Scoppia la polemica per l'asse viario inter-quartiere Rione Libertà / Viale Mellusi In primo piano
Sembra essere tutto pronto per il nuovo cantiere (a cielo aperto e no), senza alcun riferimento a Roma per i lavori in corso in vista del Giubileo che sta per cominciare, ma di Benevento. In questo caso il nuovo cantiere che sta per partire o, meglio per ripartire, ha origini remote, in quella che era un’altra città: la Benevento di quasi quarant’anni fa. Ebbene, a quanto pare, la costruzione dell’asse viario inter-quartiere di collegamento tra il Rione Libertà e il Viale Mellusi - cominciata durante l’amministrazione Pietrantonio, ripresa poi da Fausto Pepe, e mai terminata in entrambi i periodi per insufficienza di fondi - sembra essere tornata d’attualità, dopo che negli ultimi giorni, la giunta Mastella ha licenziato il documento di indirizzo alla progettazione.
Si tratta di un intervento da 29,4 milioni di euro promosso dal comune con il finanziamento della Regione nell’ambito del Fondo sviluppo e coesione. Dopo la presentazione del documento, gli step successivi consisteranno nell’affidamento della redazione del Piano di fattibilità tecnico-economica, nella necessaria ricezione del nulla-osta della Soprintendenza e del parere dei settori urbanistica e viabilità.
Nel frattempo, però, è già scoppiata la polemica. Il completamento delle gallerie per la definitiva costruzione dell’asse viario inter-quartiere è un argomento molto sentito, sia sui social che all’interno dei luoghi istituzionali. Le prime perplessità a riguardo sono state espresse dal consigliere comunale Raffaele De Longis che ha fatto notare che: “Il progetto è di oltre trent’anni fa e non è detto che ciò che poteva apparire utile allora lo sia anche oggi. All’epoca Benevento aveva prospettive di sviluppo demografico ed esistevano presidi e uffici che oggi non esistono più, ed era plausibile un collegamento tra la zona più popolosa e quella centrale”.
Il consigliere Luca De Lipsis è invece intervenuto in difesa dell’amministrazione comunale sostenendo che gli abitanti del viale Mellusi debbano fare il giro della città per raggiungere il rione Libertà e che quindi l’asse viario, nell’ottica di un ripopolamento e di un decoro ambientale, potrebbe risultare molto utile.
Poter guardare la città “in un’ottica di ripopolamento” risulta però particolarmente difficile quando si è davanti a una proiezione ISTAT che mostra il preoccupante e costante calo demografico che da anni colpisce il territorio sannita. Guardando soltanto i dati degli ultimi otto anni, dal 2017 a oggi, Benevento ha perso 3974 abitanti, con una percentuale di diminuzione dei residenti pari al 6%: una vera e propria emorragia che non sembra aver intenzione di fermarsi.
Se poi si oltrepassano le polemiche e si osservano soltanto i dati, ricercando inoltre, non tanto l’utilità di un intervento simile, ma l’interesse pubblico che lo giustifica - com’è necessario, quando si cerca di contestualizzare una scelta dell’amministrazione dal valore economico considerevole - si potrà valutare oggettivamente dove questo possa risiedere, andando ben oltre l’opinabile. Una volta constatato come l’ottica di ripopolamento possa essere giustificabile soltanto in caso di un grave astigmatismo, bisogna considerare l’aspetto della tratta che i cittadini beneventani sono costretti a percorrere per raggiungere il rione Libertà dal viale Mellusi.
In questo caso è necessario mettere da parte per un attimo i dati statistici e prendere un qualsiasi veicolo per rendersi conto di come “il giro” cui si è costretti impegna soltanto dai 9 ai 13 minuti negli unici orari in cui esiste un vero e proprio traffico, ovvero quelli di entrata e uscita delle scuole e degli uffici: parentesi di circa trequarti d’ora massimo nell’arco di un’intera giornata.
Se le gallerie potranno apportare una riduzione significativa di un tempo di percorrenza già molto ridotto, allora la domanda che ci si deve porre è la seguente: cosa farsene di quella manciata di minuti che si è così guadagnato? Nel caso in cui poi si ritenga che l’utilità dell’asse viario possa essere quella di ridurre il traffico generale della città, sarà necessario tornare a guardare i dati dell’ISTAT riguardanti il numero di veicoli circolanti per km² di superficie territoriale del quinquennio 2017-2022. In tal caso sarà evidente come Benevento sia la provincia campana con il numero inferiore di veicoli circolanti per km² di superficie territoriale, per il fatto che quest’ultima risulti essere la più estesa in Campania, con i suoi 129 km² che superano i 119 km² di Napoli. I 122 veicoli circolanti per km² risultano essere di gran lunga inferiori ad Avellino - la quarta città campana per numero di veicoli circolanti, 132 nel 2022 - se si considera che il capoluogo irpino ha un’estensione di soli 30 km². Per uno sguardo ancora più realistico sarebbe opportuno tener conto di come molti dei veicoli circolanti e immatricolati a Benevento vengano utilizzati in altre città, dai tanti, troppi residenti che in realtà vivono e hanno il domicilio da altre parti e che sono difficili da conteggiare. Se fosse possibile quantificarli in modo esatto si andrebbe inoltre a incrementare la percentuale reale di diminuzione degli abitanti del capoluogo sannita, poiché è tristemente noto a tutti che centinaia, se non migliaia dei 55815 residenti attuali, in realtà vivono lontani dalla città.
In sintesi, si può quindi affermare, guardando la tabella, che chiunque veda il traffico a Benevento sia probabilmente preda di allucinazioni cognitive. Quale potrebbe essere quindi l’interesse pubblico che sostiene la ripresa della costruzione dell’asse viario? A quanto pare, l’utilità di quest’altro cantiere in formazione è quella di accogliere in una città ristrutturata tutti gli abitanti che non la vivono più, per esempio durante le festività.
Nel frattempo, i primi comitati stanno già nascendo, come quello appena costituito e denominato: “Basta opere inutili e dannose. Difendiamo la vivibilità”. A tal riguardo, il sindaco Clemente Mastella si è detto disponibile a un dialogo, rifiutando però i veti aprioristici. In conclusione, il rischio sempre più impellente è che le gallerie servano a creare gli ennesimi spazi vuoti di una cittadina che fa del vuoto una delle sue principali attrattive: svuotare il sottosuolo, quindi, potrebbe non avere una vera utilità, ma rivelarsi quantomeno coerente con la desertificazione attualmente in atto poco più su, sotto il cielo in cui si specchiano le strade quasi sempre sgombre.
RAFFAELE DE BELLIS
Postilla
L’asse interquartiere Libertà-Nicola Sala (così come quello Ferrovia-Libertà via Cellarulo) è strettamente connesso al “sistema” viario di scorrimento interno al circuito delle arterie di pertinenza ANAS.
Si tratta di completare opere in parte realizzate. Mandando a quel paese tutte le teorie della discontinuità (concetto che vale anche per il cosiddetto mamozio di fronte alla Cattedrale o alla sistemazione di piazza Orsini dove potrebbe trovare collocazione il Presepe di Dalisi che giace in qualche deposito a spese del Comune) il completamento di questo progetto “risolve” lo scorrimento del traffico.
A fronte di una prevista diminuzione della popolazione vi è la palese moltiplicazione di veicoli su ruota, tra l’altro sempre più mastodontici e ingombranti. E’ a questa realtà che trova risposta buona parte dei dubbi sulla convenienza del completamento.
M.P.