Un Forum che non sfora, quello dei Vescovi sulle aree interne In primo piano
Il rispetto e l’affetto che mi legano all’Arcivescovo mi consentiranno di dirgli che un certo tipo di Forum per analizzare, discutere ed anche denunciare la crisi delle aree interne forse ha fatto il suo tempo. È stato certamente un qualificato incontro, quello del 25 marzo u.s., ma evidentemente gli argomenti trattati ormai non suscitano la stessa attenzione dei primi tempi. Basti rilevare che nessun ambiente della Stampa locale se ne è accorto.
Forse è necessario andare oltre, dire altro, in altra forma: questo lo dico anche a me stesso che sono tra coloro che ne parlano e non da ieri e non poco. Vi è chi mi dice che presto se ne occuperà anche l’intelligenza artificiale.
Visto l’incerto risultato di oltre un decennio della SNAI (Strategia Nazionale Aree Interne), inventata nel 2013 dall’ex Ministro Barca, i cui approdi ancora non si capiscono, dopo tanti studi, ricerche e prime progettazioni, sebbene sembri che al Forum dei Vescovi la si pensi diversamente e si continui a puntare sulla SNAI di Barca.
Ma quello che più conta oggi - me lo consentirà l’Arcivescovo - è che le aree interne non debbono essere guardate come territori depressi, poveri e bisognosi di assistenza, con la logica degli scorsi decenni, bensì rispettate e compensate in quanto dotate di potenzialità produttive delle quali oggi fruisce prevalentemente la fascia costiera.
In una regione come la Campania la quasi totalità dei beni naturali, assolutamente necessari al vivere civile ed alle attività economiche - quali l’acqua, le energie rinnovabili, le risorse geoambientali - nascono a monte, lungo la dorsale appenninica e vengono utilizzati soprattutto a valle e lungo la fascia costiera. Quindi i territori collinari e montani, le cosiddette aree interne, danno, danno tanto, ma ricevono quasi nulla.
Allora serve non la cosiddetta strategia SNAI ma la “logica Mattei”: cioé una filosofia come quella di Enrico Mattei, il quale settant’anni fa in Medioriente entrò in competizione con le famose “sette sorelle” delle Industrie Energetiche internazionali, che estraevano petrolio pagandolo solo con il 10% del valore, compenso che con l’azione Mattei arrivò al 50%.
Oggi l’Arabia Saudita e tutti gli Stati del Golfo Persico sono Paesi e popoli tra i più ricchi del mondo. Sarebbe il caso che il Forum dei Vescovi facesse una riflessione sulla “Logica Mattei” per analizzare quello che danno e quello che ricevono le zone interne in Campania: un po’ come avvenne allora in Medioriente. Altro che strategia SNAI…
La dorsale Appenninica da una parte e l’area metropolitana dall’area metropolitana dall’altra sono ambedue dissestate, sebbene una sembri ricca e l’altra sembri povera.
Ci dovremmo chiedere se è più grave il problema della desertificazione delle zone interne o quello dell’addensamento dell’area metropolitana: da una parte 120 abitanti per KMQ, dall’altra 3.000 abitanti per KMQ. Peraltro, nel mondo scientifico già si rileva che il caso bradisismo dei Campi Flegrei impone un alleggerimento dell’addensamento demografico di quell’area prevedendo lo spostamento verso l’interno di qualcosa come 500mila cittadini. Ma a questo punto andrebbe detto che il trasferimento non può riguardare solo le persone, ma innanzitutto le strutture e infrastrutture di servizi e di attività produttive, a cominciare dai politici e sedi universitarie. Sembra eccessivo? Ma non con la logica Mattei…
Occorre quindi un razionale uso del suolo, un organico assetto territoriale di tutta la regione.
In conclusione, mi permetterei dire che le zone interne, visto quello che danno in termini di risorse idriche ed energetiche, andrebbero quasi totalmente esonerate dal pagamento delle bollette e questo favorirebbe non solo gli insediamenti civili ma anche quelli produttivi.
Mi si dirà che io guardo troppo avanti, converrà l’Arcivescovo che il Forum, che è stato uno stupendo suo intuito a questo punto dovrebbe anch’esso guardare più in avanti, sposando la “Logica Mattei”, perché, appunto con quella logica e non tanto con la strategia SNAI, le aree interne potranno essere trattate non più da parente poveri da assistere, ma finalmente da soggetti produttivi da compensare. Da valorizzare e compensare adeguatamente,
ROBERTO COSTANZO