PIETRELCINA - Il governatore De Luca infiamma la platea e promette: 'Qui il fulcro del turismo in Campania' In primo piano

Circa quaranta minuti di un discorso denso, pragmatico, con una visione politica basata sui problemi reali della Campania e la volonta', forte e chiara, di risolverli attraverso una strategia: l’organizzazione.

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in visita a Pietrelcina nella giornata del 23 settembre, ha infiammato la platea straboccante all’interno del Palavetro, megastruttura poco distante dal Convento dei frati Cappuccini, proprio all’ingresso del paese.

Dalla sua agenda politica non è escluso nessun argomento. “Noi non dobbiamo illudere nessuno e non abbiamo bisogno di raccontare frottole a nessuno”, dice tra le prime cose il governatore, che il sindaco di Pietrelcina, Mimmo Masone, ha già salutato (seguito da padre Marciano dell’Ordine dei Frati Cappuccini e dal dott. Pagliuca, presidente della sezione Unitalsi di Benevento), riconoscendogli, come gli sono universalmente riconosciute, le doti di uomo di parola, che quando prende un impegno lo porta fino in fondo.

Con voce chiara e squillante, fede nel raggiungimento degli obiettivi politici e voglia di assecondare il bisogno di aria nuova che si respira dappertutto, De Luca snocciola uno dopo l’altro tutti i punti del suo fitto programma, raccogliendo sempre convinti consensi, e rimarcando: “Spesso ho visto e vedo uomini politici che venderebbero la madre, la moglie, i figli, pur di avere una carica in più, perché l’unico scopo della loro vita è l’attaccamento al potere. Ma quanto vale una vita così, spesa a guadagnare medaglie sul petto, di fronte ad una vita in cui si è potuta mantenere la propria parola di uomo?”.

Mimmo Masone, tra i ricordi di Padre Pio e l’offerta di doni della terra al presidente De Luca, ricorda che la provincia sta scomparendo, e chiede al governatore di tendere una mano al Sannio: “Non lasciateci soli”. Richiesta che viene subito raccolta dal presidente che rilancia: “Bisogna fare di Pietrelcina il fulcro del turismo in Campania. Il sindaco già mi ha chiesto venti milioni di euro per la ferrovia Benevento - Pietrelcina”.

E passa poi a rimarcare tutte le innumerevoli bellezze della Campania: “Siamo la regione che offre di più al mondo come offerta turistica. I tre litorali più belli al mondo li abbiamo noi: Sorrento, la costiera amalfitana, il Cilento. Abbiamo l’enogastronomia di qualità qui, proprio in queste terre. Abbiamo il patrimonio archeologico più ricco al mondo, tra Ercolano, Pozzuoli, Pompei, Castellamare di Stabia, Vico Equense. Ma non abbiamo i sei milioni di visitatori all’anno della riviera romagnola, perché ci manca l’organizzazione. Abbiamo paesini bellissimi dell’Irpinia, deserti di sabato e di domenica sera”.

Tutto il discorso di De Luca ruota intorno alla necessità di portare sviluppo in aree a desertificazione permanente, portando lavoro, servizi sociali, un sistema sanitario di eccellenza (“sceglieremo non chi ha la tessera del mio partito, ma i migliori), risolvendo l’annoso problema della Terra dei Fuochi (“e lo risolveremo!”, sottolinea fra gli applausi).

Un ringraziamento va poi alla famiglia dei Frati Cappuccini, che De Luca si impegna ad aiutare concretamente per le loro tante attività. Infine, un monito rivolto ai sindaci: “Sentitevi liberi. Non sarà premiato il clientelismo, o le tessere di partito, ma andrà avanti chi mi porterà progetti sul territorio amministrato”.

Insomma, un momento di politica alta, intesa come servizio, che fa ben sperare i tanti sindaci intervenuti e la popolazione locale.

MA A PROPOSITO DELLA FERROVIA…

Breve storia della ferrovia della Valfortore, mai costruita

Il passaggio di De Luca sulla prossima costruzione della ferrovia Benevento - Pietrelcina, riporta alla mia mente di ricercatrice di fatti di storia locale la vicenda della “Ferrovia Economica Benevento - San Bartolomeo in Galdo - Sansevero”, progettata dall’ingegnere Alberto Capuano (si veda notizia qui: www.trenidicarta.it/1909.htm) e depositata nei termini di legge sulle opere di ingegno nel gennaio 1886.

Quel tracciato serviva a collegare tutti i paesi della Valle del Fortore, nonché una parte della Puglia, fino ad Ancona. Il progetto, caldeggiato ai primi del Novecento dai consiglieri Angelo Ricci, Leonardo Bianchi ed al presidente del Consiglio Provinciale di Benevento Almerico Meomartini, fu riproposto nel 1907, e patrocinato da un Consorzio Appulo - Sannitico. Con l’avvento della prima guerra mondiale e poi del Fascismo, il progetto fu accantonato e la ferrovia non fu mai costruita.

Nel lontano 2008, l’associazione culturale Isidea, per bocca del suo presidente Rito Martignetti, proponeva di rilanciare il progetto della ferrovia, “attesa da decenni così come l’ospedale di S. Bartolomeo in Galdo”. La proposta era venuta a partire da una lettera del parroco di San Bartolomeo in Galdo, don Franco Iampietro, che lamentava i disagi del Fortore. L’unica soluzione, ad oggi, sarebbe quella di potenziare le vie di comunicazione, e Martignetti in quel frangente, chiedeva alla deputazione sannita “di riprendere in considerazione l’idea di una ferrovia in Valfortore, per risolvere in maniera radicale i problemi di una popolazione fin troppo paziente”.

Il destino ha voluto che tale progetto non sia stato finora realizzato, ma se la Regione Campania, grazie ai buoni auspici di Vincenzo De Luca, ha preso in considerazione la proposta di rifare il tracciato da Benevento a Pietrelcina, nonché di valorizzare il Sannio nella sua interezza, come affermato nell’incontro a Pietrelcina, sarebbe forse il caso di portare la proposta di una ferrovia dell’intera Valfortore proprio in Regione.

LUCIA GANGALE

l.gangale@inwind.it

Foto di Lucia Gangale per Realtà Sannita ed in esclusiva assoluta il progetto della ferrovia economica della Valfortore del 1886

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