Gelsomina la sa lunga Società

“Anno nuovo” disgustata, Gelsomina proverbizza “Regione vecchia”...La premiata ditta 'Sassolino e associati' ha confermato come non mai la sua cronicizzata lottizzazione del potere di Napoli ai danni di qualcuna delle province minori della Campania. Ai vertici della sanità sannita c'erano: un locale, Mario Scarinzi, alla ASL BN 1, ed una forestiera, la Mussi, al Rummo. Quest'ultima si faceva perdonare i suoi natali extrasanniti perché almeno così dicevano in parecchi era brava a dirigere l'ospedale. Questo fino al 31 dicembre 2005. Poi, è venuto il 2006. Il presidente Bassolino e l'assessore Montemarano, nella spartizione degli incarichi manageriali della Sanità, hanno peccaminosamente trascurato le riconosciute capacità gestionali di tanti aspiranti sanniti ed hanno fatto saltare fuori dal loro cilindro di abili illusionisti due forestieri: al Rummo hanno piazzato il napoletanissimo quarantottenne Rosario Lanzetta e all'ASL, dove non si deve correre da una corsia all'altra, un dirigente più stagionato (72 anni! Dicono, però, che non li dimostri...), Bruno De Stefano, catapultato a Benevento da Castellammare di Stabia. Apriti cielo! L'On. Mario Pepe, coordinatore della Margherita sannita, ha fatto sentire tutto il suo sdegnato dolore (anche perché non sono stati presi in considerazione i notevoli meriti degli aspiranti iscritti o simpatizzanti al 'fiorellino' già biancoscudato). Contrariato, ha fatto sentire la sua possente voce anche il consigliere regionale Luca Colasanto. Poi, in ordine sparso, hanno sparlato delle settoriali decisioni 'centrali' questo e quel partito. I sindacati, questa volta, non hanno neanche minacciato lo sciopero. Anche qualche partito di maggioranza ha ritenuto di cucirsi le labbra per non aggravare il malcontento che serpeggia nel calderone del centrosinistra. Le elezioni sono vicine... “Cavaliè”, ci chiede, sferzante, la nostra lavascale voi invece certamente vi farete sentire per stigmatizzare la mancata promozione dei tanti, meritevoli sanniti che... brigavano per avere la poltrona ASL e quella del'Rummo'. Ditemi, cavaliè che cosa scriverete?.... Vedi, Gelsomì, confessiamo non vale proprio la pena di ripetere le solite cose... Oramai è ben nota la marcata supremazia del potere regionale centrale nei confronti di noi poveri provinciali.... ''Cavaliè sghignazza, arricciando il naso, la nostra interlocutrice fate proprio bene a non 'toccare' i nuovi manager dell'ASL e del 'Rummo': voi tenete una certa età... Ne potreste avere bisogno... Per carità, io vi auguro di stare sempre bene in salute!... Cavaliè, sapete che dico? Cambiamo discorso. Ci sarebbe proprio da piangere... Cerchiamo allora di farci due risate, parlando magari di un 'cambio' avvenuto, senza colpo ferire, in un organismo locale.... E Gelsomina ci spiattella l'argomento, con notevole buonumore, pregandoci di metterlo per iscritto. Ed ecco qui di seguito la traduzione del 'pensiero gelsominesco', ovvero del discorsetto di una mamma (diamole un nome fittizio: Sandra!) al figlio (che chiameremo Elio). NOTA INTRODUTTIVA DEL REDATTORE: Elio, tu eri un predestinato (Elio, sinonimo di sole). Fino a poco tempo fa eri solo un satellite, il numero 2, del sistema solare Mastella Lonardo. Ti precedeva il satellite numero 1: tuo fratello maggiore, Pellegrino... Se il tuo papà, invece di essere soltanto (!?) presidente di un partito fosse stato un sovrano, il trono sarebbe passato al primogenito. Mamma Sandra intimamente aveva questo cruccio. Povero Elio! lacrimava Che destino! Sempre secondo!... Clemè, insinuò on si potrebbe nel caso che ti facessero re spartire a metà la corona?. Il presidente consorte sorrise divertito Ma cosa ti salta in mente? e spronato dal paradossale interrogativo della sua signora, scosse la testa: Il trono è unico. Toccherebbe a Pellegrino.... E la regina pardon la presidente del Consiglio regionale cadde in depressione. Eliuccio, si autocommiserava Mamma tua non può fare proprio niente per te. Tuo padre, che pur ti vuole tanto bene perché con lo studio gli hai dato tante soddisfazioni, prendendo la laurea in ingegneria, con econcomio, ha finito per sancire: Tutto a Pellegrino e niente a Elio!. Ah, sì?!... Ah sì?! E allora sa che gli dico a tuo padre: Clemè tu ci dai il trono a Pellegrino? E allora io a Elio ci do tutto quello che tengo... il titolo...\. Sandra, disse il presidente consorte Ma tu che ti sei messa i testa? Io, poi, dopo tutte quelle pressioni esercitate, vado da Bassolino e gli dico: Cambiamo le carte in tavola! Scarta mia moglie e dacci la presidenza a mio figlio!. Ma chi ha parlato della presidenza del Consiglio regionale?! scattò, risentita, la (prima) donna. La politica è una cosa seria: Bassolino me l'ha dato e nessuno mi farà alzare dal trono pardon dalla poltronissima di Santa Lucia! Io tengo un piccolo regno. Me lo sono creato,(a... prescindere dalla predisposizione del popolo che ha sempre osannato feste, farina e vade retro, forche!) con quattro notti e... più di luna piena'. Ebbene, questo 'regno' culturale, ma sì! anche ricreativo e degustativo, io ce lo do a mio figlio secondo. Elio, io abdico e ti impongo lo scettro della mia 'creatività', con tutta la marea di popolino festante (fatto non trascurabile non si paga biglietto alcuno per gli spettacoli... solo l'eventuale prezzo di una pizzetta !). Fanne buon uso! E se la popolarissima, acclamata manifestazione ti dovesse servire da trampolino di lancio per esaltanti cariche elettorali, fanne profitto! (Papà magari me lo cucino io dirottandolo per altri lidi circoscrizionali!). Tre, in ... politica familiare, è il numero perfetto: papà, io e te; tutti onorevoli! E, poi, nel Parlamento e dintorni, ci potrebbe anche essere spazio per tuo fratello Pellegrino. Per i Mastella e Lonardo le vie del Signore ( e forse anche quelle del diavoletto) sono infinite!.
Clemente Cassese