Capire la legge, per un voto consapevole Politica

Il “Rosatellum” prende il nome dall’ispiratore della legge elettorale Ettore Rosato, all’epoca del Partito democratico a guida Renzi, che ideò alcuni meccanismi per impedire al Movimento 5 Stelle di arrivare al Governo. Non essendo stata modificata, è la legge con cui gli italiani il 25 settembre sceglieranno i membri del nuovo Parlamento. La legge è un mix maggioritario / proporzionale, con 345 parlamentari in meno rispetto al 2018: dopo la riforma del taglio dei parlamentari i deputati sono passati da 630 a 400 mentre i senatori da 315 a 200.

Come funziona. Dopo il ridisegno dei collegi elettorali, saranno 221 - 147 per Montecitorio e 74 per Palazzo Madama - quelli “uninominali”, dove vince il candidato che ottiene più voti attraverso appunto il sistema dell’uninominale secco. Collegi nei quali i partiti politici hanno una forte motivazione a coalizzarsi, al fine di trovare un candidato molto forte, in grado d’imporsi sugli avversari. Gli altri 367 parlamentari -245 deputati e 122 senatori- sono invece eletti in proporzione ai voti ricevuti dai singoli partiti, a livello nazionale, col meccanismo dei listini “bloccati”.

Rappresentatività. Sono anche previste delle soglie di sbarramento: per essere eletto, la lista dovrà ottenere almeno il 3% su base nazionale. In coalizione con altre, quest’ultima dovrà ottenere almeno il 10%.

Come si vota. La scheda elettorale è divisa in due: da una parte, per ogni coalizione - o lista singola, se non alleata - il nome del candidato al collegio uninominale e, accanto ad ogni simbolo, una breve lista bloccata di candidati che lo sostengono. Non sono previsti i voti di preferenza. Basta mettere un segno su un simbolo della lista o sul nome del candidato della lista uninominale. Non è permesso il voto disgiunto. Se si vota un partito all’uninominale, lo stesso si dovrà votare al proporzionale.

Rischio astensione. Alle elezioni politiche del 2018 si recarono alle urne il 73% degli aventi diritto, quindi un’astensione del 27%. Tale soglia, al momento è data da tutti i sondaggi al 40%. Sono loro, gli elettori indecisi, che determineranno la vittoria o la sconfitta del centrodestra, centrosinistra, 5stelle o terzo polo. L’ultimo sondaggio Swg-La7 - un campione di 1200 soggetti maggiorenni, residenti in varie regioni italiane, margine di errore del 2,8% - vede Fratelli d’Italia al 23,8%, Partito Democratico al 23,3%, Lega al 12,5%, Movimento 5 Stelle al 10,4% (+0,4%), Forza Italia all’8%, Verdi e Sinistra Italiana al 3,7%, Italexit con Paragone al 3,3%, Impegno Civico all’1,4%, Italia Viva al 2,9%, Noi con L’Italia all’1%, altre liste 3,2%.

GIUSEPPE CHIUSOLO