Nicola Boccalone si scaglia con ironia... sulle recenti deleghe assegnate dal sindaco Pepe In primo piano
Nicola Boccalone (foto), esponente di Mezzogiorno Nazionale ed ex consigliere comunale di Benevento, è intervenuto con una nota sulle deleghe assegnate dal sindaco Pepe (ironicamente paragonato al Principe di Machiavelli) ai consiglieri Enrico Castiello e Giuseppe Zollo.
Boccalone nel suo scritto non tralascia di menzionare neppure Aldo Damiano (ex assessore all'Urbanistica coinvolto nell'inchiesta sul centro commerciale “I Sanniti”) a suo dire oramai “sedotto e abbandonato dallo stesso Principe”, politicamente si intende...
“Il sindaco Pepe dispensa onori e gratificazioni - esordisce Boccalone -. A quelli politicamente meno fortunati, i “non eletti”, assegna il ruolo di dirigenti comunali esattamente in antitesi alle regole di buona politica e quelle di pubblico impiego. Una pratica dispensatoria che, nel solco già tracciato dai vari Mancini, Lanni ed altri, ripropone la riflessione fondamentale: trasparenza nel rapporto tra politica e gestione di interessi pubblici.
Con quale animo e serenità si potranno gestire gare d’appalto, procedure di affidamento a terzi di servizi e acquisizione di beni? Con quale piglio si andranno ad affrontare la verifica del rispetto puntuale degli impegni contrattuali assunti da appaltatori che non hanno nascosto vicinanza e sostegno all’attuale compagine amministrativa?
Qualche esempio: Zamparini, ampliameto del tribunale, parcheggio Port’arsa, Santamaria degli angeli, parco archeologico di Cerrarulo, San Vittorino e tutte le “somme urgenze” registrate a ridosso delle elezioni di Maggio scorso. La questione ovviamente va ben oltre i soggetti interessati, i quali con animo grato non possono che ringraziare lavorando per il Principe. Tra gli eletti, invece, il Principe ha deciso di assegnare deleghe gestionali come una sorta di sub-assessorati o assessori in sala d’attesa, in una specie di premio alla carriera anche a costo di dare l’impressione di aggirare la norma che prevede la riduzione dei costi della politica tramite il taglio del numero di assessori.
Moderna attuazione del principio “il fine giustifica i mezzi”.
E però, da questo insieme di beatitudine, che ha come corona: un PUC, invertebrato e insipido ai più, un Haucing dai costi asociali e in attesa di essere politicamente socializzato, condita da bilanci assolutamente irreali, si è levata senza sorprese la voce del dissenso che ha manifestato solitudine e apprensione anche per la sorte del “suo” Principe.
Ex assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici, Damiano, cresciuto e forgiato con gli stessi valori e regole del Principe, ha evidenziato momenti di ingratitudine e ingiustizia politica. Ha collaborato, lavorato e seguito il Principe in ogni vicenda ed oggi avverte il peso della solitudine, sedotto e abbandonato (anche qui il fine giustifica i mezzi). Damiano, che a differenza di Castiello non è stato meritevole di alcun premio alla carriera, sente tutto su di sè il peso di vicende giudiziarie come quelle di Zamparini. Le riflessioni di Damiano stimolano solidarietà e anche un benevolo consiglio: perché da un atto collegiale, quale la delibera di giunta 150/2006 (apertura del centro commerciale di Zamparini, ndr) e politicamente rivendicato dal primo cittadino, debba rispondere solo lui alla giustizia.
Autorevoli riflessioni in questo senso sono state svolte anche in più occasioni dal senatore Viespoli durante conferenze stampa.
Non credo che Damiano non avrà occasione di chiedere anche ai giudici il motivo che ha ispirato l’azione, avendo cognizione che una partecipazione collaborativa potrebbe ispirare risposte.
Intanto - conclude l'esponente di “Mezzogiorno Nazionale” - potrebbe essergli d’aiuto la riflessione di avvalersi di consigli e pratiche legali che fanno della “prevenzione” la parte migliore di principi del foro che sanno assistere tutto e tutti nel momento del bisogno. Per il preciso identikit potrebbe chiedere al principe. Anche in questo caso il fine giustificherebbe i mezzi”.