Caso Boccalone, Maglione: ''Ennesimo errore amministrativo di Di Maria'' Politica

L’intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sulle nomine di Nicola Boccalone, come commissario straordinario dell’Asea e direttore generale della Rocca, ha reso fin troppo evidenti tutti i limiti della gestione amministrativa del presidente della Provincia Antonio Di Maria e che io già da tempo avevo rilevato”. Così in una nota il deputato M5S Pasquale Maglione.

Dopo che l’Anac ha dichiarato illegittime le nomine di Boccalone perché incompatibili con le norme anticorruzione - prosegue il deputato - Di Maria ha affidato gli incarichi alla responsabile anticorruzione cui sarebbe spettato segnalare l’illegittimità di quelle nomine. Al danno si aggiunge quindi la beffa, dal momento che chi doveva vigilare sul rispetto delle norme non solo sbaglia ma viene anche promosso”, rileva Maglione.

“D’altronde questo è il metodo che piace a Di Maria - incalza il deputato - come peraltro dimostra il clamoroso licenziamento dell’ex segretario generale della Rocca, Franco Nardone, che era stato il primo a segnalare l’irregolarità degli incarichi di Boccalone. Ma non è la prima volta che il presidente della Provincia dimentica le norme sulle assunzioni. Ce lo ricorda il caso della remunerazione riconosciuta a Renato Parente come proprio capo staff, benché Parente fosse anche consigliere comunale e quindi non potesse ricevere la doppia indennità. Alla luce di quanto avvenuto, sembra quindi opportuno ricordare al presidente Di Maria che il suo ruolo non è costruire liste per il suo mentore né tantomeno dedicarsi alle inaugurazioni di opere, semmai pure appartenenti a vecchie programmazioni, ma di gestire la Provincia secondo la legge dello Stato e non secondo una infelice interpretazione delle stesse”, conclude Maglione.