MetamorfoSinfoniche In primo piano
90 anni del Viale degli Atlantici e del Pontificio Seminario Regionale. 80 anni dei bombardamenti, la fine del fascismo e l’Italia spezzata in due. Il 2023 sta per finire e questi anniversari saranno un’altra occasione perduta.
La storia (mi ripeto, lo so) è “una eredità che non si può accettare con beneficio d’inventario”. Il codice civile prevede che un erede, prima di accettare, ha il diritto di verificare se gli convenga, procedendo ad un “inventario” dei beni e degli oneri (diciamo pure debiti da onorare). La storia pretende di essere accollata da chiunque si trovi a passare in un breve o lungo “dopo”. Ma se non si conosce la storia, come si fa ad amministrare ciò che la storia comunque ha prodotto?
La banalità del presente, per il rifiuto delle appartenenze, è il frutto di un tentativo maldestro di tirarsi fuori dalle “conseguenze”. Il rifiuto del passato senza conoscerlo è una operazione senza cervello, priva di senso critico. Non c’è futuro senza il sostegno della continuità. La discontinuità è una favola puerile, il tentativo di nascondere l’eredità del passato e poterne fare a meno.
Benevento si trova a vivere un passaggio del Mar Rosso senza la coscienza di un tale atto obbligato. L’Italia da vent’anni non riesce ad esprimere un capo del governo tra gli eletti di Camera e Senato. Il Parlamento non è stato capace di trovare un nuovo presidente della Repubblica, rassegnandosi ad allungare il settennato previsto dalla Costituzione. (Articolo 85: Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni …30giorni prima che scada il termine inizia la procedura per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica. Non sta scritto espressamente che non si può eleggere per la seconda volta lo stesso? Ma sta scritto che si deve eleggere “il nuovo”!).
Il presidente della Regione studia per farsi eleggere per la terza volta. Le Province sono tenute in vita con la canna dell’ossigeno. L’Italia propone al mondo il modello delle città metropolitane. Potevano ad occhio essere Roma, Milano e Napoli. Siamo arrivati a quattordici: Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia. Tutte città metropolitane
C’è da immaginare un futuro, la sostituzione della classe dirigente e la formazione continua del ceto dirigente. Abbiamo accettato nel dibattito pubblico, senza vomitare, la cazzata dell’uno vale uno: di conseguenza a scuola quasi tutti valgono cento, cioè anche i cento veri si annacquano nel vinello strizzato dalle bucce spremute.
In questo quadro Benevento come sta?
Venendo da fuori, stando alle cronache, ci sarebbe una popolazione pensionata che celebra un cantante un po’ più anziano, mentre sul lato giovanile un ragazzo napoletano che avrebbe indotto diecimila padri di famiglia a pagare il biglietto allo scopo di riempire il recinto appositamente eretto a piazza Risorgimento. Un “non luogo” per gridare al mondo il “non senso” di Città Spettacolo MetamorfoSinfoniche.
Al Comune si lavora a ritmi di sfruttamento. Tra giunte, commissioni e sedute di consiglio comunale i poveri cristi scelti dagli elettori non riescono a prendere una boccata d’aria tante sono le riunioni (e i gettoni da guadagnare) che sono fermamente decisi a non presentarsi mai più. E chi si accollerà in futuro impegni così gravosi e così malpagati?
Del resto due pratiche difficili (i debiti e i liquidi fognari) sono state “appaltate” a istituzioni esterne. Dichiarato il dissesto, l’autorità commissariale (statale) non ancora ha definito il deficit da accollare, comunque, all’amministrazione comunale. La quale si rivolgerà ai contribuenti: è difficile che sarà nella condizione di elargire il frutto di fantomatici “attivi”. Chi deve pagare può sapere, almeno in linea di massima, quanto dovrà sborsare? La realizzazione del Depuratore è stata affidata a un Commissario. Autorità con poteri eccezionali non ha fatto ancora il miracolo. Anche qui i soldi da spendere sono sempre i nostri.
Stanno nella cronaca spicciola i passi avanti e indietro intorno a pratiche di ordinaria amministrazione (campo di pattinaggio, urbanizzazione dell’area ex collegio La Salle, rebus di piazza Santa Maria, gestione del campo di calcio e di tutte le strutture sportive nonché dei teatri…). Si dà per certo che l’edificio scolastico di Pacevecchia (gemello di quello della zona Mercato sede di uffici comunali) sarà messo a norma antisismica con l’impiego di acciaio. E perché lo stesso acciaio non è stato chiamato in causa per adeguare (senza abbattere) la Bosco Lucarelli e la Torre? E’ stato calcolato di quante scuole avranno bisogno i sempre meno nati?
Non c’è da sperare in una capacità di concentrazione sulla quotidianità, considerata la vivacità di interessi lontani. A partire dalle elezioni europee del prossimo maggio, per le quali Clemente Mastella non aspettava altro che l’occasione offertagli da Matteo Renzi di fare una cosa che abbia il nome Centro. Al Centro dell’Attenzione (ACA, francamente pericoloso: immaginate lo slogan Va ACA?) potrebbe correre alle europee ma preparare anche l’assalto alla Regione.
Per una classe dirigente attaccata ai gettoni di presenza non è esercizio facile quello di riscattarsi da condizionamenti e compravendite. Ciò che si affaccia all’orizzonte sono movimenti da calciomercato. Accostamento non allettante in una città dove la squadra di pallone è scesa precipitevolissimevolmente dalla seria A alla serie C.
Che volete che gli interessino i novant’anni del Viale degli Atlantici e gli ottanta dai bombardamenti. Nel 1945 Eduardo De Filippo con Napoli Milionaria aveva preso atto che della guerra non interessava niente a nessuno. Vorremmo per caso avviare una ricerca per sapere almeno quanti furono realmente i morti causati dai bombardamenti dal 20 agosto al 2 ottobre 1943?
Partendo, magari, da MetamorfoSinfoniche. Qualunque cosa significhi.
MARIO PEDICINI