Elezioni politiche 2022: verso il 25 settembre Politica

Non solo le vacanze estive ma anche la necessità di rispettare rigorosamente la complessa tessitura delle candidature nei nuovi collegi sono la causa dell’incredibile ritardo con il quale stenta a partire l’affondo decisivo della campagna elettorale.

Il lettore troverà a pagina 5 del n° 14 del quindicinale Realtà Sannita la costituzione dei collegi e le candidature interessanti il territorio della provincia di Benevento. Sono stati approntati i fac-simile delle schede che l’elettore si troverà tra le mani domenica 25 settembre e sulle quali dovrà limitarsi a mettere una croce.

E’ difficile spiegare il meccanismo che gli autori di simile “capolavoro” hanno inventato. Si sa che non si possono esprimere preferenze e che un voto dato ad una lista plurinominale si accoppia automaticamente all’uninominale.

E’ la seconda volta che si voterà con la legge elettorale Rosato (il cosiddetto Rosatellum”) che contempla un sistema elettorale misto in parte uninominale e in parte proporzionale. Un terzo del Parlamento sarà eletto con il sistema uninominale (chi prende più voti) e due terzi saranno eletti con il sistema proporzionale.

E’ la prima volta che si eleggeranno i membri del Parlamento dopo la riforma del 2022. Quest’ultima ha modificato gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, riducendo il numero di membri della Camera dei deputati da 630 a 400 e del Senato da 315 a 200.

E’ anche la prima volta che è sufficiente la maggiore età per esprimere le proprie preferenze anche al Senato. Infatti è stata abrogata con una legge costituzionale la norma che imponeva il compimento del 25esimo anno di età per poter partecipare alle elezioni del Senato.

Diremo allora che il 25 settembre 2022 si vota dalle 7 alle 23, alla fine delle operazioni elettorali si avvia lo spoglio delle schede.

Quindi notte di fuoco, tutti davanti alla TV e a smanettare con i cellulari.

L’esercizio del voto è un diritto e un dovere. Il nostro invito ai lettori e alla pubblica opinione in genere è quello di andare alle urne. L’abbassamento delle percentuali di chi vota rispetto agli aventi diritto non ha portato ad alcun miglioramento della classe dirigente approdata in Parlamento.

Indagare sulle cause della disaffezione sarebbe troppo complicato. L’unica certezza che abbiamo, per non lamentarci lunedì 26, è di aver rispettato la Costituzione avendo esercitato uno spicchio di sovranità: il voto, espressione della “sovranità”.

MGF