Alla ricerca del benessere fisico Società

Con la percentuale di vaccinati in rapida crescita, anche grazie all’obbligo di green-pass voluto dal Governo, sembrerebbe che il peggio della pandemia sia ormai passato. Dopo mesi di lockdown e pesanti restrizioni che hanno colpito tutte le attività economiche e sociali del nostro Paese, come del mondo intero, ecco che piano piano tutto sembra tornare alla normalità.

Anche a Benevento, assai colpita nella sua fragile economia, è tanta la voglia di riprendere le normali abitudini pre-covid per tornare alla rassicurante routine, così stravolta da eventi che sembra usciti direttamente da un film holliwoodiano.

Poco alla volta e non senza difficoltà organizzative, il settore della ristorazione, così come quello dell’intrattenimento cinematografico, sta tornando a registrare gli abituali numeri di coperti e presenze; sicuramente un segnale più che positivo per decine e decine di imprenditori cittadini.

Eppure un settore che più di tutti sembra essere in difficoltà è quello delle palestre e dei centri sportivi. Con una chiusura durata quasi due anni e con pesanti stravolgimenti di ambienti e abitudini di lavoro, le palestre sembrano ben lontane dal tornare ad una, seppur minima, normalità.

In tutta Italia si registra un pesante calo delle nuove iscrizioni e dei rinnovi dei vecchi abbonamenti con conseguenze facilmente immaginabili per tutti quei lavoratori di un settore che nel nostro Paese vale più di 2 miliardi di euro.

Se in piena pandemia la chiusura di palestre, discoteche e in generale di tutti quegli ambienti chiusi e affollati è sembrato più che giustificabile, il venir meno delle restrizioni e il capillare tracciamento degli utenti avrebbe dovuto ridare ossigeno al mondo dello fitness ma così non è stato.

Le ragioni di questo mancato rilancio sembrano essere molteplici e oltre alla paura del contagio, sembra che alla base vi sia un radicale cambio di abitudine degli italiani, assai meno propensi a tornare ad allenarsi, almeno nel breve periodo.

Se è vero che gli effetti psicologici della pandemia ha colpito soprattuto i ragazzi tra i 12 e i 25 anni, comportando una vera e propria chiusa in se stessi come riferito da studi psicologici ancora in atto, ecco spiegato (almeno in parte) il perché della diserzione di tali luoghi. Venuta meno la percentuali di iscritti più consistente, un intero settore fatto di imprenditori, maestri e istruttori sta vivendo uno dei periodi più neri per l’intero comparto.

In un circolo vizioso i giovani, sempre più introversi e timorosi di socializzare, preferiscono il gioco online allo sport e al divertimento reale e non è un caso che il mondo dei videogame, e in generale di tutto ciò che è virtuale, sta registrando negli ultimi mesi una crescita esponenziale a scapito di quelle sane abitudini che un tempo facevano parte della quotidianità.

 

E’ proprio nei ragazzi e nei giovani adulti che si registra un peggioramento della forma fisica e un aumento di disturbi comportamentali dovuti proprio a un prolungato isolamento dal mondo esterno e se è vero, come dicevano i latini che mens sana in corpore sano, un mancato ritorno allo sport e alle attività extra scolastiche avrà effetti non positivi sulle generazioni di oggi che saranno la società di un un futuro assai prossimo.

Difficoltà di concentrazione, stato generale di ansia e preoccupazione e generiche problematiche nella socializzazione rischiano di lasciare una traccia indelebile nella memoria collettiva di uomini e di donne del domani ed è più che mai necessario intervenire oggi, senza più rimandare.

Lo sport come palestra di vita e come un ambiente sicuro dove poter esplorare e misurarsi con le proprie fragilità e le proprie debolezze; attività fisica che non può che portare beneficio indiscusso alla persona nel suo insieme.

Per tali ragioni è necessario uno sforzo da parte di associazioni e istituzioni per rilanciare un settore che ha una funzione di vitale importanza nell’economia e nel benessere di ogni comunità e che non può più sopravvivere solo con i ristori concessi mesi fa dal Governo per compensare le chiusure forzate.

E’ indispensabile riappropriarsi di quegli spazi troppo a lungo lasciati vuoti: centri sportivi al chiuso e all’aperto, scuole di ogni disciplina come il fulcro di valori sani e terapeutici, necessari oggi più che mai.

ANTONINO IORIO