Dalla bossa nova ad una fulgida carriera Società

Nella splendida cornice del Teatro Romano di Benevento la voce inconfondibile di Toquinho, al secolo Antonio Peci Filho, la sua impareggiabile tecnica nel suonare la chitarra, il timbro vocale straordinario di Camilla Faustino, il basso di Dudu Penz e la batteria di Mauro Martins, hanno riportato nella città capoluogo le sonorità della samba e la bossa nova.

Toquinho artista di fama internazionale da 51 anni è sulla cresta dell’onda, per la sua smisurata bravura e per le canzoni ancora evergreen.

Prima di calcare la scena accorda la sua chitarra, guadagna il palco, saluta calorosamente il pubblico e da solo esegue un brano strumentale davvero straordinario, poi entra la sua band, per continuare il concerto tra le vestigia romane di Benevento.

Egli racconta il suo percorso musicale, immerge i fans nella “saudate” di Tom Jobim e del suo amico di sempre e inseparabile collaboratore Vinicio de Moraes, cita Baden Powel, Carlos Lyra, Chico Buarque.

Dal palco menziona spesso la Bossa nova, nel gergo urbano brasiliano significa nuovo pallino, nel senso di particolare fissazione, ma nel riferimento storico-artistico sono preferibili traduzioni come nuovo stile o nuova tendenza, in realtà è una sorta di magia degli “afro Sambas”.

Toco, soprannominato da Vicinuis De Moreas, 77 anni, mostra la vitalità incredibile simile a quella di un ragazzino, ripropone alcuni brani significativi che hanno segnato un’epoca. Racconta il disco “La voglia la pazzia l'incoscienza l’allegria”, pubblicato nel 1976, è un album della cantante italiana Ornella Vanoni, realizzato in collaborazione con il cantautore brasiliano Vinícius de Moraes.

In scaletta omaggia la capitale d’Italia, con “Roma non la stupida”, la Mannoia, chiude il concerto con “Acquerello”, improvvisata da Maurizio Fabrizio, il testo di Guido Morra, divenuto un successo mondiale. Concede due bis e rientra nel camerino Toquinho applaudito dal pubblico ininterrotamente.

Nicola Mastrociqnue