Sul ponte sventola la scheda bianca. Appunti disordinati sulla pandemia selettiva In primo piano

Mattarella, come il Don Abbondio di manzoniana memoria, vaso di coccio in mezzo ai vasi dei ferro, è scappato lasciando al successore la patata bollente dello squalificato Consiglio Superiore della Magistratura.

In una surreale cerimonia di orwelliana memoria, ultima uscita ufficiale dell’ectoplasma Mattarella, l’anno giudiziario 2022 è stato inaugurato dal delegittimato Presidente della Suprema Corte di Cassazione, Pietro Curzio, oggetto, o meglio soggetto, di un durissimo scontro fra il Consiglio di Stato ed il CSM che sicuramente avrà ulteriori ripercussioni.

Un discorso patetico ed un vuoto intervento estetico per dire che la giustizia è sì ancora lenta, ma con fiduciosi segnali di miglioramento. La solita bugia vestita da ermellino, detta in modo così imbarazzato e timido da lasciare trasparire l’amara verità. In buona sostanza, il de profundis della giustizia italiana.

Il Ministro Cartabia, tenutosi a distanza di sicurezza dalla questione CSM, si è incartato sulla riforma del processo. Fumo negli occhi all’Europa per tentare di avere i soldi del PNRR.

Dalla lettura della Legge 26 novembre 2021, numero 206 (dall’esilarante ed evanescente titolo Delega al Governo per l'efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie e misure urgenti di razionalizzazione dei procedimenti in materia di diritti delle persone e delle famiglie nonché in materia di esecuzione forzata), viene da mettersi le mani nei capelli, anche per chi non li ha, stante l’ennesima compressione del diritto di difesa, ai limiti, - anzi, sicuramente oltre, - della incostituzionalità, e la mancata accelerazione della fase decisoria del processo civile. L’unica speranza (con la s minuscola, per carità) è che la riforma che si areni nelle secche del governo.

Nel frattempo, fra incomprensibili DPCM in tema di Coronavirus (ben cinque in 50 giorni), con strambate e cazzate (termini marinari!) da mandare in tilt anche un navigato skipper come Soldini, siamo arrivati alla visione del “Romanzo Quirinale”.

Ad oggi, mercoledì 26 gennaio 2022, mentre scrivo, sul ponte sventola la scheda bianca, per dirla alla Battiato, anche se contornata da bizzarre schede a nome di qualche politico e cantante (ci avviciniamo al festival di Sanremo).

A cosa porterà la prova di forza tra un centrodestra che ha la maggioranza (non qualificata, né relativa) dei grandi elettori ed un centrosinistra evanescente, per la prima volta senza numeri ed idee (se non i soliti preconcetti)?

Per il momento il centrodestra dà le carte ed il centrosinistra le spariglia.

Da domani si comincerà a fare sul serio. Si dovrà trovare la quadra su qualche persona dall’aplomb istituzionale e condiviso; termine vuoto, da riempire di a secondo degli schieramenti e delle convenienze.

Il campo di gioco si restringerà sempre di più.

Fra i tanti, si sussurrano i nomi della Casellati, Presidente del Senato, o dell’ever green Casini.

Non un gran scenario, ma sicuramente è preferibile la prima.

Il secondo, in campo da quasi 40 anni, lo abbiamo sperimentato al centro, nella DC, a destra, nell’UDC, ed a sinistra, nei DS, con risultati semplicemente non pervenuti.

Un uomo per tutte le stagioni. Un qualunquista che non avrebbe mai il coraggio e l’autorevolezza di sciogliere il nodo gordiano del CSM e di mettere nei ranghi la magistratura italiana, oramai divisa tra guelfi e ghibellini nonché in gran parte responsabile della diffusa inefficienza del sistema giudiziario.

E’ il Presidente che farebbe comodo al sistema, specialmente al CSM, perché, come diceva Don Francesco Principe di Salina, nel famoso romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, si cambia tutto affinché nulla cambi.

Staremo a vedere, con la consapevolezza che anche questo non sarà un bello spettacolo.

UGO CAMPESE