Mancano pediatri nel Fortore: dal sintomo alla diagnosi di un quadro allarmante In primo piano
Con il pensionamento di Antonio Giuseppe Martinucci, circa 900 bambini del Fortore sono rimasti senza pediatra. Il dottore è andato in pensione il 16 marzo scorso, dopo anni di servizio nei comuni fortorini. Negli ultimi 15 giorni i cittadini si sono mobilitati avviando una raccolta firme destinata all’Asl per nominare un sostituto nel minor tempo possibile. Il sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Carmine Agostinelli, si è subito schierato al fianco dei cittadini invitando i genitori a sottoscrivere la petizione. Al contempo, è intercorso un fitto dialogo tra le istituzioni locali e l’Asl, con comunicazioni costanti, nel tentativo di colmare il vuoto rimasto.
In realtà, nella zona ci sarebbe un altro pediatra che però non ha la capienza necessaria ad accogliere tutti gli assistiti del dottore Martinucci. Così, il sindaco Agostinelli si sta mobilitando perché venga nominato un sostituto, in attesa di una soluzione duratura, raggiungibile più facilmente qualora scatti la cosiddetta “zona carente”, per il caso di specie. Con questa espressione vengono identificati quei territori in cui la carenza di medici è tale da richiedere interventi specifici da parte delle autorità sanitarie, come l’attivazione di incentivi economici o di altri benefici per coloro che decidono di lavorare in tali aree, con l'obiettivo di garantire una distribuzione più equa dei servizi sanitari.
L’Asl ha quindi deciso di correre ai ripari attivando dei bandi di concorso per assumere a tempo pieno e indeterminato 17 professionisti di diverse branche da assegnare al distretto Alto Sannio Fortore. Sulla base della normativa vigente, i neoassunti dovranno restare nella sede di prima destinazione per almeno cinque anni.
Al contempo, l’azienda sanitaria ha approvato gli avvisi pubblici, per soli titoli, per l’assunzione a tempo determinato delle stesse figure, ricercate attraverso il bando di concorso, tra cui due pediatri, per 12 mesi prorogabili eventualmente, nella speranza che in tal modo sia più facile reperire personale medico il prima possibile.
Le convenzioni con l’Azienda ospedaliera Rummo sono l’altro strumento con cui l’Asl cerca di sopperire alle carenze che affliggono le sedi distrettuali. Attualmente ne è stata stipulata una per 330 ore mensili di Radiologia che i medici effettueranno per far funzionare al meglio sia la Tac di San Bartolomeo in Galdo sia quella di Cerreto Sannita.
Utilizzare le convenzioni per sopperire alla carenza di pediatri non è invece possibile, in quanto si tratta di un problema che affligge anche gli ospedali beneventani. Tuttavia, i neonatologi del Rummo per tutto il 2025, fuori dall’orario lavorativo, garantiranno visite mediche programmate, destinate a bambini ventilati, tracheostomizzati o alimentati con gastrostomia percutanea endoscopica.
La carenza di pediatri di libera scelta nell’area del Fortore è soltanto il riflesso particolare di una criticità che riguarda tutte le Regioni, da Nord a Sud, con narrative in cui si mescolano questioni burocratiche e pediatri con numeri di assistiti in eccesso.
Il Pediatra di Libera Scelta (o PLS), più comunemente noto come “pediatra di famiglia” è il medico preposto alla tutela della salute di bambini e ragazzi tra 0 e 14 anni. Ad ogni bambino, sin dalla nascita, deve esserne assegnato uno. Un report della fondazione Gimbe del 2024 riporta i dati forniti dalla Federazione Italiana dei Medici Pediatri (FIMP), secondo cui tra il 2023 e il 2026 sono/saranno 1.738 i PLS che hanno compiuto/compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione, deroghe a parte.
Lo stesso report rivela le difficoltà nell’effettuare delle stime valide sul ricambio generazionale, in quanto la reale necessità di ogni regione è differente poiché definita dalle Aziende Sanitarie Locali, in base agli ambiti territoriali carenti, e in quanto esistono numerose variabili generate dall’incertezza su quanti nuovi specialisti in pediatria sceglieranno effettivamente di diventare PLS, considerando che possono optare anche la carriera ospedaliera.
Nel 2022, sulla base dei dati del Ministero della Salute, in Italia i PLS erano 6.962, 446 in meno rispetto al 2019 (-6%), a confermare un trend negativo che procede spedito già da tempo. In Campania l’83,4% dei pediatri ha oltre 23 anni di specializzazione. Le criticità vissute dal Fortore s’inseriscono, quindi, in un contesto più ampio e vengono confermate anche da altri dati, sempre riferibili al 2022, ma tutt’ora attuali, di Monitoraggio dei LEA (livelli essenziali di assistenza) con il Nuovo Sistema di Garanzia, divisi per tre macroaree: prevenzione, distrettuale e ospedaliera. In base a quanto rilevato, la Campania risulta inadempiente a livello distrettuale, con un punteggio di 55,76, inferiore al minimo di 60.
Guardando più in generale alla crisi del sistema sanitario, esistono diversi fattori che alimentano le criticità rilevate. Nella provincia di Benevento e nel Fortore, la zona di interesse di questa trattazione, c’è una carenza anche di medici di medicina generale (MMG).
Una problematica diffusa anche altrove per ragioni differenti: mancata programmazione, pensionamenti anticipati, numeri esorbitanti di assistiti per singolo medico e desertificazione nelle aree disagiate.
Questi fattori rendono spesso impossibile trovare un MMG nei pressi del proprio domicilio, con conseguenti disagi e rischi per la salute. In Campania il massimale di 1.500 assistiti nel 2022 veniva superato dal 58,4% dei medici, secondo il Ministero della Salute, con un’inevitabile riduzione della disponibilità oraria, sulla qualità dell’assistenza e la possibilità per i cittadini di esercitare il diritto alla libera scelta.
Si prevede che nel 2026 il numero dei MMG diminuirà di 384 unità in Campania. A queste criticità si aggiunge una crescente “fuga di cervelli” all’estero: tra il 1° gennaio 2023 e il 31 agosto 2024 oltre 10mila professionisti sanitari (il 54% medici) hanno presentato richiesta ufficiale per andare all’estero. Ma quella verso l’estero non è l’unica fuga di tendenza tra medici e pazienti.
I primi, in progressivo allontanamento dal Sistema sanitario nazionale verso il privato (tra il 2019 e il 2022 il SSN ha perso circa 11.000 medici per licenziamenti o per contratti a tempo determinato terminati, secondo i dati di Onaosi), i pazienti, sempre più tentati o obbligati alla mobilità sanitaria. Quest’ultima consiste nel diritto, appartenente a tutti i cittadini, di essere assistiti in strutture sanitarie di Regioni differenti a quella di residenza.
Ha un valore che nel 2022 ammontava a € 4.247,29 milioni e che è in costante aumento rispetto agli anni precedenti, con una forte attrattiva delle Regioni del Nord, a discapito del Mezzogiorno.
A raccontare la sempre maggiore attrattiva che il privato genera sul personale medico è un dato, riportato dal report Gimbe del 2024, relativo al 2021: anno in cui oltre il 50% della mobilità per ricoveri e prestazioni specialistiche è stata erogata dalle strutture private accreditate, per un valore di € 1.727,5 milioni (54,6%), rispetto a € 1.433,4 milioni (45,4%) delle strutture pubbliche.
Nel 2023, in Campania, secondo un rapporto del Sindacato Unico Medicina Ambulatoria Italiana (Sumai Assoprof), nel SSN lavoravano 19.439 medici (di cui 725 PLS), 60,26% specialisti e 33,06% non specialisti, mentre al di fuori del SSN, tra attivi e pensionati, i medici erano 22.134, il 66,94% non specialisti e il 39,74% specialisti, lavorando nel privato sia come libero-professionisti sia come dipendenti.
La mancanza di pediatri nel Fortore è soltanto un gravissimo sintomo di un panorama ben più ampio, in cui le criticità dipendono da diversi fattori concomitanti, rendendo gli scenari possibili sempre più opachi.
Nel frattempo l’Asl di Benevento ha definito un piano assunzioni determinando che per il 2025 il fabbisogno è di 120 figure professionali, tra cui 10 da destinare alla medicina penitenziaria, in quanto mancano 7 medici al carcere di Capodimonte e 3 ad Airola.
I prossimi mesi sapranno dire se le misure adottate per correre ai ripari saranno efficaci, quel che è certo è che le criticità sono talmente ampie che sarebbero necessari interventi ad ampio raggio e capillari, non solo amministrativi, ma anche politici.
RAFFAELE DE BELLIS