''Napoli milionaria'' al Teatro Romano In primo piano

Giovedì 29 giugno scorso RAI5 ha trasmesso Napoli Milionaria allestita al Festival dei due Mondi di Spoleto nell’anno 1977 e andata in onda in diretta sul primo canale della RAI. Un evento, allora, di eccezionale importanza. Per noi beneventani, perché nel ruolo del protagonista (Gennaro) cantava Silvano Pagliuca. Per noi campani perché nel ruolo di Amalia debuttava Giovanna Casolla, saltata dal coro sancarliano, e lanciata in una importante carriera.

L’evento fu la riscrittura della commedia, fatta da Eduardo De Filippo, per trarne il libretto di un’opera lirica in tre atti, musicata da Nino Rota. E attorno a questa riscrittura si alzò violenta la critica contro Eduardo per aver egli modificato il finale del lavoro teatrale.

Napoli Milionaria commedia era andata in scena a Napoli il 15 marzo 1945. La guerra era appena finita (si fa per dire: il trattato di pace sarà firmato il 10 febbraio 1947) e la battuta finale Adda passa’ a nuttata sembrò una botta di ottimismo.

Trent’anni dopo nessuno perdonò a Eduardo di aver scritto per la versione musicale un finale di questo tenore: La guerra non è finita e non è finito niente.

Eduardo De Filippo, ascritto alla sinistra culturale e partitica, fu attaccato da sinistra di un vero “misfatto”. Attualizzare un’opera popolare con “storture” poco consone al dettato politico del momento fu considerato un tradimento. A nulla valse (anzi!) la giustificazione dell’artista: “Io sono l’autore della commedia e io sono padrone di farne un adattamento per la lirica. Farne, cioè, un’opera a sé stante”. Il primo e per sempre protagonista di quella commedia fu scomunicato. Al punto che Napoli milionaria opera lirica non è mai stata allestita dal Teatro San Carlo. Quando ho rinfacciato questo “oltraggio” a Francesco Canessa, che da Spoleto quale inviato aderì alla vulgata stroncatoria ma divenuto Sovrintendente del teatro San Carlo, ho ricevuto un riscontro risentito. La realtà è che una censura istituzionale ha “fatto fuori” dal San Carlo l’opera di Nino Rota su libretto di Eduardo. Quando poi col San Carlo c’è un’altra “coincidenza”: il 15 marzo del 1945 la commedia fu rappresentata proprio al Teatro San Carlo!

Dal 1977 (tempo di terrorismo in Italia) ad oggi (tempo di guerra in Europa, con l’Italia schierata e impegnata con forniture militari e aiuti alle popolazioni) quella disperata ammissione “La guerra e non è finita e non è finito niente” può essere oggetto di attenzione, di riflessione, di meditazione? Può cioè rinascere nel lavoro di Eduardo, nonché la libertà di espressione di un artista, almeno il requisito della “attualità”?

Ecco la mia proposta. Portiamo Napoli Milionaria opera lirica di Rota e De Filippo al Teatro Romano di Benevento. Prendiamo i fondi disponibili per Città Spettacolo 2023, cercandone altri presso la munificenza di amici e l’impegno istituzionale di banche, ministeri e Regione Campania e prepariamo per settembre una “edizione” di Napoli milionaria e, come si diceva una volta da certe parti, apriamo un dibattito.

La guerra non è finita e non è finito niente è la svalvolata di un vecchio rimbambito o è una delle tante facce di una disperazione umana attorno alla quale ci interroghiamo ogni giorno, cercando di svicolare con riscaldamenti globali, disastri ambientali, scioglimento di iceberg e rialzo del livello del mare?

Ce la facciamo a riprenderci dai riposi estivi per “aprire un dibattito” e arrovellarci attorno a un tema sulla spinta altamente suggestiva della musica?

C’è il tempo di mettersi attorno a un tavolo e immaginare l’Orchestra Filarmonica di Benevento, il Conservatorio “Nicola Sala”, le scuole di musica (pubbliche e private), la Compagnia teatrale SOLOT, l’appena rianimata Fondazione Città Spettacolo collaborare per dare corpo alla nostra idea.

Solo per completezza, attorno alla rappresentazione (per la quale immagino registi “reduci” da Città Spettacolo, glorie di Napoli, come Tato Russo e Mario Martone), potrebbero “girare” concorsi di idee presso le scuole della provincia (o della Regione), si potrebbe parlare di guerre con titolati politici, forse ricordare gli ottant’anni dei bombardamenti che sconvolsero la città di Benevento, “aggiornare” le tappe della Resistenza, del Trattato di Pace e della Costituzione Repubblicana. Sul filone di Napoli Milionaria si può lavorare per un anno intero e - magari - far nascere qualcosa di duraturo a livello internazionale. Basta non girare la testa dall’altra parte.

MARIO PEDICINI