Con l'intelligenza artificiale un nuovo tipo di immortalità Società
Cosa resterà degli anni ’80? Se lo chiedeva Raf in una celebre canzone. A dire il vero, degli anni ’80 resta ancora molto in giro. Tanto per fare un esempio: Stranger Things, popolare serie Netflix, non solo è ambientata in quel periodo, ma è un’autentica celebrazione della cultura pop degli anni ’80, con ogni episodio costellato di citazioni a film, videogiochi, serie tv o altri cult dell’epoca.
E non solo gli anni ’80, ma anche i decenni precedenti non se la passano male. La nostalgia fa cassa, lo sanno bene i produttori cinematografici così come i discografici e gli editori. Ecco dunque che lo scorso anno abbiamo avuto un singolo inedito dei Beatles, leggendario gruppo britannico che ha raggiunto l’apice del successo ben 60 anni fa. Il fatto che due membri della band siano morti ormai da anni non ha impedito l’uscita di Now and then, che è subito balzato in testa alla classifica dei brani più ascoltati.
È notizia di questi giorni inoltre che i fan di Elvis Presley, ancora numerosi in tutto il mondo, potranno assistere ad un nuovo tour virtuale del loro idolo. Virtuale perché il cantante è morto da più di 40 anni, ma grazie all’intelligenza artificiale e con l’ausilio di sofisticati ologrammi, potremo vederlo di nuovo agitare il bacino sul palco come se non se ne fosse mai andato. Questa stessa tecnologia d’altronde è già stata usata per riportare in vita, ovviamente solo per la durata di un concerto, Michael Jackson. E la band inglese dei Gorillaz, i cui componenti sono cartoni animati che cantano con la voce di artisti reali, usa lo stesso sistema ormai da anni per le sue esibizioni.
Si potrà ancora parlare in questi casi di concerti dal vivo? Nell’attesa di scoprire quali saranno i prossimi artisti che vedremo tornare dall’aldilà, vale la pena riflettere su come questa combinazione di computer grafica ed intelligenza artificiale possa essere sfruttata nei più vari ambiti.
Vedremo attori del passato recitare in nuovi film? È già successo, sia pure per brevi scene cameo ottenute riciclando riprese non utilizzate: Marlon Brando apparve, due anni dopo la sua morte, nel film Superman returns, ma in quel caso si trattava di materiale girato nel 1978 e ritoccato digitalmente.
Oggi invece la tecnologia consente di fare molto di più. Abbiamo già potuto vedere in rete filmati deep fake che mostrano l’ex presidente Obama esibirsi in un ballo scatenato insieme alla moglie, o dive di Hollywood coinvolte loro malgrado in film porno. L’unico limite che l’IA può incontrare, oltre all’immaginazione dei suoi utilizzatori, è il materiale su cui basarsi. Sarà forse impossibile, per esempio, ricreare dei film originali aventi per protagonista Sarah Bernhardt, ritenuta da molti la più grande attrice mai vissuta, ma morta nel lontano 1923, della quale quindi esistono pochissimi filmati reali girati quand’era ancora in vita. Ma per artisti vissuti in epoca più recente la fantasia può sbizzarrirsi.
Sarà dunque questa la nuova frontiera dell’immaginario collettivo? Abbiamo già assistito a sequel e remake di classici del cinema, a riletture di opere letterarie storiche. Harrison Ford è tornato a vestire i panni di Indiana Jones nonostante gli 80 anni, sono uscite nelle sale o in streaming nuove versioni di Pinocchio, una delle quali ambientata nell’Italia del fascismo. Ma poter riavere i miti del passato tra di noi nel mondo di oggi è una possibilità del tutto inedita. Potremmo vedere Totò recitare in nuove commedie, o un redivivo Fantozzi alle prese con il mondo del lavoro odierno.
Da sempre l’uomo cerca di raggiungere l’immortalità attraverso l’arte, ma forse ora l’intelligenza artificiale ha reso possibile un nuovo tipo d’immortalità che neanche i più talentuosi fra gli artisti del passato avrebbero potuto immaginare.
CARLO DELASSO