Anche gli elettrodomestici svelano i nostri segreti Società

L'internet delle cose è il futuro. Anzi, senza che ce ne accorgessimo in parte è già il nostro presente: gli oggetti che abbiamo con noi, che indossiamo o portiamo nelle nostre tasche, dicono parecchie cose di noi, anche a nostra insaputa.

Sembra uno scenario fantascientifico, invece è una realtà della quale non siamo pienamente consapevoli. Le nostre azioni, non solo quelle legate al mondo della rete, ma anche ciò che facciamo ogni giorno nel mondo reale, tutto lascia delle tracce, degli indizi sulle nostre abitudini e sulla nostra personalità. Se Sherlock Holmes era in grado di ricavare una mole impressionante d’informazioni su una persona semplicemente osservandone gli indumenti, le mani, i capelli o i gesti più insignificanti, presto saremo circondati da tanti Holmes dotati di chip.

Il primo a parlare di noi è lo smartphone, nel quale ogni giorno riversiamo una miriade d’informazioni. È inutile che mi soffermi a spiegare quale pericolo rappresenti per la privacy di ciascuno perdere lo smartphone o vederselo sottrarre da mani ignote. Sarebbe quasi preferibile essere derubati del portafogli e della carta di credito (che tanto si può bloccare con una telefonata), specie se pensiamo che da qualche tempo a questa parte i pagamenti possono essere effettuati anche tramite cellulare, ragion per cui il nostro telefono è a tutti gli effetti anche la nostra carta di credito.

Ma sempre più oggetti d’uso quotidiano sono oramai dotati di processori in grado di elaborare dati e di essere programmati alla bisogna. Le automobili dispongono di centraline elettroniche, autentici e sofisticati computer di bordo, che non parlano come la macchina di un celebre telefilm degli anni ‘80, ma sono capaci di assistere il guidatore nel parcheggio, nelle manovre, di frenare se rilevano degli ostacoli e addirittura percepiscono, dal modo in cui si guida, se il pilota è stanco e assonnato e suggeriscono di fermarsi. Esperimenti sono in corso sulle auto in grado di pilotarsi da sole e, nonostante alcuni incidenti di percorso, pare che il futuro dell’industria automobilistica vada in questa direzione. Chissà che un domani il vecchio detto (piuttosto maschilista in verità) che recita “donna al volante, pericolo costante”, non diventi un retaggio del passato.

La tecnologia intelligente è anche nelle nostre case, oltre che nei garage: lavatrici, televisori, elettrodomestici intelligenti sono sempre più presenti nelle cucine e nei salotti. Possono decidere la quantità d’acqua utilizzata a seconda del numero di capi da lavare, accendersi e spegnersi ad orari programmati, pulire la casa in assenza del proprietario. È possibile persino far dialogare fra di loro gli apparecchi intelligenti, in modo che, ad esempio, la macchina per il caffè entri in funzione da sola pochi istanti dopo che la sveglia ha suonato.

Tutto questo rivela qualcosa di noi e possiamo star certi che queste informazioni, per quanto apparentemente insignificanti, possono fare gola alle industrie che oggigiorno non si accontentano più di soddisfare i nostri bisogni, ma pretendono di anticiparli, se non addirittura di crearne nuovi artificiosamente.

Ancora non si sono diffusi come altri gadget tecnologici, ma il giorno in cui gli occhiali a realtà aumentata saranno d’uso quotidiano, tramite questi sarà possibile comunicare con le apparecchiature intelligenti. A quel punto, dovremo preoccuparci anche della riservatezza delle informazioni ricavabili dai nostri elettrodomestici: il frigorifero parlerà delle nostre abitudini alimentari, l’apparecchio tv rivelerà i nostri gusti televisivi, la sveglia a che ora ci alziamo la mattina.

Non posso fare a meno di tremare al pensiero di cosa potranno svelare di noi i wc, quando verrà anche il loro turno di aprire bocca.

Saluti dalla plancia,

CARLO DELASSO