C'era una volta... Società
C’era una volta… Così iniziavano le fiabe con cui ho condiviso la mia infanzia. Cappuccetto rosso. Biancaneve. Cenerentola. E tante altre, raccontate o lette. C’erano i buoni e i cattivi, i vincenti e i perdenti.
E poi c’era l’eroe, quello forte, che, servendosi di un oggetto reale o un mezzo magico, faceva ribaltare la situazione e il debole, la vittima, vinceva.
E così Biancaneve sposava il suo principe azzurro che la risvegliava dall’incantesimo con un bacio, Cenerentola vinceva sulla matrigna e le sorellastre grazie ad una scarpetta, persa al ballo di corte; Cappuccetto rosso, grazie al cacciatore che fece fuori il lupo, poteva riabbracciare sua nonna.
Tutte le fiabe finivano bene per i buoni, gli oppressi, vittime di ingiustizia, e male per i cattivi, che venivano puniti. Sono cresciuta. L’infanzia è volata via con tutti i suoi eroi. Ormai, insieme agli altri, faccio parte della storia. “La storia siamo noi, nessuno si sente offeso, siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo - canta De Gregori -. La storia siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere. Ed è per questo che la storia dà i brividi, perché nessuno la può fermare”.
Oggi c’è la vita reale. C’era una volta…Ora non c’è più. Però ci sono ancora i buoni e i cattivi. Ci sono ancora il bene e il male. Come nelle fiabe, ci sono le vittime. Gli oppressi. I deboli. I bambini uccisi in guerra. I rifugiati. Le donne “offese”. I diversi. E poi ci sono la violenza, i soprusi, gli usurpatori, i potenti.
A volte ci sono anche gli eroi. A volte.
“La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare, questo rumore che rompe il silenzio, questo silenzio così duro da masticare”.
Elisa Fiengo