con aliquote “più basse”. Il nuovo ordinamento dovrebbe entrare in vigore dal 1 gennaio 2021. Lo Stato può sopperire alla mancanza degli incassi, fino al 31 dicembre, con un “condono tombale”, rateizzato, con le imposte da pagare nell’anno 2021, solo dopo il riordino dell’assetto fiscale».

Presidente Liverini, è notizia di questi giorni il cambio al vertice di Confindustria, dal campano Vincenzo Boccia al lombardo Carlo Bonomi. Cosa cambia e in che modo organizzarsi sui territori per mantenere alta l’attenzione sulle politiche per il Mezzogiorno?

«Abbiamo avuto modo di conoscere da vicino Carlo Bonomi ed apprezzato la sua attenzione per il nostro Sannio, con la sua partecipazione all’Assemblea pubblica di Confindustria Benevento del 4 luglio 2019, sul tema del “Credito”. Siamo convinti che la considerazione che Confindustria riserva alle politiche del Mezzogiorno sarà sempre significativa, lo testimoniano le nomine nella squadra di presidenza ufficializzate proprio in questi giorni da Bonomi. Oltre a Vito Grassi, attualmente alla guida dell’Unione di Napoli a cui è affidata la presidenza del Consiglio delle rappresentanze regionali, nella squadra che s’insedierà dopo l’assemblea dell’Associazione, prevista per il 20 maggio, ci sono anche altre due importanti esperienze imprenditoriali made in Sud: il napoletano Luigi Gubitosi, attuale Ad del gruppo Tim e soprattutto il calabrese Natale Mazzuca, al quale è stata assegnata la delega all’Economia del mare e al Mezzogiorno. Vi è insomma un richiamo esplicito alla ‘centralità’ del Sud, che tutti noi abbiamo molto apprezzato».

Già prima dell’epidemia, il Governo è sembrato un po’ lento nel fornire risposte reali alle esigenze del sistema produttivo. Dopo la chiusura di quasi tutti i settori, siamo ora alla Fase 2: pensa che le misure adottate siano sufficienti per una vera ripartenza?

«Le misure varate rappresentano un riscontro all’emergenza, ma non possono essere una risposta adeguata alle esigenze del mondo produttivo! Abbiamo uno scenario che vede la fase acuta dell’emergenza sanitaria terminare a maggio e la riapertura delle imprese industriali completarsi entro giugno; il PIL italiano, secondo le stime prudenziali del nostro Centro Studi, subirà una caduta del 10% nei primi due trimestri del 2020. Il fabbisogno di liquidità per le imprese nel 2020, provocato da tale caduta dell’attività economica e dei fatturati, è stimato a 57 miliardi di euro con fine dell’epidemia a giugno. Ne consegue la impellente necessità di ulteriori misure di liquidità e di sistemi di compensazione, tra debiti e crediti, nei confronti della PA».

Veniamo al Sannio. Cosa serve al nostro sistema produttivo per superare le tante difficoltà che vivono molti imprenditori, incerti se investire di tasca propria sul futuro dell’azienda o restare chiusi almeno per un periodo di tempo?

«Molte attività dalla data del 4 maggio potranno riaprire. Certamente il calo delle commesse e la chiusura di questi giorni sono stati avvertititi su larga scala, ma in questo momento è importante ripartire adottando tutte le misure necessarie a garantire la massima sicurezza. Un po' alla volta, sono convinto che torneremo alla vita normale: molto di quanto accadrà, dipenderà dai nostri comportamenti nel rispettare le misure previste dai protocolli. Ovviamente non può esserci una ricetta identica per tutte le imprese e per tutti i settori, ma sono fiducioso che gradualmente ritorneremo all’ordinarietà».

Il Sannio ha investito negli ultimi anni ingenti risorse, umane e finanziarie, sull’enoturismo: un settore fortemente colpito dal Coronavirus. In che modo Confindustria proverà a difendere e valorizzare queste piccole imprese il più delle volte familiari?

«Sicuramente ci sarà bisogno di una prima fase di sostegno finanziario necessaria a superare l’immediato. Bisogna nel frattempo programmare la normalità, pensando a campagne di comunicazione volte alla promozione turistica, anche se avranno una ricaduta sul territorio nel medio-lungo periodo, come pure alla implementazione dei sistemi di vendita online dei prodotti, oggi ancora poco diffusi. Tuttavia, ritengo che solo con mirate politiche di sostegno ai settori particolarmente colpiti sarà possibile scongiurare le chiusure definitive».

L’Italia ed il Sannio, nei momenti più difficili hanno sempre saputo dare il meglio di sé: sarà così anche questa volta?

«La storia c’insegna che nei momenti difficili sappiamo far emergere le nostre migliori qualità, caratterizzate da passione e sacrificio. Ci attendono mesi complicati, certo, ma con i sostegni adeguati e la nostra intraprendenza sono convinto che sapremo superare anche questa difficile e inedita situazione».

GIUSEPPE CHIUSOLO