Antonio D'Argenio: ''La mia candidatura per una città connessa che non dimentichi mai la cultura'' Politica

Antonio D’Argenio (Benevento 1957) è docente di Discipline Giuridiche ed Economiche nella scuola superiore di secondo grado(Liceo Scientifico G. Rummo).

Ha collaborato per alcuni anni come “contrattista” con P.Macry al Dipartimento di Storia Contemporanea presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli.

Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Istituto per la Storia del Risorgimento di Benevento.

La mia candidatura a sostegno di Luigi Diego Perifano scaturisce sostanzialmente dalla constatazione del fallimento della politica (in particolare dal sistema partitico) che, ultimamente, ha smarrito la propria funzione originaria, cioè quella di elaborare e proporre ai cittadini, agli elettori, le proprie idee dentro un ambiente che rispetti il pluralismo delle stesse.

Il fenomeno della personalizzazione dei partiti è oramai praticamente diffuso pressoché ovunque.

La politica non gode di buona fama. La concezione prevalente secondo cui “politica” diventa sinonimo di intrallazzi, malaffare, astuzie, abusi di potere, è comunque conseguenza di una generalizzazione che, per quanto derivante da fatti reali, costituisce solo deviazione di quella essenziale funzione.

La politica, allora diventa incomprensibile. Ma la politica segna la nostra vita e non si può sempre restare a guardare. Perché non basta lamentarsi per migliorare le cose. Perché questa Città non ha più tempo da perdere. Ha bisogno di un cambiamento netto, a cominciare da coloro che nelle istituzioni hanno la responsabilità di rappresentare i cittadini.

La partecipazione alle prossime elezioni mi ha spinto a considerare tutto ciò ed a comprendere che la società civile deve mettere al centro delle proprie relazioni i valori morali; occorre una partecipazione popolare diretta e non retorica ma che intervenga nelle scelte che spingono ad un cambiamento serio.

Da qui il mio impegno per i beni comuni che sono riconosciuti in quanto tali da una comunità che si impegna a gestirli e ne ha cura non solo nel proprio interesse, ma anche in quello delle generazioni future.

Di conseguenza cosa si potrà fare per la nostra città? Poche cose ma impegnative.

I miei obiettivi, in sintesi, sono: una città Connessa e che non dimentichi mai la Cultura.

Il sogno è una smart city; una città digitale o città aperta, facendo quindi riferimento a una possibile evoluzione verso una sorta di ambiente urbano ad alta tecnologia dove partecipazione e inclusione sociale sono le caratteristiche principali.

Una «città intelligente», con lo scopo di semplificare la vita dei cittadini e delle imprese, nelle abitazioni, negli uffici e nei luoghi pubblici.

Una città sostenibile, indicando una comunità urbana integrata con i criteri di efficienza economica ed equità socio-ambientale che diventano principi guida per una città confortevole, più pulita e più sicura e che garantisca l’uso sostenibile delle risorse, la difesa e la rinnovabilità del patrimonio naturale.

Una città che dovrà avere forti accenti su scopi di inclusione sociale, da raggiungere per i diversi tipi di residenti urbani nei confronti dei servizi pubblici. Occorre la convinzione che la mancanza dell’industria tradizionale deve essere sostituita, se non integrata, da quella creativa per la crescita urbana di lungo periodo.

In questo modo, quindi, si potrebbe superare l’antico storico svantaggio!

Da ultimo, per fare ciò, però, occorre una coesione sociale che coinvolga tutti. Basta litigiosità di bassa lega. La parola d’ordine deve essere “Dialogo”!

Puntare soprattutto sui nostri valori e sulla nostra storia millenaria; valori che dovranno essere gestiti da una classe dirigente improntata al coraggio di restare e puntare sulle nuove figure professionali.

Puntare sulle Persone; aver cura delle Persone. Utilizzare il rinnovato Terzo Settore per curare il Sociale, sempre in testa alle priorità!

Essere consapevoli che nei prossimi cinque anni si gioca una partita decisiva per il rinnovo delle amministrazioni pubbliche.

Partire dalla Storia per raggiungere il Futuro!”. 

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