Ecco tutte le meraviglie dell'ebook Società
La storia, non solo quella antica, ma anche del secolo scorso, ci ha insegnato come la distruzione del patrimonio culturale sia un’arma molto utilizzata per conquistare, sottomettere o dominare una popolazione. Intere biblioteche nel passato sono state distrutte, disperse e persino date alle fiamme: bruciarono libri gli imperatori romani, i conquistatori arabi, l’Inquisizione, bruciò libri Enrico VIII d’Inghilterra e bruciarono libri i nazisti.
Ogni volta, un potere dominante cercò di cancellare ogni opposizione azzerando persino la storia e la cultura di quelli che andava a sottomettere; oppure, si distruggevano tutte le opere scritte che in qualche modo andavano contro l’ideologia di massa che si voleva imporre. In questo senso, ancora oggi si dice che la storia è scritta dai vincitori, poiché sono coloro che possono fare tabula rasa di ogni forma di dissenso.
Negli anni ‘50, lo scrittore americano Ray Bradbury immaginò, nel suo Fahrenheit 451 (tradotto sul grande schermo anni dopo dal regista François Truffaut), un futuro nel quale la lettura è stata messa al bando: possedere libri è illegale, la televisione è il solo strumento di comunicazione consentito ed esiste un corpo speciale incaricato di bruciare tutti i libri ancora in circolazione.
Per nostra fortuna nessuna previsione fantascientifica si è rivelata più errata di questa: oggi, a più di mezzo secolo di distanza, possiamo dire che la lettura è viva e vegeta e che anzi i più moderni mezzi di comunicazione sono riusciti a diffonderla in maniera ancora più capillare ed a renderla persino più accessibile. I dispositivi ebook hanno fatto sì che ognuno di noi possa trasportare con sé l’equivalente di migliaia di pagine scritte in una tasca; internet ha reso migliaia di testi, non più protetti dai diritti d’autore, accessibili a chiunque gratis e da casa propria, in qualunque parte del mondo ci si trovi.
Se l’invenzione della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg portò la prima rivoluzione nella diffusione del libro, il libro elettronico senza dubbio costituisce la seconda rivoluzione: da quando la cultura era relegata a quei pochi che potevano permettersi di possedere dei manoscritti, siamo giunti al punto in cui il libro non ha più bisogno di un corpo materiale per diffondere il suo contenuto.
E questa rivoluzione rende la vita difficile anche ai novelli emuli di Savonarola: se prima era relativamente facile una confisca di volumi proibiti con conseguente rogo (ma non si poteva mai esser certi che non sopravvivessero delle copie dei testi dati alle fiamme), oggi come si può distruggere qualcosa che non ha un corpo? Gli scritti che circolano in rete sono sicuramente immagazzinati in memorie fisiche, ma i server possono essere centinaia e sparsi in tutto il mondo.
Senza contare che chiunque acceda ad un testo può a sua volta scaricarlo e salvarlo, sul proprio pc o su unità esterne di memoria, minuscole ed estremamente capienti: basterebbero pochi minuti per salvare l’equivalente di migliaia di libri in dispositivi talmente piccoli da stare nel taschino di una camicia. E su internet tutto ciò che è proibito, per una ragione o per un’altra, ha una diffusione capillare estremamente rapida.
Tempi duri per chi volesse oggi imporre un’ideologia unica o una cultura dominante. Il fatto che poi internet diventi il veicolo per diffondere anche le opinioni più bizzarre o per consentire persino ai semianalfabeti di pubblicare opere inconsistenti e sgrammaticate, beh, anche questa in fondo è una forma di libera espressione del pensiero.
Saluti dalla plancia,
CARLO DELASSO