Del Vecchio chiede le dimissioni di Valentino dalla carica di segretario provinciale del Partito Democratico Politica

Chiedo a Carmine Valentino di rassegnare le dimissioni dalla carica di segretario provinciale. Il Partito Democratico del Sannio è ormai nelle mani di un ristretto gruppo di dirigenti, i quali agiscono con poteri commissariali come se fossero in possesso di un titolo di proprietà sulla nostra comunità politica. Vige una totale assenza di regole, di trasparenza e di controllo statutariamente garantiti”. Così Raffaele Del Vecchio, membro dell’Assemble nazionale PD.

Considerare qualsiasi opinione dissonante quale vero e proprio delitto di lesa maestà - attacca Del Vecchio - ha determinato che anche un minimo conato di dialettica interna debba essere soffocato sin dal principio in modo da evitare il propagarsi delle idee “diverse” tra gli iscritti, al solo e chiaro scopo di preservare consolidate rendite di posizione. Qualsiasi iniziativa tesa a ripristinare un minimo di correttezza e di rispetto del pluralismo viene liquidata con disprezzo ed arroganza.

Il sistematico ricorso all’aggressione verbale anche sulla stampa e alla ritorsione verso chiunque abbia pensieri diversi, è teso a sconsigliare di esprimere dissenso. Gli organismi risultano letteralmente azzerati, il dibattito interno totalmente annichilito, le voci di dissenso soffocate. Una gestione padronale e autoritaria che ha allontanato dal Partito la maggior parte dei nostri amministratori locali e dirigenti politici.

Risulta intollerabile, poi - aggiunge -, l’auto commissariamento di fatto del segretario provinciale, il quale a seguito della rovinosa sconfitta elettorale alle ultime elezioni comunali di Sant’Agata de’ Goti - dove si era candidato a sindaco dopo aver fatto cadere il sindaco del PD in carica, Giovannina Piccoli - si è letteralmente eclissato. Ma non si è dimesso ed ha delegato completamente le proprie funzioni al vicesegretario e a una coordinatrice, che stanno completando con inaccettabile arroganza l’azione di distruzione dell’unità del Partito.

Quello che è accaduto poi in occasione dell’Assemblea provinciale di ieri è inaudito - sottolinea Del Vecchio -. Così come risulta inaudito che siano stati esclusi dal tesseramento interi circoli e conseguentemente dichiarati decaduti dagli organismi i dirigenti politici regolarmente tesserati presso quei medesimi circoli. Si procede nella piena illegittimità, nella totale assenza di trasparenza, di correttezza e di controllo, come del resto rilevato dal segretario regionale in una nota dal contenuto inequivocabile. E non aver sentito il dovere di rispettare le indicazioni di Leo Annunziata è stato un atto di irresponsabilità senza precedenti.

Questo non è più un Partito, o almeno non è più il nostro Partito Democratico”.

Da qui le conclusioni: “Liberarlo da queste incrostazioni e rifondarlo totalmente per ricostruire una comunità politica unita e solidale che torni ad essere utile al territorio sarà il nostro impegno”.