I banali 'perchè' della vita quotidiana Politica

Una pubblicità si chiede perplessa: “I veri perché della vita sono ancora «Chi siamo? Dove andiamo?» o non invece - più banalmente forse - «Perché devo pagare quando prelevo con il mio bancomat?»

E, a ben considerare, sono questi gli interrogativi più ricorrenti. Le semplici domande che ognuno in cuor suo si pone quasi ogni giorno. Proviamo a sceglierne alcune, che nelle nostre città sono abbastanza usuali.

Perché quando andiamo al bancomat la signora o il signore che ci precede tira sempre fuori dal portafoglio due o tre carte? E perché prima del prelievo deve inserirle tutte, controllare estratti conti e disponibilità ed impiegarci una vita prima di uscire?

Perché, mentre siamo in fila al supermercato con il nostro carrello, compare spesso una vacchina che, sorridendoci dolce e facendoci vedere solo un po’ di verdura, chiede di poter passare per prima? E perché, immancabilmente, scopriamo che la signora non ha pesato la merce e, quindi, la cassiera si deve alzare, impiegare una vita a tornare per fare l’operazione di pesatura? E poi come mai l’anziana cliente paga con una banconota da 50 euro, la cassiera non ha moneta di resto e quindi……?

Perché in tutti i quartieri di Benevento, senza alcun riguardo al censo e all’istruzione degli abitanti residenti, le campane di vetro sono sempre circondate da una marea di buste multicolori? Operazione richiesta per scendere dall’auto e smaltire regolarmente il vetro circa 60 secondi. Chi mai sono questi nostri concittadini così indaffarati da non poter utilizzare 60 preziosissimi secondi del loro tempo per adempiere ad un elementare dovere civico? Tutte partorienti con le doglie? Tutti cardiologi in fase di emergenza?

E, sempre in tema di tempo preziosissimo, chi non può rinunciare ad entrare in ascensore con la sigaretta accesa? Tempo cronometrato dal vano garage all’attico del settimo piano: 50/110 sec. Perché è così vitale usufruire di un’ultima sbuffata di fumo a danno dei condomini?

Perché individui dall’animo tanto nobile da amare ed allevare con cura un animale domestico (cani, in particolare), sono così carenti di attenzione nei confronti dei loro simili (stessa razza: Umana, come diceva Eistein!) da far diventare viali e traverse dei quartieri veri e propri “cacatoi a cielo aperto” (e mi scuso per l’espressione un po’ forte!) tanto da costringere tutti a veri slalom per evitare di pestare il “prodotto”?

Forse ad una delle grandi domande “Chi siamo?” possiamo già dare una risposta: dei gran maleducati!

LUIGI PALMIERI

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