Il lancio dei rifiuti... ma l'insozzare non è un gioco Politica

Parafrasando e giocando, con somma deferenza e rispetto, con Ungaretti viene da pensare che i camminatori sono come le foglie in estate. La bella stagione infatti, al contrario dei soldati che imbrunano e cadono, risveglia con l’aria rigenerata il “friccico ner core”, accarezza le schiene con il soffio dello sbattere d’ali, sfiora e lusinga le rètine degli occhi con i verdi dalle tonalità iridescenti. Un tripudio d’allegri romori, d’odori e tinte che invogliano anche i più sfaticati a mettersi in tenuta da passeggio e lanciarsi per boschi e sentieri.

Ma ahimè, l’impatto non è dei migliori. Prima nascosti tra la baldanza dei rovi e l’intreccio casto dei rami e delle foglie, poi più avanti in maniera più disinibita, appaiono involucri multicolori e relitti d’ogni genere a manifestare, e restituire al passante, un’insofferenza e un’inquietudine mal trattenute.

Dopo qualche giorno, e in seguito all’unica pulizia annuale che affrontano gli enti vocati e dissestati, peraltro condotta in maniera sommaria, emerge una ben altra realtà, fatta di vetri, plastiche, ferro, mobili ed elettrodomestici.

In una delle mie rare passeggiate, lungo una stradina, contrassegnata da una piccola tabella come Sp218, che con il Vallone Concilio segna il confine tra le Province di Benevento e di Avellino, ho notato, nella scarpata, anche la presenza di tubi di amianto a sezione quadra, che nella loro vita fungevano da canne fumarie dei camini. Comunemente questi luoghi li apostrofiamo come discariche a cielo aperto.

Non c’è un’area pedonale su questa strada tortuosa e di angusta larghezza, anzi è pericoloso passeggiare perché soprattutto d’estate è molto trafficata. Ma la sua bellezza antica, o semplicemente la memoria d’una remota innocenza, prevalgono e, con la dovuta sagacia, si può godere dell’alternanza protettiva d’ombre e spiragli di luce, che creano un’attrazione irresistibile.

A sentire qualcuno di coloro che giornalmente camminano su questa strada, che da San Nazzaro conduce a Sant’Angelo a Cancelli (frazione di Pietradefusi), si tratterebbe non solo di un fatto consolidato ma anche, come dire, strutturato, come se una tacita intesa acconsentisse la pratica di chi versa illecitamente.

Gran parte dei rifiuti provengono da uso domestico, ma l’esposizione in genere all’occhio allenato potrebbe anche far intravedere una sorta di sofisticata composizione, e altre volte una riproposizione di un’ambientazione familiare, realizzata con coppe, piatti e posate di plastica colorate, e finanche con un divano in similpelle, una lavatrice, un frigorifero e un televisore, rigorosamente con tubo catodico.

Altre volte, raccontano ancora (non i rifiuti ma i passanti), soprattutto d’estate, quando tra l’altro avvengono adeguamenti e piccole ristrutturazione nelle case, la china della strada è ricettacolo di scarti di profilati d’alluminio, legno, ferro e vetro, così come di rifiuti di demolizioni di murature e/o svellimento di pavimenti, ed altro ancora, come tubi, secchi di vernice e lattine varie. Una terra di nessuno, né dei proprietari né di coloro che dovrebbero tenere in sesto e pulire (e non solo per legge), le scarpate delle strade, né tantomeno i distratti passeggiatori.

“E’ una situazione già nota alle autorità, in passato poi le pulizie, una tantum, sono state fatte - ribadisce una bionda signora, ansimante e madida di sudore, incontrata durante la passeggiata -. Ma era stato promesso più volte o di installare delle fototrappole, perlomeno nei punti incriminati. Sarebbe stato un deterrente. Macché!”.

Ci rendiamo conto allora di essere impotenti, o forse incapaci, di risolvere queste situazioni, ma capiamo pure che non bastano, perché sono insufficienti, gli slogan sensibilizzatori tipo “Se lo abbandoni, il rifiuto sei tu” per combattere le pessime abitudini, né le operazioni creativo/commerciali, per indicare ai cittadini i propri obblighi; è necessario risvegliare, invece, con la dovuta fermezza, come un obbligo perseguibile, quel sentimento alto che dovrebbe inibire qualsiasi persona civile dal lasciare sul margine delle strade, nei dirupi, nei giardini, sulle sponde o nei letti dei corsi d'acqua sacchi di spazzatura, materassi dismessi, suppellettili ed elettrodomestici.

UBALDO ARGENIO

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