Unanime il Consiglio provinciale: ''No a 20mila tonnellate di rifiuti nel Sannio'' In primo piano

Il presidente della Provincia di Benevento, Antonio Di Maria, ha presieduto ieri pomeriggio il Consiglio provinciale da lui convocato d’urgenza per la trattazione dell’ordine del giorno: “Fermo Termovalorizzatore di Acerra. Nota S.A.P.NA. spa del 20 agosto 2019 prot. n. 8252 per conferimento 16.000 balle ovvero 20.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati “tal quale” provenienti dall’area napoletana presso lo Stir di Casalduni (BN). Determinazioni”.

Ai lavori erano presenti anche il presidente dell’Ente d’Ambito, Pasquale Iacovella, i lavoratori della Samte e i loro rappresentanti sindacali, nonché numerosi sindaci, amministratori locali ed, infine, i rappresentanti dei Partiti: Lorenzo Cicatiello (Articolo 1), Federica De Nigris (Sinistra Italiana), Federico Paolucci (Fratelli d’Italia), Domenico Mauro (Forza Italia), Carmine Valentino (Partito Democratico), che in precedenza si erano incontrati separatamente con lo stesso presidente presso la Sala Giunta.

Il presidente ha brevemente aperto il dibattito affermando di aver voluto convocare il Consiglio, su richiesta dei consiglieri Bozzuto e Mucciacciaro, per discutere sulla proposta della Società provinciale di rifiuti di Napoli intenzionata a portare presso lo Stir di Casalduni 20mila tonnellate di rifiuti indifferenziati “napoletani” nel periodo 31 agosto 10 ottobre per far fronte alla chiusura del TMV di Acerra per manutenzione. Di Maria, nel ribadire che di tale proposta lui non ne sapeva nulla e di averla appresa dalla Stampa, sebbene lo Stir sia di proprietà della Provincia, ha quindi lasciato la parola al consigliere delegato all’Ambiente Giuseppe Bozzuto. Questi, nel respingere immediatamente la proposta Sapna che individua Casalduni quale depositario di ben oltre la metà dell’intera produzione campana di indifferenziato, ha ribadito la illogicità della proposta, potendosi limitare Casalduni ad accogliere il solo quantitativo di indfferenziato che produce il Sannio in un anno diviso per un dodicesimo quindi al massimo un 3.000 tonnellate.

Il consigliere Lucio Mucciacciaro, confermata la sua adesione alla Lega di Salvini, ha contestato lo stesso presidente Di Maria che, a suo dire, non avrebbe tutelato il Sannio in questa vicenda. Ha affermato che a Casalduni si vorrebbero fare contemporaneamente la tritovagliatura, il trattamento dell’umido e l’accoglienza del 57% dell’intera produzione regionale di indifferenziato, il tutto mancando ogni e qualsivoglia presidio di sicurezza. “La Sapna vuole rifilare a Casalduni i due terzi della produzione regionale e questo perché, dopo l’incendio del 23 agosto 2018, l’indifferenziato sannita sarebbe stato ospitato presso lo Stir napoletano: è un falso perché molti Comuni hanno sversato a Caserta e comunque a pagamento”.

Il consigliere Claudio Cataudo ha affermato che in questa sede avrebbe dovuto solo trattarsi della crisi dei lavoratori Samte, mentre dobbiamo confrontarci con il problema della arroganza della Sapna e degli ispiratori politici di questa operazione. Ha lamentato il fatto che la classe politica nazionale e regionale del Sannio appaia del tutto assente su questa vicenda ed ha affermato di non sentirsi rappresentato, quale sannita, né dall’Ente d’Ambito né dalla Samte. “E’ un fatto gravissimo che il Sannio debba ricevere la gran parte di tutta la immondizia campana, mentre nulla viene conferito nel salernitano, nel casertano, nell’avellinese. E’ poi assurdo che Sapna chieda solidarietà visto che i rifiuti conferiti sono stati da noi pagati con tanto di fattura; che il Sannio paghi il costo delle discariche post mortem senza alcun ristoro per i cittadini sanniti che essi stessi non hanno affatto prodotto. Il problema è che molti Comuni sanniti non hanno pagato il dovuto alla Samte determinandone la crisi”.

Il consigliere Giuseppe Ruggiero, pur concordando sul fatto che anche lui non si senta rappresentato da chi ha parlato a nome del Sannio non avendone la titolarità, ha ricordato che la Regione Campania aveva finanziato il risanamento del piazzale di Casalduni per un milione di euro: perché mai la Regione avrebbe concesso tale finanziamento se non per consegnare le ecoballe in occasione della chiusura del TMV di Acerra? Il consigliere ha chiesto dunque come Partito Democratico un tavolo di discussione del Consiglio provinciale con l’Ente d’Ambito per capire quale possa essere un Piano industriale dei rifiuti nel Sannio serio. Ha infine denunciato che il Sannio si trova al centro di un attacco concentrico: per la raccolta dell’umido viene chiesto ai Comuni una cifra esorbitante, e poiché il Sannio realizza l’80% di differenziata, se ne deduce che non conviene fare la raccolta differenziata.

Il consigliere Pasquale Carofano ha confermato che non esiste la solidarietà nei confronti del Sannio perché le tariffe di conferimento dell’umido ai danni dei Comuni sanniti sono di fatto raddoppiate nell’arco di un anno. Anche l’indifferenziato costa cifre allucinanti. Occorre dunque, a giudizio del consigliere, avviare un tavolo di concertazione regionale affinchè non scattino queste tariffe esorbitanti sottolineando il fatto che esistono problemi di mancate perequazioni dei costi delle discariche “post mortem” nel Sannio e che occorre affrontare le problematiche dei lavoratori della Samte.

Il consigliere Michele Napoletano ha affermato di condividere la necessità di avere un Tavolo di confronto con la Regione Campania. Il consigliere ha solidarizzato con il presidente ed ha affermato la necessità che si ricostruiscano le strutture operative presso la Provincia ed espresso l'apprezzamento del lavoro avviato con le forze politiche provinciali.

Il consigliere Nino Lombardi ha affermato che occorre necessariamente trovare una soluzione ai problemi sul tappeto. E’, dunque, necessario che la Provincia riassuma la propria funzione centrale nel dibattito istituzionale perché non si comprende come sia stata individuato il Sannio per accogliere il 60% di tutti i rifiuti campani. “Un altro problema è che noi oggi ci troviamo difronte alla vertenza dei lavoratori della Samte per i quali non può che essere avviato la Cassa Integrazione Guadagni da parte del Ministero e/o la loro ricollocazione presso altro datore di lavoro. Noi dobbiamo avviare una trattativa regionale, in tre direzioni: un ciclo produttivo o una ricollocazione dei lavoratori della Samte; il post mortem delle discariche; ma tutto questo con la garanzia che la rappresentanza della provincia sannita debba essere affidata al presidente della Provincia”.

Il consigliere Renato Lombardi ha affermato di condividere la proposta del consigliere Ruggiero di un tavolo di confronto e propone però l’ampliamento della discussione con l’Ente d’Ambito al fine di salvare il ciclo dei rifiuti nella nostra Provincia.

Ha concluso i lavori del Consiglio il presidente della Provincia. Egli ha ricordato al consigliere Mucciacciaro di aver trovato lo Stir chiuso per l’incendio del 23 agosto 2018; che presso lo stesso Stir erano ammassate enormi quantità di rifiuti non lavorate; che la Samte era già oberata di debiti; che la tariffa dei rifiuti era già assai pesante; che l’Ente d’Ambito non era e tuttora non è operativo; che il costo delle discariche post mortem è, contro legge, a carico dei soli cittadini del Sannio sebbene i rifiuti siano di provenienza napoletana.

Abbiamo quindi affrontato una serie di problemi e qui rivendico il fatto di aver inviato la diffida di legge nei confronti della Regione per la questione del costo delle discariche. In questi mesi abbiamo fatto tantissimo: abbiamo individuato le risorse per mettere in sicurezza Sant’Arcangelo Trimonte e stiamo lavorando per riaprire il ciclo dei rifiuti”.

Il presidente ha quindi ricordato che è necessario rimuovere 14mila tonnellate di rifiuti combusti ammassati ancora nello Stir di Casalduni ed è per questo che è stato concesso un finanziamento per la piazzola atta ad accoglierli e a consentire la loro caratterizzazione. Questa misura, ha ricordato Di Maria, è necessaria per riprendere il lavoro.

Infine, ecco la proposta del presidente, sulla quale ha chiesto il voto al Consiglio: “Noi possiamo dire dunque alla Regione di poter accettare nello Stir la produzione di indifferenziato del Sannio nel periodo 31 agosto - 10 ottobre; ma non abbiamo nessuna intenzione di accettare le 20mila tonnellate che ci vuole inviare la Sapna. La Regione ci deve mettere in condizione di calmierare i prezzi dei conferimenti sopportati dai Comuni per l’indifferenziato e per l’umido; deve rimuovere le ecoballe da Toppa Infuocata; deve svolgere un Piano industriale per i lavoratori della Samte ed avviare una trattativa per risolvere questa vertenza. Il problema è che la Regione deve affrontare un tavolo di concertazione con la Provincia per far ripartire il ciclo dei rifiuti nel Sannio. Noi abbiamo bisogno di una strategia regionale chiara e precisa per la questione della bonifica delle discariche post mortem quale ad esempio quella di Montesarchio”.

Posta in votazione questa proposta, con il mandato al presidente della Provincia di rappresentarla in sede regionale, il Consiglio si è espresso favorevolmente a voti unanimi.