MELIZZANO - Eternit e rifiuti ingombranti rinvenuti dalle Guardie Ambientali della Federazione Nazionale Pro Vita In primo piano

Nella giornata del18 gennaio 2017 le Guardie Ambientali della Federazione Nazionale Pro Vita hanno individuato, sulla direttrice che va da Solopaca verso Frasso Telesino, ai margini della S.P. 21, in agro del Comune di Melizzano, uno sversamento incontrollato di rifiuti dei più disparati.

“Il fenomeno - spiega Filomeno Bovino (foto), presidente Nazionale Federazione Pro Vita - è da ritenersi grave e per più ordini di motivi. In primo luogo perché tra i rifiuti sversati vi erano materiali in eternit, che come è noto possono recare pregiudizi per la salute pubblica; questi materiali erano circondati da una pseudo-rete di materiale plastico di colore arancione che non impedisce all’eternit

di essere sottoposto alle intemperie e quindi sfibrarsi con ogni conseguenza sulla pericolosità che ha sulla salute pubblica.

Ma la cosa che più fa pensare - sottolinea Bovino - è proprio il fatto che il suddetto materiale era circoscritto dalla plastica arancione; magari quella circoscrizione è stata fatta dall’autorità competente che, anziché provvedere alla bonifica (come impone il codice penale per effetto dei nuovi reati contro l’ambiente - art. 452 terdecies) si è limitato a segnalare il materiale pericoloso lavandosene le mani di ogni altra possibile conseguenza.

Dal lato opposto della strada, poi, è possibile vedere un casolare diroccato; all’interno di esso vi sono rifiuti ingombranti del tipo frigorifero, pneumatici di auto, ecc. che, come è noto, con il tempo e le intemperie peggiorano lo stato dell’ambiente. C’è da dire, in aggiunta, che quel territorio dovrebbe far parte del parco del Taburno ed in tale caso, tanto chi ha sversato i rifiuti quanto chi non ha provveduto alla loro rimozione, potrebbe essere incorso nel reato previsto e perseguito dall’art. 733 del Codice Penale.

Infine, la cosa che fa restare sgomenti è che la zona è posta su una via di passaggio che è impossibile non vedere e che la situazione perduri da tempo se si considera che su tali rifiuti, in più punti, son cresciute le erbe infestanti. Questa situazione farebbe denotare, non tanto e non solo, una generale omessa vigilanza da chi aveva il dovere di farla (art. 328 C.P.) quanto una vera e propria strafottenza perché se è vero come è vero che l’ente proprietario della strada è competente a ripulire le strade è anche vero che a margine di essa, nei casolari diroccati e nelle scarpate dopo il ciglio della strada, la competenza torna ad essere dell’ente territorialmente competente che a dirla tutta sarebbe ugualmente competente anche su una strada che non sia di proprietà quando trattasi di tutela della salute, di sicurezza pubblica o di protezione civile.

Di quanto sopra - conclude Filomeno Bovino - è stata resa partecipe la Procura della Repubblica di Benevento”. 

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