Allarme denatalità Società

Recentemente l’ISTAT ha pubblicato un ennesimo report, molto allarmistico, sul fenomeno denatalità in Italia, cioè sulla crescente diminuzione delle nascite e sull’impatto che tale fenomeno avrà sulla vita sociale di questa e delle prossime generazioni di Italiani.

Secondo le stime dell’Istat dei 59,2 milioni di cittadini italiani residenti nel 2021, saremo 57,9 milioni nel 2030, per scendere a 54,2 milioni nel 2050 fino addirittura a 47,7 milioni nel 2070, così quanti eravamo nel 1953. Un calo di 12 milioni di italiani nei prossimi 50 anni.

A pesare su questa decrescita sarà soprattutto il fenomeno della denatalità, che del resto è già presente da un paio di decenni, con un saldo negativo tra nascite e decessi di circa 100.000 individui l’anno e che negli ultimi anni, anche a causa della pandemia di Covid, ha toccato le trecentomila unità.

E’ in crescita il numero di famiglie con un numero medio di componenti sempre più ridotto. Il report dell’Istat sottolinea fortemente quelle che saranno le conseguenze sociali ed economiche del fenomeno denatalità, sia sul welfare che sul Pil, con rischio di collasso del sistema pensionistico. Per una popolazione che si riduce e che invecchia ci saranno meno persone che lavorano e più anziani ai quali corrispondere un assegno pensionistico.

Le cause della denatalità sono molte e variegate. Sicuramente in Italia, in questo momento storico, incidono le condizioni economiche e sociali. Il raggiungimento di una condizione economica di relativa tranquillità, che possa spingere una coppia a cercare una gravidanza, è oggi molto più difficile e ritardata nel tempo rispetto ad alcuni decenni fa.

Ottenere un posto di lavoro e raggiungere una stabilità economica e professionale è oggi preminente, come certificato dal numero di giovani italiani che ogni anno vanno all’estero per lavoro e dal numero di matrimoni in età sempre più matura. La mancanza di efficaci politiche di sostegno alle coppie e alla famiglia da parte dei governi italiani, non favorisce certo a invertire questo trend.

Da un punto di vista strettamente sanitario e di politica sanitaria la denatalità è un fenomeno globale che interessa un po' tutte le nazioni socialmente più evolute, ed è strettamente legata a una riduzione della fertilità di coppia e in particolar modo alla riduzione della fertilità maschile.

Le cause della infertilità maschile sono circa il 40% di tutte le infertilità di coppia ed il numero e la qualità degli spermatozoi, i gameti maschili, sono in decrescenza continua già ormai da molti decenni, al punto che l’OMS negli ultimi 40 anni ha rivisto ben sei volte i criteri di normalità dei parametri seminali e le conseguenti interpretazioni degli spermiogrammi.

Le cause di questa ridotta capacità fertilizzante degli spermatozoi sono molteplici e vanno da una influenza sempre maggiore dei fattori ambientali, alle abitudini voluttuarie quali fumo, farmaci, sostanze d’abuso, alle conseguenze cliniche di patologie andrologiche della età infantile ed adolescenziale non riconosciute o non trattate, fino alla obesità e alle infezioni dell’apparato genitale maschile.

Queste cause rendono conto oggi della maggiore frequenza con cui sempre più coppie ricorrono a programmi di Procreazione Medicalmente Assistita per poter ottenere gravidanze e figli in braccio.

Dai dati in possesso all’Istituto Superiore di Sanità, ogni anno in Italia circa 80.000 coppie eseguono trattamenti di fecondazione assistita; da questi trattamenti ogni anno nascono circa 15.000 bambini, il 3,3% del totale dei nati in Italia, di cui circa 2000 concepiti in seguito a donazione di ovociti o spermatozoi congelati provenienti dall’estero.

E sono sempre di più le coppie che continuano a recarsi all’estero, non meno di 4-5000 ogni anno, per effettuare inseminazioni eterologhe. La denatalità è un problema rilevante, con forte impatto sociale. Per invertire la tendenza occorre una strategia ed un complesso di azioni da perseguire con convinzione e sistematicità per un lungo periodo, sostenute da convincenti politiche governative di aiuto alle famiglie.

L’informazione e le politiche di prevenzione andrologica e ginecologica sono fondamentali, in particolar modo sui fattori di rischio che compromettono la fertilità. Lo sviluppo delle tecniche di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita) rappresentano una valida e moderna opportunità, ma non sono la soluzione per far fronte alla denatalità ed al declino demografico.

ENZO TRIPODI