Via Appia Regina Viarum, al via la candidatura Unesco In primo piano

Si è tenuta a Palazzo Paolo V la riunione operativa “Via Appia. Incontri con la comunità per il futuro della Regina Viarum”, il primo di quattro incontri -uno per ogni Regione coinvolta: Lazio, Campania, Basilicata e Puglia- con gli Attori dei territori interessati dalla candidatura nelle liste del Patrimonio Mondiale UNESCO (World Heritage List), promossi dal Ministero della Cultura. Ad ospitare studiosi, autorità e rappresentanti di associazioni culturali e di categorie, l’assessore alla Cultura con delega al Patrimonio UNESCO Antonella Tartaglia Polcini: “Devo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla costruzione di questo evento. Sì, quello di oggi è un evento di un territorio piccolo, che si emoziona per questi momenti perché sono appuntamenti che resteranno scritti nella nostra storia. Noi siamo fiduciosi che la presentazione a gennaio 2023 della candidatura Unesco da parte del Ministero della Cultura -che ha voluto fortemente guidare e coordinare l'intero percorso- vada a buon fine e per questo spenderemo tutte le nostre energie. Benevento s’impegna, sia come Città che come Capoluogo di provincia, sia come snodo di un importante tratto della Via Appia, a mettere in campo tutte le sue forze e risorse -intellettuali, culturali, artistiche, professionali, didattiche, ingegneristiche, architettoniche, archeologiche…- in una costruzione scientifica, condivisa, enormemente accessibile, di un futuro di rete che la Regina Viarum già plasticamente raffigura nel suo tratto e nella sua storia. Alimenteremo la nostra visione con le immagini, perché le immagini (l'immaginario…) alimentandosi di azioni concrete, devono consentirci di elevare lo sguardo, tenendo conto di un passato luminoso che non possiamo trascurare ma dobbiamo coltivare, con l’azione concreta ed operativa”.

Ai lavori ha partecipato in prima persona Angela Maria Ferroni, archeologo, funzionario del Ministero della Cultura. Oggi la presentazione alla stampa, associazioni e portatori di interessi. Quale la tempistica del progetto e le sue finalità?

Il progetto è già a buon punto: abbiamo la presunzione di presentarlo a gennaio. Poi c'è una valutazione, i cui risultati si sapranno nell'estate 2024. L'idea è quella d’inserire la Via Appia non certo per aumentare i siti Unesco italiani, che mantiene il primato nel mondo, ma per far sì che questo riconoscimento possa portare benefici in termini d’innalzamento della Qualità della vita dei territori e delle persone. Io sono un'archeologa, ritengo che noi abbiamo il dovere di mantenere al meglio e di valorizzare quello che sta già in luce. Ed è tantissimo.

Come in ogni progettazione, per passare dall’annuncio alla realizzazione occorrono le risorse.

Ovviamente. Su questa candidatura ho chiesto al Segretario Generale del Ministero una disponibilità economica devo dire notevole: solo per la candidatura, a parte i soldi per il lavoro, il Segretario ha messo a disposizione 19,5 milioni di euro, che andranno su tutti i territori interessati dalla Via Appia, quindi in parte anche su Benevento: soldi che saranno utilizzati solo per restauri e valorizzazione, senza scavi.

I centri maggiormente coinvolti?

È una candidatura che per Unesco è un sito seriale, cioè scriviamo la Via Appia Regina Viarum intesa da Roma a Brindisi: l'Appia Claudia che qui a Benevento s’incrocia con l'Appia Traiana, che dall'Arco raggiungeva Brindisi passando lungo la costa adriatica. Abbiamo selezionato 22 tratti di strada, che ritenevamo più significativi dal punto di vista dei criteri che chiede l'Unesco e anche dei requisiti di tutela, gestione, integrità. Quindi non solo Capua, Benevento e Brindisi, ma anche tratti intermedi con insediamenti in piccoli comuni.

Lei conosce molto bene Benevento, che ormai visita da anni: cosa una città sito UNESCO non può assolutamente sottovalutare?

Avendo avuto il piacere di coordinare anche la candidatura dei Longobardi, per cui a Benevento mi sento di casa, dico sempre che questo è lavoro corale, sì, ma è un lavoro che richiede collaborazione e soprattutto sussidiarietà. Chi è strutturato, dal punto di vista delle risorse umane, dal punto di vista finanziario, eccetera, deve aiutare gli altri: è un lavoro che va fatto insieme.

Avere già un sito Unesco a Benevento, può essere un valore aggiunto per la candidatura?

Lo è sicuramente; quello che però bisogna fare è di lavorare su questi iconoscimenti. Le città che sono incluse, i territori, devono lavorare sul riconoscimento ed utilizzare questo brand internazionale per migliorare la conoscenza, per migliorare lo stato dei luoghi. Avere un doppio riconoscimento può essere un’opportunità… all'ennesima potenza. Ma deve essere colta non solo dagli amministratori ma dall’intera cittadinanza.

Un obiettivo possibile, a patto che sulla Cultura ci sia continuità nell'azione non solo amministrativa.

La cultura è trasversale. Devo dire che in 25 anni ho visto tanti cambiamenti ai vertici di giunte regionali e comunali, cambi di governo, che hanno sempre mantenuto gli impegni assunti. Se c'è un interesse, se c'è partecipazione e responsabilità da parte dell'amministrazione, la continuità ci sarà sempre.

Siamo a Benevento a presentare la Via Appia, di epoca romana; a Monaco di Baviera è in corso la mostra archeologica sul Sannio i sanniti. Quanto è importante essere parte di eventi internazionali per tenere sempre accesi i riflettori sulle nostre bellezze?

È fondamentale. Noi adesso faremo anche delle mostre itineranti, da far girare non solo in tutti i luoghi della via Appia, ma anche all'estero. Diciamo che già la candidatura in sé accende i fari: sappiamo per certo, dati alla mano, che la sola iscrizione di un sito duplica il turismo, in alcuni casi lo quadruplica, specialmente per i luoghi meno conosciuti. Oggi parleremo del piano gestione, ma il posizionamento internazionale, deve essere favorito attraverso attività di promozione e comunicazione, che non sono solo del patrimonio culturale: ci deve aiutare, ad esempio, a portare i prodotti del territorio all'estero. Dobbiamo cioè lavorare in maniera integrata sulle risorse del territorio, che insieme possiamo far conoscere e favorire la crescita economica e sociale.

I privati in che modo sono coinvolti?

Oggi li abbiamo invitati, attraverso le associazioni e i rappresentanti di categoria; nel pomeriggio abbiamo previsto una tavola aperta anche a singoli cittadini, che vogliono essere innanzitutto consapevoli di quello che si sta facendo. Tutti possono essere partecipi di questa attività, anche perché sono poi i singoli cittadini quelli che tengono pulita la città, quelli che mantengono bene un monumento, quelli che parlano bene e fanno conoscere la propria città. Non è solo una questione di istituzioni o associazioni, deve essere un lavoro corale: ripeto, dobbiamo lavorare tutti insieme. Non a caso si parla di utela: la partecipazione e il coinvolgimento anche del singolo nel mantenimento del patrimonio, perché è su questo patrimonio che possiamo fondare attività di sviluppo più alte ed anche ampliate ad altri settori.

GIUSEPPE CHIUSOLO