Politica e giovani, come affrontare il gap Politica

A circa venti giorni dalle elezioni, una percentuale spaventosamente alta (39.1%) di giovani under 35 dichiara di essere indecisa o di astenersi dal voto. L’astensionismo è un problema che in Italia viene storicamente attribuito alla dilagante sfiducia nei confronti delle istituzioni, che diversi fanno risalire all’inchiesta “mani pulite”, ma che in realtà trova le sue radici in un momento di generale di crisi delle democrazie pluraliste, che ha tra le sue conseguenze l’ascesa del populismo nel mondo occidentale. In ogni caso, il problema in Italia riguarda specificatamente i più giovani per motivi principalmente demografici. Secondo l’ISTAT la fascia di potenziali elettori tra i 18 e i 34 anni è composta da 10.3 milioni di persone, quella tra i 34 e i 54 da 16.6, e quella degli over 55 da ben 22.8 milioni. La sproporzione del bacino elettorale porta i partiti (tipicamente a destra, ma si tratta di un fenomeno comune a tutte le forze politiche) ad accattivarsi i voti della fascia più anziana della popolazione, a discapito dei più giovani (meno della metà rispetto agli over 55). Dalla modifica della legge Fornero agli aumenti delle pensioni, sono diversi i provvedimenti che di fatto sposterebbero risorse da una categoria all’altra, ostacolando l’implementazione di politiche a lungo termine.

Ma il gap tra i più giovani e la politica italiana è riscontrabile in diversi avvenimenti, diverse sfumature che sono il segno evidente di una criticità che va affrontata. Penso ad esempio ad un emendamento proposto al Senato, presentato un mese fa da Alessandra Maiolino, che riguardava l’adozione di “formule e terminologie che prevedano la presenza di ambedue i generi attraverso le relative distinzioni morfologiche, evitando l’utilizzo di un unico genere nell’identificazione di funzioni e ruoli, nel rispetto del principio di parità tra uomini e donne”. In breve, nei documenti ufficiali, invece di “Onorevoli colleghi” sarebbe dovuto comparire “Onorevoli colleghi e colleghe”, o ancora ad esempio “La Presidente Casellati”, evitando di dare per scontato che lo standard sia maschile (il così detto “maschile sovraesteso”, diverso dal maschile neutro previsto grammaticalmente dalla lingua italiana). La modifica è stata votata in segreto, su richiesta di Fratelli d’Italia, e non ha raggiunto la maggioranza assoluta. Non si trattava di una modifica di stampo “progressista”: in tutti i contesti sociali e aziendali odierni è la norma, per giovani e “giovani adulti” è la norma, specie in contesti formali. Eppure non ha trovato spazio in Parlamento, segno di una distanza preoccupante tra istituzioni e società. Un’Italia scissa, a due velocità.

In ogni caso la risposta non è di certo l’astensionismo, una presa di posizione è oggi più urgente che mai, specialmente per le fasce più giovani di età. Quindi andremo ora ad analizzare le proposte per i giovani che le principali coalizioni hanno indicato nei loro programmi elettorali.

Europeisti, Noi di centro - Mastella

Partendo dalla nostra realtà locale troviamo la lista Europeisti, Noi di Centro. Da un punto di vista economico, la linea è quella di rimuovere gli ostacoli a investimenti e crescita nel settore delle imprese, con un occhio di riguardo all’imprenditoria giovanile, per la creazione di nuovi posti di lavoro. Viene affrontata la dicotomia ambiente - sviluppo, vista in un’ottica di coesistenza e non di conflitto, ottica dettata proprio dalla recente ondata di attivismo giovanile in ambito ecologista, che trova terreno fertile proprio nei contesti più economicamente sviluppati. Infine, il punto principale della campagna è la questione del mezzogiorno, con proposte atte ad un uso efficace delle risorse, specialmente dei fondi europei, al fine di combattere spopolamento e disoccupazione giovanile.

Centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Noi moderati)

Le proposte puntano principalmente a favorire il ricambio generazionale rendendo più flessibile l’accesso alla pensione e supportando l’imprenditoria giovanile con un sistema di incentivazione per le start up. Finanziamenti specifici andranno a giovani agricoltori e artigiani e al mondo dello sport, visto come strumento di crescita e promozione di stili di vita sani. Saranno inoltre incentivate esperienze formative e lavorative all’estero per giovani laureati e diplomati e sarà reintrodotto un sistema di prestito agevolato per gli universitari (da restituire al termine degli studi).

Centrosinistra (PD, Alleanza Verdi Sinistra, +Europa, Impegno Civico)

Il centrosinistra punta su una dote di 10 mila euro erogata ai 18 anni in base all’ISEE familiare, sul sostegno dell’acquisto della prima casa e su un contributo di 2 mila euro per l’affitto di studenti e lavoratori under 35. Sono inoltre previsti: abbassamento dell’età del voto a 16 anni, approvazione di una legge per il voto fuorisede, trasporto pubblico locale gratuito, piano di assunzione dei giovani nella pubblica amministrazione, previsioni di garanzia per i giovani che hanno carriere discontinue, sostegno economico ai consumi culturali, azzeramento contributi per le assunzioni a tempo indeterminato fino ai 35 anni e detrazione dell’IRPEF del 50% a tutte le start-up per gli under 35.

Terzo Polo (Azione e Italia Viva)

Calenda e Renzi hanno alcune proposte in linea con il centrosinistra come: voto fuorisede, detassazione dell’IRPEF totale (non solo sulle star-up) fino ai 25 anni e riduzione del 50% fino ai 29 anni, ricambio generazionale nella pubblica amministrazione e contrasto all’uso improprio dei tirocini extra-curriculari. Inoltre è previsto un aumento del numero di lauree abilitanti e professionalizzanti e l’introduzione di rimborsi spese per praticanti e tirocini, sostegno agli under 35 per pensioni integrative, un piano a burocrazia zero per i giovani che aprono nuove attività nelle aree montane e rurali e nei settori artistico-culturali. Inoltre uno slogan/promessa elettorale “Per ogni euro speso per gli over 65 deve corrispondere almeno un euro speso per gli under 35”.

Movimento 5 Stelle

Il M5S propone un forte contrasto al precariato giovanile, con agevolazione dei contratti a tempo indeterminato, stop a stage e tirocini gratuiti (prevedendo compenso minimo e riconoscimento a fini pensionistici), “Pensione garanzia giovani” per persone con percorsi di lavoro intermittenti (misura voluta anche da Letta), incentivi all’imprenditoria giovanile e sburocratizzazione delle start-up. Sono ancora presenti: proposte per la stabilizzazione degli sgravi per comprare la prima casa per gli under 36, l’estensione del voto ai 16enni e un sistema di incentivi per il ricambio generazionale nel settore agroalimentare.

ANTONIO SPINA