I 108 anni di Wanda Mojaiskoy Società

Ha tagliato l’invidiabile traguardo dei 108 anni la signora Wanda Mojaiskoy, appartenente a una distinta famiglia di Buonalbergo e oggi una delle pochissime sannite inserite nell’albo dei super-centenari italiani, comprendente coloro che hanno superato la soglia dei 105 anni.

Wanda Olga Fedora Mojaiskoy nasce a Buonalbergo il 13 aprile 1912 ed è la penultima di sei figli: Sergio (1904, avvocato), Augusto (1905, segretario del Consolato Italiano a Buenos Aires), Claudio (1907, avvocato), nonché Anna (1908) e Gastone (1914) che sceglieranno la vita ecclesiastica.

Vive gli anni dell’infanzia a Buonalbergo nella grande casa a pochi passi dalla piazza, educata amorevolmente dai genitori con l’esempio delle elevate virtù civili e religiose di una antica ed insigne famiglia russa di proprietari terrieri, dalle larghe vedute, allora dedita agli studi e alle lunghe permanenze in Europa Occidentale, fra Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra.

Il padre Carlo Mojaiskoy, infatti, studia in un collegio svizzero e si laurea in Giurisprudenza, divenendo anche esperto di diritto canonico e impegnandosi lungamente per la restituzione alla Chiesa Cattolica dei beni sequestrati con le soppressioni antecedenti all’Unità d’Italia, mentre a Buonalbergo tiene la carica di segretario comunale. Qui si prodiga a favore dei più poveri, battendosi per la diffusione dell’istruzione primaria gratuita, e soccorrendo quanti necessitavano di assistenza medica, allora totalmente privata. A Napoli infatti ricopre cariche onorifiche in varie istituzioni caritatevoli.

La madre Alceste Perrelli è invece figlia di Luigi Perrelli, proprietario terriero e garibaldino, e della nobildonna beneventana Caterina Cosentini, ma a soli a trentasette anni, nel 1918, muore di spagnola contratta durante la terribile epidemia, per il suo non comune altruismo che l’aveva portata a soccorrere gli ammalati buonalberghesi, al posto del fratello medico, allora in guerra.

Dopo la morte della mamma, la piccola Wanda di appena sei anni e suoi fratelli sono allevati con amore dal padre e poi anche dalla sua seconda moglie Emilia D’Amore, vedova con due figli, Fernando e Maria De Maria; vivendo anche a Napoli, i numerosi fratelli crescono in un ambiente vivace, aperto alla cultura, nel senso più alto del termine, e ispirato ai valori della fratellanza.

Così la sorella Anna entra nell’ordine delle Suore d’Ivrea, prendendo il nome di Suor Alceste Maria nel ricordo della madre - ma muore giovanissima nel 1934 - mentre il fratello Gastone diventa sacerdote e dopo il periodo di formazione nella Segreteria di Stato in Vaticano, sotto Pio XII, svolge una brillante carriera diplomatica come nunzio apostolico, trovandosi, tra l’altro, a Cuba nei difficili anni della Guerra Fredda. Viene, infine, nominato arcivescovo e morirà nel 2008.

Circostanza singolare è che, trovandosi a vivere sotto lo stesso tetto, i due figli di Emilia D’Amore sposano due fratelli Mojaiskoy: Sergio, infatti, si unisce in matrimonio con Maria De Maria, mentre - a marzo del 1939 - Wanda Mojaiskoy sposa Fernando De Maria, giovane e brillante medico con il quale si trasferisce in Somalia per motivi di studio. Nell’agosto del 1940 nasce Paola, ma nel frattempo scoppia la Seconda guerra mondiale e dunque nel 1943 Wanda decide di tornare in Italia assieme alla figlia di appena tre anni, vi giunge proprio l’8 settembre, nel momento del totale rivolgimento e disorientamento del paese. Si ricongiunge a Piacenza al fratello Sergio, allora capitano dell’esercito, e alla di lui moglie. Sfollati a Castellarquato, partecipano attivamente alla Resistenza, dato il loro convinto antifascismo di antica data. Sergio Mojaiskoy, dopo l’arresto da parte dei repubblichini il 4 ottobre del 1944, diventa capo partigiano con il nome di Francesco, mentre Wanda, in un territorio sotto la diretta occupazione nazista, dà appoggio alle donne partigiane.

Al rientro del marito in Italia alla fine del 1946, Wanda, insieme alla famiglia, va a vivere in provincia di Varese dove il dottor De Maria esercita la professione medica, ma all’età di cinquantuno anni, nel 1963, resta prematuramente e improvvisamente vedova.

Dopo qualche tempo si trasferisce, quindi, assieme alla figlia a Milano, e qui ha festeggiato il 13 aprile i suoi splendidi 108 anni; un traguardo raggiunto in perfetta salute e in piene facoltà mentali che le consentono di vivere serena e felice nella sua casa, godendo ancora lucidamente dei ricordi di una lunga vita e delle gioie della quotidianità assieme alla figlia Paola, alla nipote Francesca e al pronipote Nicolaj.

Alla signora Wanda Mojaiskoy De Maria gli auguri più affettuosi e sentiti dalla redazione di «Realtà Sannita» e dei suoi concittadini di Buonalbergo.

ANDREA JELARDI