ENRICO DE AGOSTINI - PRESENTAZIONE del libro MIND e proiezione short movie MIND In primo piano
28 agosto 2023 ore 19.30 Piazza F. Torre -
Ospite di Città Spettacolo per la presentazione di MIND, un romanzo diventato successivamente cortometraggio, l'ambasciatore Enrico de Agostini concede in esclusiva a Realtà Sannita un'intervista in cui, partendo dai contenuti del volume, affronta diversi aspetti della vita culturale del Sannio e l'esigenza di agire uniti nella difesa e valorizzazione del territorio.
La proiezione di ″MIND″ nel cartellone di Città Spettacolo e la presentazione del romanzo da cui è tratto, è anche l'occasione per ampliare la conoscenza sulle tematiche legate allo sviluppo delle tecnologie, dell'intelligenza artificiale e ai relativi condizionamenti della nostra vita quotidiana. In sintesi, qual è il ″messaggio″ che ha inteso lanciare con questo volume, diventato cortometraggio?
Che non possiamo continuare a mugugnare al bar su quanto si stava meglio quando non eravamo schiavi dello smartphone e poi conferirgli, ogni giorno, una fetta maggiore di noi stessi. Negli ultimi mesi la corsa tra noi umani e l'Intelligenza Artificiale ha segnato due momenti importantissimi, entrambi a nostro sfavore: in giugno, la Neuralink di Elon Musk ha ricevuto l'approvazione delle Autorità statunitensi per condurre esperimenti su soggetti umani. Neuralink, insomma, sta facendo esattamente quello che scrissi in MIND nel 2016, solo che nel romanzo la società si chiama MINDtronics. Finora Neuralink ha condotto esperimenti soltanto su animali (scimmie, in particolare: ne sono morti oltre 1500 secondo il quotidiano inglese The Guardian) ma ora comincerà a fare sul serio, ora gli esperimenti potrà legalmente farli su di noi umani.
Il secondo?
La diffusione di CHAT GPT: le macchine si stanno impadronendo del linguaggio umano. Secondo Yuval Noah Harari (autore di Homo Sapiens e di Homo Deus) il linguaggio è il sistema operativo della cultura umana. Attraverso il linguaggio pensiamo e comunichiamo. Il linguaggio, insomma, è la nostra stessa identità, grazie al linguaggio stabiliamo il nostro rapporto con il soprannaturale. In principio erat verbum, ricordate? Se le macchine se ne impadroniranno, non riusciremo più a distinguere tra noi e loro. E loro diventeranno il nostro dio. Per tanti, lo sono già.
E allora qual è il ′messaggio′ di MIND?
Il messaggio è: sveglia, la guerra è (quasi) finita. E la stiamo perdendo!
Al di là delle parole o della bravura dei protagonisti nell'interpretarle, a dominare le scene è sempre l'ambiente circostante: il suggestivo scenario della Collina di Botticella.
Che prospettive si aprirebbero, per quel fazzoletto di Sannio, se da corto/demo ″MIND″ diventasse anche una serie TV?
Non è un caso che Francesco Vanguardi si rifugi sulla collina di Botticella. E non solo perché Botticella è una collina splendida, ma perché essa è un simbolo: anzi, è il simbolo di quello che resta della nostra umanità; perché Botticella non è solo un luogo, ma una dimensione, la dimensione umana che vorremmo recuperare. Cosa succederebbe se il mio sogno di realizzare una serie TV basata su MIND si avverasse? A me basterebbe che la consapevolezza delle potenzialità del nostro territorio servisse a salvarlo dai continui attacchi ai quali è sottoposto. Mi basterebbe, ad esempio, che la smettessero di attaccare il nostro territorio con progetti senza senso, come quello che pretende di captare le acque del lago di Campolattaro, di portarle a mille metri di quota e di risputarle giù, con evidente spreco di energia e con altrettanto evidente devastazione dell'ambiente circostante. Se questo progetto venisse approvato, dovremmo scordarci ogni possibilità di valorizzazione turistica e ricreativa dell'intera Valle.
Lo scorso anno, proprio in questi giorni erano in mostra a Monaco di Baviera i più importanti reperti archeologici dell'epoca Sannita. Una iniziativa culturale che da Console ha fortemente voluto per sensibilizzare gli studiosi sull'originalità della nostra Storia e valorizzare la bellezza dei nostri luoghi. In che modo dare ″continuità″ a quella promozione territoriale, in Italia e all'estero, del Sannio antico e moderno?
Quella del Sannio e i Sanniti a Monaco di Baviera è stata una bella avventura, che abbiamo vissuto insieme. In quella occasione ho sentito la forza di tutto il Sannio, che al di là di qualsiasi divisione campanilistica o di partito ci ha sostenuto con convinzione. I suoi musei, i suoi organi d'informazione, le Autorità, gli imprenditori: tutti hanno contribuito fattivamente. Ora si deve costruire su quella base e, se possibile, creare nuove iniziative al di fuori della nostra regione. Io ci sono.
Anche se per lavoro vive all'estero, so che segue da vicino diverse attività culturali, tra cui la ripresa degli importanti scavi di Bebiano.
È un progetto molto importante, che vede protagonisti il Comune di Circello e la Soprintendenza alle Belle Arti di Caserta e Benevento; forse riusciremo anche a riportare alla luce l'antica città che sorgeva su Botticella e che scomparve verso la metà del ‘300. Il Sannio, come qualsiasi territorio con ambizioni turistiche, ha bisogno di storie da raccontare, di solleticare la curiosità e l'interesse per il suo splendido territorio al di fuori dei confini campani. Facciamolo insieme.
In queste aree, eventi di respiro internazionale nascono solo se vi sono risorse pubbliche da spendere. In altri luoghi, è invece l'apporto attivo del privato ad elevare la qualità dell'offerta culturale. Come far capire all'imprenditore che investire in ″cultura″ produce benefici per sé e per il territorio in cui opera?
Le risorse pubbliche sono importanti quando si organizzano eventi, ma non dovrebbero mai costituire l'unica -e nemmeno la principale- fonte di finanziamento. È sbagliato addossare alle autorità pubbliche tutto il peso finanziario dell'organizzazione di eventi culturali. Ma non è nemmeno giusto pensare che gli imprenditori possano investire su attività di cui non vedono il ritorno economico. Ho organizzato molti eventi e festival culturali nel corso della mia carriera, in giro per il mondo. Quasi mai avevamo sufficienti fondi pubblici e quasi sempre siamo riusciti ad attrarne di privati. In ogni caso, abbiamo sempre puntato molto in alto, perché più è ambizioso il progetto, maggiore è il suo potenziale interesse per le imprese, che si rendono conto delle importanti ricadute in termini di prestigio e visibilità. Bisogna osare, puntare in alto, come sempre.
GIUSEPPE CHIUSOLO