Conoscere Rocca San Felice. Tra palazzi nobiliari e storie di fantasmi che peccato l'assenza di souvenir Politica

Per arrivare nell'Assisi di Irpinia, occorre superare Gesualdo, quindi Torella dei Lombardi e ritrovarsi cosi' in questo graziosissimo centro medievale, completamente ristrutturato dopo il sisma dell'Ottanta, di incomparabile bellezza.

Rocca San Felice, la bomboniera d'Alta Irpinia, è un minuscolo centro circondato dal verde, sulla cui piazza centrale si affaccia una graziosa fontana e delle botteghe ornate di targhe con scritte anticate ad arte. Sulla piazza principale spicca un tiglio.

Peccato tornare da questo bellissimo paese senza la possibilità di portare con sé un oggettino, un ricordino di qualsiasi tipo. Probabilmente, se si fosse trovato in Piemonte, o in Trentino, sarebbe stato invaso dai turisti. Questione di promozione, di una mentalità volta al turismo spesso manchevole nelle nostre zone, seppure cariche di storia e di ricchezze. Ottima, poi, la cucina locale.

Il tour ideale, prima di visitare questo comune della valle di Mefite (Mefite è la dea dell'abbondanza e della fertilità, il cui culto nell'antichità era piuttosto diffuso in queste zone), è quello di fermarsi a visitare i bellissimi e stupefacenti castelli dei comuni prima citati: appunto Gesualdo e Torella dei Lombardi.

Quello che stupisce, a Rocca San Felice, è che un comune così piccolo racchiuda in sé una quantità impressionante di palazzi nobiliari, tutti accuratamente segnalati da graziose insegne bilingue (italiano-inglese) che ne tratteggiano le caratteristiche fondamentali.

Legata alla rocca che svetta in cima al paese è la storia infelice di Margherita d'Austria, riportata da “L'Espresso Napoletano” (Anno 12 - n° 1 - Aprile 2012): “Negli ambienti della fortezza di Rocca San Felice trascorse parte della sua prigionia Enrico VII di Germania, figlio primogenito di Federico II di Svevia e di Costanza d'Aragona. Eletto re di Germania nel 1220, a soli nove anni, per volere del padre crebbe nella Germania feudale, a corte, fra i cattivi consigli e lontano dalla famiglia.

La sua presenza sul trono tedesco era diventata una nuova speranza, per Federico, di realizzare il sogno di unire concretamente il Regno di Germania con quello di Sicilia. Sogno che fu infranto quando Enrico, maggiorenne, si dimostrò irrequieto e sovversivo.

Enrico aveva sviluppato, infatti, nei confronti del padre un odio lacerante acuito dalla lontananza. Lo scontro tra padre e figlio fu quindi inevitabile quando Enrico, spinto dall'aristocrazia tedesca, si rese promotore di una lotta serrata contro il regime imperialistico di Federico.

Alla fine del 1234, Federico apprese con costernazione che Enrico si era alleato con il suo più temibile nemico: la Lega Lombarda. Tutto ciò voleva dire alto tradimento ed Enrico fu deposto e condannato a morte dopo un processo sommario. Solo in un secondo tempo Federico fece commutare la condanna in carcere a vita, dando così avvio al peregrinare di Enrico per le varie fortezze del regno di Sicilia tra le quali anche quella di Rocca San Felice, dove fu rinchiuso per sei anni, prima di morire nel 1242 durante un trasferimento a Martinaro, cadendo da un dirupo, forse suicida.

Ad accompagnarlo, seppure solo a distanza, nei suoi spostamenti vi era sua moglie, Margherita d'Austria, che, avendo perse le tracce del marito prese a girare per giorni nei dintorni del castello di Rocca di San Felice alla ricerca di notizie del suo amato.

Ancora oggi, secondo un'antica leggenda, nelle notti di luna piena è possibile intravedere il fantasma della bella dama che si aggira tra le mura della rocca alla ricerca di Enrico”.

Nel mese di agosto a Rocca si svolge una rievocazione in costume d'epoca della vicenda di Margherita d'Austria, con conferenze, spettacoli di piazza, un corteo in abiti d'epoca, momenti musicali, giochi medioevali e giochi di ruolo, rievocazione del duello medievale, taverne, osterie ed altro.

LUCIA GANGALE

Altre immagini