Educare alla bellezza, conoscere per reagire Società
Nella promozione culturale, ciò che più funziona ″è immaginare la pedagogia oltre la scuola″. Il valore aggiunto di un Festival letterario - come ad esempio Metti una sera..., tenutosi nella cornice della Rocca dei Rettori dal 12 al 16 settembre - è infatti quello di stimolare l’autore del volume a dialogare coi presenti, a confrontarsi, a volte anche a mettere in discussione se stessi e gli assunti dai quali si parte per scrivere un libro. Accade in particolare quando si affrontano temi spigolosi e complessi, tenuti volutamente ai margini del dibattito... culturale! Ad Elide Apice, amica e collega cronista, va riconosciuto il merito di riportarli alla luce, di sensibilizzare maggiormente la pubblica opinione e provare anche ad immaginare delle possibili risposte.
“Metti una sera… autori alla Rocca dei Rettori”, la IV edizione della rassegna letteraria promossa da Culture e Letture aps e Libreria Barbarossa, ha permesso a diversi autori e tanti appassionati dei differenti generi letterari di parlare di libri, di crescita e speranza, di rinunce e riscoperte.
Scopo di “Metti una sera…” è appunto la promozione del libro e della lettura, attraverso la voce di autori ed autrici espressa attraverso i loro scritti. Il tema conduttore è stato quello della conoscenza come mezzo per aprirsi al mondo e agli altri. Una tematica che è emersa da tutti gli incontri: la conoscenza del mondo dei Rom nel caso del romanzo di Floriana Coppola, della napoletanità e delle tante parole mutuate da lingue diverse per Amedeo Colella, della riscoperta di autrici dimenticate per il saggio di Silvia Scognamiglio, la conoscenza a partire da Eva fino al mondo social per Teresa Simeone e, infine, la conoscenza di sé attraverso la metafora del ring per Elena Mearini.
Per capire ed agire sui temi complessi approfonditi è essenziale –appunto– “allargare i confini della conoscenza”. Iniziative come queste offrono sicuramente un input ad istituzioni e società civile, ma poi cos’altro serve per raggiungere risultati concreti?
“Metti una sera...” è una goccia nel mare delle attività che potrebbero essere intraprese per provare a giungere alla ′conoscenza′. Oggi è difficile raggiungere risultati in una società sempre più disposta ad apparire che a essere, sempre più votata ad una sorta di narcisismo patologico che pone al centro il proprio IO e mai il NOI. Cosa potrebbe essere fatto? Posso rispondere solo riguardo all’associazione Culture e Letture aps di cui sono esponente: continuare a percorrere la nostra strada di conoscenza per ′cercare bellezza′ e resistere, resistere.
Altra parola chiave della rassegna letteraria è stata “educazione”: non solo familiare e didattica, ma sessuale e soprattutto digitale.
Bella domanda. Io credo che educare alla bellezza sia la chiave per una corretta educazione anche in tutti gli altri campi. Bellezza in senso lato, e decisamente non rispetto a canoni estetici, significa arrivare alla conoscenza del bello e del giusto che è insita nelle educazioni ai diversi temi. Educazione familiare, è la forma di educazione base dalla quale poi discendono le altre e si coniuga direttamente con l’educazione didattica. Necessario, inoltre, resta un ripensamento rispetto all’educazione sessuale che è strettamente legata all’educazione affettiva: penso, ad esempio, alla necessità di un’educazione affettiva anche nelle scuole. Per quanto riguarda l’educazione digitale, è un tema davvero importante e anche qui sarebbe necessario un intervento deciso ai fini d’indicare la strada giusta per la netiquette (il complesso delle regole di comportamento in Internet, volte a favorire il reciproco rispetto tra gli utenti,ndr). Noi proviamo ad educare al bello, ma credo che la lotta sia decisamente impari.
Ad affiancarti, nell’ospitare e conversare con gli autori, l’attrice Alda Parrella dell'associazione Exit Strategy.
Alda Parrella, da noi scherzosamente indicata con #leggeAlda poiché cura le letture estratte dai libri presentati, è una delle colonne portanti della nostra associazione, come mi permetto di citare l’intero staff organizzativo: il presidente Enrico Cavallo, Marina Caiazzo,Tiziana Iannelli, Nadia Morelli, Maria Pia Ciani e Maria Grazia Nazzaro. È anche presidente di Exit Strategy, un’associazione di promozione sociale che si occupa dell’ascolto delle donne, che io stessa ho contribuito a fondare e di cui sono socia e che, senza alcun sostegno economico, prova a fare il proprio lavoro sul territorio pur se tra infinite difficoltà.
GIUSEPPE CHIUSOLO