Quando la colpa è anche nostra... Johnny Stecchino e il traffico di Benevento Politica

Molti ricorderanno il famoso duetto in 'Johnny Stecchino', uno dei capolavori di Roberto Benigni, dove il bravissimo Bonacelli, interprete dello 'Zio di Maria', Nicoletta Braschi, descriveva a 'Dante' Benigni, nel suo arrivo in Sicilia, di come una città così bella fosse famosa nel mondo anche per qualcosa di negativo, da tutti conosciuto come il suo principale problema: il traffico.

Immaginare un’ironia simile per Benevento può sembrare distante, se non altro per le dimensioni del problema - naturalmente parliamo di traffico - circoscritto ad un centro abitato di qualche decina di migliaia di abitanti. Ma introdurre nelle sue corrette proporzioni un tale argomento forse può essere un contributo alla comprensione di un fenomeno che, ultimamente, sta evidenziando una tendenza non positiva, segnalata da qualche indicazione di aggravamento.

Solo nell’arco di dieci giorni, in particolare nel Rione Libertà, si sono susseguiti una serie di incidenti e scontri tra mezzi, davvero poco confortanti per la percezione di sicurezza del transito quotidiano di veicoli e pedoni. Il 2 maggio uno scontro tra uno scooter ed un auto in contrada Epitaffio, il 4 maggio un incidente stradale con due feriti in via Napoli, il 7 maggio, ancora nel Rione Libertà, un 19enne investe un uomo che attraversa la strada ed il 12, cinque giorni dopo, un auto si ribalta.

Certo si potranno raccogliere dati e confrontare il fenomeno verificando, magari, che la circostanza è fortuita e che la ripetitività di questi eventi è tale che, nella media, il tutto ricada nella normalità. Ma la sostanza del problema potrebbe non essere questa, forse perché si dovrebbe considerare, piuttosto, il grado di percezione comune di questo elemento nella nostra città e quanto tutto ciò sia considerato anomalo, per una sana e corretta vivibilità della spazio urbano; chiedendosi inoltre a chi appartengono le responsabilità.

Certamente va detto che tutti questi episodi non hanno, per fortuna, portato a conseguenze troppo gravi nelle persone coinvolte. Tuttavia potrebbe non essere sempre così e attendere il caso più grave, per pretendere risposte, è un atteggiamento di sicuro poco prudente. Intanto sulle responsabilità: si parla proprio in questi giorni di piani traffico e cambi di senso di marcia su alcune vie, sollevando polemiche e discorsi.

Siamo sicuri che basti un piano traffico o più vigili urbani per risolvere la questione? Questi sono due tra gli argomenti che vengono immediatamente alla mente di tutti per dare una risposta al problema, addossando ad altri - come al solito le istituzioni che non funzionano - la fonte e la ragione di tutti i mali. Di contro un altro atteggiamento utilizzato a volte dalle istituzioni è quello di dimostrare di possedere, grazie a questi stessi strumenti, la soluzione immediata, salvo a posteriori evidenziarne le difficoltà dell’intraprenderle per mille ragionevoli motivi.

Viene da chiedersi ma i pedoni e gli automobilisti, che quelle strade le calcano ogni giorno in massa ed in modo così disordinato, non hanno anche loro una responsabilità? E’ necessario attendersi sempre la soluzione delle cose dall’alto e non discutere mai di se stessi e dei propri comportamenti di comodo? Una prospettiva diversa ci pone l’obbligo di non cadere nelle facili discussioni dove alla fine la colpa è sempre di qualcun altro. Basta guardare alle proprie condotte che, spesso, vanno al di là di ogni norma di buon senso, non solo di quella stradale.

Secondo alcuni è plausibile e giustificabile sostare in doppia fila, perché un urgenza personale improvvisa ce lo impone. Questa azione è già di per sé un’infrazione al codice, ma qual è il senso di due auto che parcheggiano in doppia fila nello stesso punto restringendo lo scorrimento ad una sola auto per volta? O la normalità con la quale spesso si vedono auto imboccare strade in senso inverso rispetto a quello obbligato? Oppure la consuetudine comune di sostare sui passi carrabili impedendo per ore ad altri di uscire di casa con la propria auto? O ancora all’inutilizzo delle strisce pedonali, peraltro davvero poco visibili e non segnalate?

Forse oltre che investire in piani traffico e nuovi vigili urbani bisognerebbe adottare campagne di informazione e di educazione civica e stradale. Raggiungere una consapevolezza potrebbe esserci più utile di quanto crediamo a migliorare le nostre vite.

LUIGI RUBINO

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