Aspre polemiche ammantano la 78esima edizione del Premio Strega Società

Il premio letterario Strega di quest’anno forse non meritava l’avvampare di polemiche che lo sta interessando. La critica sta colpendo duro il sistema di designazione della dozzina finalista e due autrici in particolare. Prosegue intanto la marcia di avvicinamento alla serata con la proclamazione della cinquina finalista che si terrà mercoledì 5 giugno al Teatro Romano di Benevento. Le autrici e gli autori sono già alle prese con lo Strega Tour peregrinando per la penisola: 26 tappe più una all’estero. Nel 2017 le proposte degli Amici della domenica furono 27, nel 2021 diventarono 74 e oggi siamo arrivati a 82: lasciando di tempo per valutarle tra febbraio e i primi di aprile. Un totale di oltre 20mila pagine che ogni giurato ha dovuto leggerne in media 525 al giorno, 40 pagine all’ora per 10 ore al giorno. Tutto questo per garantire una regolarità del premio praticamente impossibile.

Ha un senso ciò?

L’anno scorso il ministro della cultura (in minuscolo non per vezzo di chi scrive, ma come da indicazioni del curatore Sergio Lepri di un glossario a uso dei giornalisti del Corriere della Sera uscito anni or sono e dai più ignorato), Gennaro Sangiuliano, durante la premiazione in diretta tv, ammise candidamente di non avere la più pallida idea di che cosa parlassero i libri in gara, libri che lui stesso avrebbe dovuto aver letto e votato.

Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione Bellonci, alla conferenza stampa di annuncio dei libri candidati al premio letterario Strega, il 5 aprile 2024, ha quasi voluto metter le mani avanti per rassicurarci: «Questa pretesa che si debba leggere tutto da cima a fondo, a pensarci bene, mi sembra rimandare a un rapporto con i libri un po’ ingenuo, certamente idealizzato, proprio di chi la lettura non la frequenta poi molto. Come quegli stupefatti visitatori raccontati da Umberto Eco in una delle sue più divertenti Bustine di Minerva, quelli che davanti agli scaffali gremiti della sua biblioteca chiedevano invariabilmente se li avesse letti tutti».

La cernita dei dodici titoli che andranno a concorrere al premio è avvenuta in modo molto pratico, ben illustrato in un’intervista a Pangea - rivista avventuriera di cultura & idee da Fulvio Abbate, fra gli Amici della domenica da oltre vent’anni, ideatore del neologismo amichettismo, subito indicizzato da Treccani e dall’Accademia della Crusca attribuendone la paternità allo stesso.

Il critico letterario e scrittore Gian Paolo Serino stronca Chiara Valerio, candidata fra i 12 finalisti con Chi dice e chi tace (Sellerio), storica amica di Michela Murgia così come di Elly Schlein; nel suo romanzo è stata meno “chiara” del solito: “Brava a parlare, un poco meno a scrivere”, fra persone “carsiche”, “bande” di capelli, tagli di capelli “educati” ma “ventosi”, cortesia “marziale” e un qualcosa di “ondoso”. Rincara la dose Nicola Porro, giornalista e conduttore televisivo, giurato dello Strega in quanto Amico della domenica, a suo dire peggior libro quello di Chiara Valerio: «La trama non esiste, i personaggi non incuriosirebbero neanche un babbuino, dialoghi non pervenuti».

E Porro continua: «Valentina Mira con Dalla stessa parte mi troverai (Sem) scrive decisamente meglio. Il suo è il racconto del suicidio di Mario Scrocca in carcere. Era accusato, senza molte prove, anzi quasi nessuna, di essere stato uno degli assassini dei due giovani militanti di Acca Larenzia a Roma. È un libro tremendo. Soprattutto per chi non è mai stato un estremista. Il libro racconta il dramma di questo suicida, attraverso gli occhi della sua giovane vedova, ne scandisce passo per passo la brutalità. Ma è come se in una sorta di apartheid letterario e storico, la sofferenza di chi è stato ucciso (i militanti missini) non contasse. Al montare della rabbia per l’ingiusta morte suicida di Mario, nel lettore monta la rabbia per l’incapacità di comprendere la morte del suo presunto avversario. È un libro in cui la compassione, la ragionevolezza, l’indignazione è a senso unico».

Da registrare lo sdegno di Fratelli d’Italia per come trattata la vicenda di 46 anni or sono. Notizia poi di questi giorni, Valentina Mira ha ricevuto minacce di morte. Aria brutta, davvero brutta, sulla LXXVIII edizione dello Strega.

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscarmuzzo@libero.it