AIROLA - Quel pasticciaccio brutto dell'IC Vanvitelli Società

Da un giorno all’altro si è abbattuta una tegola sulla scuola IC L. Vanvitelli di Airola. Infatti l’amministrazione comunale ha comunicato che entro il mese di maggio l’edificio scolastico dovrà essere sgombrato perché dovrà essere abbattuto per poi essere ricostruito, avendo il comune ottenuto un finanziamento con tale destinazione. Tra i docenti, alunni e genitori del comune di Airola, sconforto, delusione e rabbia per l’atteggiamento considerato cinico, incauto e, per molti che hanno avuto modo di seguire bene le vicende delle ultime settimane, “irresponsabile dell’Amministrazione”.

Sulla questione, dopo una serie di incontri nella sede della scuola, nel pomeriggio di sabato santo, è stato celebrato anche un consiglio comunale a cui hanno partecipato docenti e genitori, che hanno manifestato le preoccupazioni per gli effetti che derivano dalle decisioni di un imminente abbattimento dell’edificio scolastico IC L. Vanvitelli.

Tuttavia, e la questione appare ancora più strana, è che per adesso nulla è stato deliberato, ed infatti, tutt’ora non vi è un’ordinanza ufficiale da parte di “Palazzo Montevergine, ed anche il consiglio non ha deliberato nulla di ufficiale. Eppure, l’improvviso e non preavvisato ordine di sfratto sarebbe vicino per tutti gl’inquilini dell’edificio scolastico, anche se procrastinare i lavori, affermano gli assessori della maggioranza, significherebbe perdere quei finanziamenti per un nuovo progetto di una scuola moderna ed efficiente.

Si tratterebbe di un intervento per il “bene della Comunità”, minimizzando, sempre gli assessori, che basterebbe, dai giorni a venire per i prossimi due, tre, quattro anni, se tutto va bene, che famiglie, alunni, docenti, personale ATA e tecnico amministrativo, facciano qualche sacrificio.

Sacrifici che in pratica, consistono nell’adattarsi, alla velocità della luce, in edifici non ancora individuati sul territorio di Airola, dove gli alunni del Vanvitelli dovrebbero essere dislocati per frequentare le lezioni in orari non antimeridiani, cioè dalle 14 alle 19, stravolgendo in tal modo le vite delle famiglie, tra impegni lavorativi e di gestione dei propri figli, quest’ultimi già abbastanza compromessi nell’intima e sociale serenità adolescenziale, in seguito a questi anni di pandemia.

Il rischio maggiormente paventato dai docenti, è la possibilità che dal prossimo anno, le famiglie non iscriveranno più i propri figli al Vanvitelli, e quindi l’istituto chiuderà con la conclusione dell’Istituzione scolastica del paese. Si perderanno posti di lavoro per gli addetti alla segreteria, i collaboratori scolastici, per i docenti e per la dirigente.

Quest’ultimi, paradossalmente mai interpellati ed informati sul destino del loro Istituto, se non attraverso i social e testate giornalistiche, sanno bene cosa significa venire meno al patto formativo, non adempiere a tutte le programmazioni e progettazioni, si pensi solo a questi ultimi mesi cruciali dell’anno scolastico.

Solo i docenti e, non i politici in questo caso, sanno cosa i genitori/elettori decideranno per i loro figli già dal prossimo anno scolastico: iscriverli in scuole di altri comuni, facendosi carico dei sacrifici di spostamento per non subirne altri, più gravi e impraticabili per l’istruzione e per la vita delle loro famiglie.

Ma le domande sono tante altre da porre e a cui la politica avrebbe dovuto, da molto tempo, saper rispondere. Cosa determina veramente tanta caparbietà nel procedere con decisioni, solo apparentemente legate all’interesse della comunità?

Se i lavori non partiranno nel mese di maggio, il Comune perderà i suoi finanziamenti o vi sono altre ragioni non rese trasparenti “ai non addetti ai lavori”?

L’unica risposta che i docenti dell’IC L. Vanvitelli si sentono di dare, visti i silenzi della parte politica, è che per il perseguimento del bene irreale e di pochi, viene smarrito quello autentico e di tutti.

LUCIA DE NISI