Palcoscenico Duemila: Biagio Izzo e il bisogno inconscio di sentirsi padre In primo piano

'Ogni scarrafone è bello a mamma soia', cantava Pino Daniele, ma è bello anche per il suo papà. Il sentimento della paternità vive in ogni uomo, anche in quelli che non vogliono sposarsi e non vogliono sentire parlare di figli. Questo forse è il senso della commedia 'Bello di papà', andata in scena al Teatro Massimo di Benevento. Il testo, scritto e diretto da Vincenzo Salemme, racconta la storia di Antonio Mecca, dentista napoletano, che vive serenamente con la bella ucraina Marina, ma non vuole farsi una famiglia.

Il destino vuole che un suo caro amico Emilio, depresso, orfano e sotto ipnosi, ha un fortissimo bisogno di ritrovare un padre per guarire. Solo lui può fare il miracolo. Il povero Antonio, interpretato da uno scoppiettante Biagio Izzo, è sconvolto, ma non può dire di no alla cura scelta dal dottore per il suo amico. Così accetta di accogliere in casa Emilio come figlio solo per un mese. Il ragazzo ha 45 anni, ma si comporta come un bambino e perciò deve essere aiutato a crescere e a ritornare normale. Piano piano viene riportato all’età di 15 anni con la terapia escogitata dello psichiatra.

Il medico va ad abitare anch’egli a casa di Antonio per seguire da vicino la cura. Le prime scintille tra i tre scoccano facilmente perché tutti sono attratti dalle forme sensuali dell’affascinante Marina. Antonio va su tutte le furie, perché il giovanotto accolto in casa, anche se depresso, prende di mira il 'panettone' della sua convivente, cioè il lato b di Marina. La gelosia esplode, i battibecchi sono frequenti, ma bisogna assecondare Emilio. Arriva il giorno del diciottesimo compleanno del figlio 'fittizio', tutto è pronto per la festa, arrivano il fratello, la cognata e la mamma di Antonio per complimentarsi della ritrovata paternità.

Vanno a chiamare Emilio, ma è riverso per terra nella sua stanza. Si tratta di un finto suicidio. Poi la verità viene a galla, il giovane depresso ritornerà normale, rendendosi conto di essere orfano ed il dentista frastornato ritroverà la forza per abbracciarlo chiamandolo 'bello di papà'. La trama si dipana tra un richiamo ad Eduardo De Filippo e al complesso edipico del 'figlio che uccide il padre', tra 'panettoni' formosi e sensuali, casatielli, castagnacci, che ricostruiscono il clima festoso di una famiglia pronta ad aiutare il prossimo nel momento del bisogno.

La compagnia di Biagio Izzo, composta da Mario Porfito, Domenico Aria, Adele Pandolfi, Yuliya Mayarchuck, Rosa Miranda, Arduino Speranza e Luana Pantaleo, ha recitato con prontezza  e ritmo ammirevoli, meritando gli applausi del pubblico, accorso numeroso ad assistere a questa prima nazionale che ha inaugurato felicemente la rassegna 'Palcoscenico Duemila'.

ANTONIO ESPOSITO

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