Belli i tatuaggi ma gravi i rischi per la salute Società

C’era un tempo in cui i tatuaggi erano diffusi in prevalenza tra marinai e carcerati, poi negli anni si è passati dal considerarli marchio di infamia a moda. Negli Stati Uniti quasi un terzo degli adulti oggi ha un tatuaggio e il 22 per cento ne ha più di uno. In Italia dal 12,8 per cento del 2015 si sale al 48 per cento del 2023 (dati di un’indagine condotta dall’Istituto superiore di sanità) che ci colloca al primo posto tra i Paesi più tatuati al mondo.

Ci si è iniziati a chiedere quali possano essere le conseguenze per la salute. Negli anni Settanta del passato secolo, la professoressa Carla Loffredo Sampaolo, nel corso di istologia presso la facoltà di medicina e chirurgia dell’università di Napoli, ai suoi studenti mostrava al microscopio dei preparati delle stazioni linfonodali inguinali e ascellari zeppe di particelle di inchiostro. Già allora si era propensi a ritenere che un gran bene all’organismo proprio non dovessero fare. Un recente studio scientifico svedese ha rilevato che le persone con tatuaggi rischiano un più 21 per cento di sviluppare un linfoma, un tipo di cancro del sangue. «È importante ricordare che il linfoma è una malattia rara e che i nostri risultati si applicano a livello di gruppo», ha affermato Christel Nielsen, ricercatrice che ha condotto lo studio dell’ateneo di Lund, città di circa 90mila abitanti, particolarmente nota per la sua università, la terza più antica della Svezia, dove studiare è gratuito e il costo complessivo si aggira sugli 850 euro mensili per spese quali vitto, alloggio, trasporti ecc. Aggiungendo: «I risultati ora devono essere verificati e approfonditi in altri studi, e tale ricerca è in corso».

Lo studio, pubblicato su eClinicalMedicine, ha visto il coinvolgimento di 11.905 partecipanti: il rischio associato all’esposizione al tatuaggio sembra essere più elevato per il linfoma diffuso a grandi cellule B (un cancro curabile a crescita rapida che comincia nei globuli bianchi) e per il linfoma follicolare (un cancro incurabile a crescita lenta). «Sappiamo che quando l’inchiostro del tatuaggio viene iniettato nella pelle, il corpo lo interpreta come qualcosa di estraneo e il sistema immunitario si attiva», dice ancora Nielsen: «Gran parte dell’inchiostro viene trasportato lontano dalla pelle, verso i linfonodi dove si deposita». In un primo momento il team di Nielsen aveva ipotizzato che la dimensione del tatuaggio avrebbe influenzato il rischio di linfoma, ma ha sancito che non è così. «Si può solo supporre che un tatuaggio, indipendentemente dalle dimensioni, scateni un’infiammazione di basso grado nel corpo, che a sua volta può scatenare il cancro», ha ragionato Nielsen. «Il quadro è quindi più complesso di quanto pensassimo da principio». Nielsen ha tenuto a precisare che il suo studio sottolinea l’importanza della supervisione della composizione chimica dell’inchiostro per tatuaggi. La Food and Drug Administration (Fda) considera gli inchiostri per tatuaggi come cosmetici e i loro pigmenti come additivi colorati. La Fda non ha regolamentato gli additivi colorati nei pigmenti degli inchiostri per tatuaggi, mentre i Comuni stabiliscono regole per le attività di body art.

Il team di Nielsen è alla ricerca di collegamenti tra tatuaggi e altri tipi di cancro e altre malattie infiammatorie. Uno studio presentato nel 2023 al meeting annuale dell’American Association for Cancer Research ha trovato un potenziale legame tra il fatto di avere diversi tatuaggi di grandi dimensioni e il rischio di tumori del sangue. Il rischio era particolarmente forte per le persone che si facevano tatuare in giovane età.

«Le persone probabilmente vorranno continuare a esprimere la propria identità attraverso i tatuaggi, e quindi è molto importante che noi come società si possa garantire la sicurezza», ha aggiunto Nielsen. «L’individuo è bene che sappia comunque dell’influenza dei tatuaggi sulla salute».

GIANCARLO SCARAMUZZO

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