SAN GIORGIO DEL SANNIO - Le uniche 4 suore Visitandine trasferite in Calabria. Il rammarico del sindaco Pepe In primo piano

Per volere della Casa Generale, le suore Visitandine di San Giorgio del Sannio andranno momentaneamente al Monastero di Orti di Reggio Calabria.

Si sa, nelle decisioni ecclesiastiche nessuno può mettere becco, ma il sindaco del “paese dei fiori e della cortesia” non si esime dall’esprimere, attraverso una nota scaricabile dal sito web del Comune, i proprio sentimenti e quelli della popolazione a fronte di un provvedimento giudicato “improvviso e frettoloso”. Infatti, scrive Mario Pepe, «il Convento delle Salesiane è un presidio storico di vita consacrata della nostra comunità; secoli di storia e di testimonianze non possono essere rimossi dal cuore dei sangiorgesi».

Il sindaco continua: «Al di là delle scelte che farà la Congregazione le suore dovranno ritornare nel nostro paese perché sono state e sono un presidio di spiritualità autentica e la forza di una comunità orante testimonianza di un’esperienza di vita contemplativa».

Poi, la proposta: «Se la decisione del trasferimento malauguratamente sarà definitiva chiedo che gli spazi dello storico palazzo e i giardini annessi possano essere aperti alla comunità facendo di essi un parco pubblico o un parco a tema. Su questo l’Amministrazione Comunale assumerà tutte le decisioni, nella salvaguardia dei beni della Congregazione, per aprire gli spazi del Convento alla fruizione dei cittadini. San Francesco di Sales illumini il cuore e il pensiero dei responsabili della Congregazione».

Dunque, rammarico per quella che, se definitiva, sarebbe una perdita in termini di spiritualità e di storia dell’ameno comune sannita e, al contempo, una proposta fattiva per rendere la struttura patrimonio della collettività.

I tempi cambiano, le persone invecchiano, le esigenze mutano e tutto si trasforma...

È inevitabile provare sentimenti di malinconia rispetto alle decisioni che, alle volte, l’inesorabilità del tempo che passa impone. Come non andare col pensiero alla sorte occorsa al Monastero delle Orsoline a Via Rummo a Benevento. La sua chiusura, col trasferimento delle poche anziane suore rimaste, ha creato un vuoto percepibile ad ogni passaggio nei pressi dell’imponente e storico edificio. Anche se oggi quei locali sono stati concessi all’Ateneo Sannita, che li avrà in gestione per trent’anni.

Il tempo ci dirà cosa ne sarà della sorte delle suore Visitandine e dello storico monastero, collocato nella parte alta di San Giorgio del Sannio, in una zona di grande charme. Le suore si trovano nel Monastero della Visitazione da 284 anni. Le quattro monache rimaste nel convento sono partite per il Monastero di Orti lo scorso 1° giugno.

L’arcuvescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, attraverso il sito web della Diocesi di Benevento, comunica ai fedeli quanto segue: La temporanea partenza - dal prossimo 1° giugno - delle quattro monache della Visitazione del Monastero di San Giorgio del Sannio per il Monastero di Orti (RC), “per meglio custodire l’eredità carismatica dei propri fondatori, San Francesco di Sales e Santa Giovanna Francesca de Chantal”, se necessaria alle monache “per dare pieno significato e continuità alla bellezza della propria consacrazione” - come le stesse hanno chiarito nel loro comunicato -, costituisce purtroppo, per la Chiesa beneventana, una perdita grave, perché quello di San Giorgio del Sannio era l’unico monastero di clausura presente nella nostra arcidiocesi. Noi speriamo che le monache - che continueranno a utilizzare il monastero per le attività formative delle Monache della Visitazione degli altri Monasteri del Centro-Sud - possano un giorno tornare stabilmente tra noi, così che “il saluto di oggi sia un semplice arrivederci”. Al tempo stesso, mentre esprimiamo loro il nostro grazie più cordiale e sincero, confidiamo di trovare qualche altra Comunità contemplativo-claustrale che possa insediarsi tra noi (non smetteremo, perciò, di cercarla), per consentirci di fruire ancora della “ricchezza e della bellezza di una vita interamente dedita a Dio” (Vultum Dei quaerere, 5).

LUCIA GANGALE