Non basta una giostrina In primo piano

L’iniziativa dell’assessore Rosa di mettere a disposizione dei più piccoli una giostrina nei “giardinetti” sul finire del Viale degli Atlantici è sicuramente da apprezzare. Ma non è certo bastevole per suscitare l’interesse di ragazzini e consolidare un rapporto di appartenenza. Vogliamo stimolare una riflessione a più ampio raggio sulla funzione educativa che può svolgere il contatto con l’ambiente naturale, da preservare e arricchire proprio affinché la giostrina possa fare la sua parte. Anche in villa comunale le giostrine esauriscono ogni funzione educativa, perché le famiglie frettolosamente esigono il rispetto degli orari. Che cosa sia quel giardino e quali specie vegetali vi siano coltivate non c’è chi ne faccia oggetto di sensibilizzazione nei confronti di quei nuclei familiari che ben potrebbero cogliere opportunità educative attraverso la esperienza diretta, l’osservazione guidata, la percezione di profumi, di colori, di specie animali. I futuri cittadini, sensibilizzati nell’età in cui la curiosità è sale prezioso per la conoscenza, potrebbero dare un senso più ampio alla visita in villa, se qualcuno potesse spiegare come si chiamano quegli alberi maestosi e qual è la loro età.

Si è data risonanza al tentativo di dare attuazione ad una legge regionale che impone il censimento degli alberi monumentali. La Regione Campania a suo tempo si è limitata a mandare in giro moduli da riempire, ma non ha fatto nessuna azione per rendere efficace questo ordine. Il risultato è che nessun comune della provincia di Benevento ha compilato una scheda.

La pur importante catalogazione degli alberi monumentali non esaurisce i doveri dei comuni in ordine al censimento di tutti gli alberi, piccoli e grandi, da fare evidentemente con l’apposizione di targhette. Chi ha fatto il regolamento nazionale che disciplina queste operazioni si propone di realizzare in tutta Italia uno scrupoloso censimento di tutte le essenze vegetali, anche per abituare i cittadini che la frutta esposta sugli scaffali dei supermercati non è coltivata in fabbrica ma vive nel rispetto delle sostanze nutritive presenti nelle diverse zone del pianeta. Ma se pure si riuscisse in pochi anni a completare questo censimento, resteremmo sempre in quella atmosfera sbuffante di chi deve fare una cosa che non capisce a che serve.

Torniamo ai giardinetti Piccinato. Qui con una pervicacia degna di miglior causa si stanno tenendo a freno le erbette dei prati. Ignorando la specifica normativa del Decreto Ministeriale del 10 marzo 2020, nei giardinetti non potrà mai più nascere e fiorire la malva, e sarà impedito alle margherite di arrivare alla fioritura, o agli sterpi di rucola di produrre le profumatissime foglioline. In mancanza di fiori, soprattutto dei fiori della vegetazione spontanea, non ci saranno più le api. Qualche mamma tirerebbe un sospiro di sollievo perché non sia mai che il pargoletto volesse prendere in mano il volatile.

Ecco, caro assessore, quel giardinetto (e la spina verde di Rione Libertà, ma la stessa villa comunale) devono poter svolgere la loro funzione “vitale” garantendo la presenza di ogni rettile, di ogni insetto, di ogni farfalla. I bambini non possono limitarsi a guardare e riconoscere una farfalla solo dal computer, ma dovrebbero poter fare esperienza diretta.

Ma se la parola d’ordine dei nostri uffici comunali è quella di disinfettare e disinfestare alla fine non ci sarà più neanche la remota possibilità di vedere un bambino che rincorre un calabrone.

Nei paesi civili i grandi parchi pubblici accolgono gruppi e famiglie che si stendono sui prati rigogliosi a prendere il sole, a giocare, a fare picnic. Qui da noi abbondano i cartelli con i quali si fa divieto di calpestare le aiuole. Scambiando, però, le aiuole di piante in fiore (dove è giusto non calpestare) dai prati che sono invece offerti alle capriole e alle effusioni amorose. O anche, come ai tempi di un famoso pecoraio, alla paziente operazione del brucare e del produrre pallini scuri.

MARIO PEDICINI