Problemi irrisolti e smania di protagonismo... Cosa resterà dei Consigli comunali? In primo piano
Capita spesso di rimpiangere i consigli comunali di una volta quando i cittadini erano interessati a seguire i vari interventi dei consiglieri, le proposte degli assessori sui vari problemi da risolvere tanto da essere in molti presenti nell’Aula Consiliare.
Ancora oggi ricordiamo nomi di amministratori che diventavano punti di riferimento per la città. Certo alcuni erano discutibili, non esemplari ma comunque cercavano di dare alla città un volto diverso e ai cittadini delle risposte.
Eh già, perché spesso dimentichiamo che i soggetti più importanti di una comunità sono gli abitanti da dover rispettare e da non prendere in giro. Chi si ricorderà degli attuali amministratori?
In consiglio comunale appaiono sorridenti in attesa di essere fotografati e in cerca di notorietà ma pronti a reagire anche con parole crude agli interventi da parte dell’opposizione.
Non si vuole parteggiare per l’uno o l’altro schieramento ma come semplici cittadini vorremmo delle risposte serie e interventi sulla città a breve termine.
Si era detto che la scuola Federico Torre e la scuola Nicola Sala dovevano essere abbattute perché ritenute inagibili, ma sono ancora lì, e i ragazzi allora sono in pericolo?
Nei salotti buoni della città ci si chiede chi siano coloro che hanno ottenuto il pagamento dei loro crediti dall’ente comunale senza l’autorizzazione dell’ O.S.L., la curiosità è dovuta alla convinzione che i diritti dei creditori non vengono soddisfatti allo stesso modo; per quale motivo?
Il piano traffico va rivisto, ci sono pericolosi incroci nella città che causano ingorghi e incidenti stradali, come l’incrocio tra Via Ponticelli, Via Vittime di Nassiria e Via San Pasquale dove le ringhiere di protezione ostacolano la visuale.
E che dire delle auto che provenienti da Via Vittime di Nassiria sono costrette a tagliare la strada alle auto provenienti da Via del Pomerio? In ritardo il Piano Verde, il Piano per le barriere architettoniche e il PUC (Piano Urbanistico Comunale) il che demoralizza i cittadini che vedono le migliorie per una città più vivibile protrarsi all’infinito. Certo non basta illuminare un campanile per dimostrare che a Benevento l’amministrazione si sta dando da fare; ci sono problemi critici che sono propri dei Paesi sottosviluppati, come la carenza dei bagni pubblici e quei pochi che sono presenti generano disgusto a guardarli per le condizioni igieniche, in particolare nei pressi dei mercati ortofrutticoli dove peraltro i venditori permangono per ore.
E i turisti, che dicono siano aumentati, sono costretti a rivolgersi a bar o ad altri esercenti constatando che a una bella città ricca di storia e di monumenti non corrisponde una sufficiente offerta dei servizi. Negli ultimi giorni si è verificata addirittura la mancanza di un bene primario: l’acqua. Mezza città, dal Rione Libertà e Ferrovia al Centro storico e alle contrade è stata privata di acqua potabile e, a seguito di note del sindaco e dell’ASL, si è provveduto alla immediata chiusura dei pozzi di Pezzapiana. Danneggiate le famiglie dove i vari componenti a ritorno dal lavoro si sono visti persi perché impossibilitati a raggiungere le autobotti a causa del poco tempo a disposizione.
Quindi sono rimasti privi di acqua da bere e per preparare il pranzo. Danneggiati i bar e i punti di ristoro in un periodo di per sé difficile. La Gesesa ha sottovalutato un problema segnalato già da diversi anni e non ha provveduto quindi a risolverlo. Oggi sembra che tutto sia tornato alla normalità, ma tanti dubbi rimangono.
Ci si chiede se questa città avrà uno sviluppo dignitoso dal momento che molti beneventani sono presi dalla rabbia per una mancata valorizzazione del patrimonio artistico-culturale. Mentre i teatri si rimettono in moto numerosi problemi attanagliano la città tanto da portarci ad ammirare le province del centro e del nord del nostro Paese. E intanto continuiamo a guardare le foto dei consiglieri sorridenti con una vena di nostalgia del passato…
MARISA ZOTTI ADDABBO