I giovani & il sesso. Ecco quanto la tecnologia sta cambiando i vecchi comportamenti Società

La sessualità e i giovani. Che cosa c’è di diverso oggi rispetto a trenta, quaranta anni or sono, quali i problemi, come si affrontano? Realtà Sannita l'ha chiesto alla sessuologa romana Roberta Rossi, past president della Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss): «Difficile riassumere il rapporto dei giovani e il sesso, anche perché si tende a pensare ai giovani come a un gruppo omogeneo mentre sono molto diversi tra loro.

Di certo possiamo parlare di una maggiore fruibilità dei contenuti sessuali, tramite la tecnologia che ormai è diffusa tra i più.

Questo significa da una parte maggiore possibilità di essere informati, sapendosi muovere nel web, dall’altra anche una maggiore esposizione a dei rischi non previsti. Il sexting per esempio, l’invio di foto con contenuti sessuali, è abbastanza diffuso tra gli adolescenti e i giovani adulti, nello stesso modo anche l’uso della pornografia, tutti temi sui quali ci siamo dibattuti a lungo per le conseguenze negative, e ci troviamo a riflettere, noi adulti ed esperti, anche sugli aspetti positivi che questi comportamenti possono portare nello sviluppo della sessualità, sempre con una differenza di genere, più al maschile che al femminile, che pone qualche dubbio sull'uniformità delle conseguenze».

Due recenti lavori su questi temi, pubblicati da due riviste importanti dal punto di vista scientifico, ma soprattutto una recente ricerca italiana sullo stato dell’arte dei giovani e la sessualità commissionata dal ministero della salute svelano che la maggior parte dei giovani cerca le informazioni su Internet (solo 1 su 4 in famiglia) ma quasi tutti (94%) ritengono che la scuola dovrebbe garantire l’informazione su sessualità e riproduzione.

Delle varie proposte giacenti in Parlamento sull’introduzione dell’educazione sessuale nella scuola «nessuna nuova», ci dice la professoressa Roberta Rossi, «proposte tutte abortite, e anche il grande lavoro fatto per riadattare le linee guida dell’Oms europeo al contesto italiano, giacciono in qualche cassetto, non essendoci la volontà politica di proseguire dalla teoria ai fatti». I dati inoltre rilevano un basso accesso ai consultori familiari da parte dei giovani, e anche che è bassa la consapevolezza del ruolo giocato dall’età sulla fertilità, credendo possibile riprodursi pure in età molto avanzata.

«La prevenzione attraverso la promozione della salute sessuale - chiarisce Rossi - è un tema ancora non abbastanza diffuso, l’utilizzo del profilattico o di un metodo contraccettivo durante i rapporti sessuali non è entrato ancora nel comportamento usuale con conseguenze di vario tipo».

Aggiungendo: «Una differenza sostanziale l’abbiamo nella cosiddetta fluidità sessuale, un modo di vivere le esperienze sessuali senza doversi per forza conformare a quello che ci si aspetta da un ragazzo o da una ragazza, esperienze che vanno verso la persona e non verso il genere dell’eventuale partner, un modo per conoscere meglio se stessi e la propria sessualità». La sessualità giovanile ai tempi della pandemia com’è? «Diversi sono le modalità di incontro e di gestione della relazione, la tecnologia - conclude la sessuologa Roberta Rossi - anche qui ha cambiato i modi ma sostanzialmente quello che si cerca è sempre una condivisione. Il sentimento può essere meno struggente, ma non sempre è così, le emoticon sono la rappresentazione di un mondo interiore che trova spazio nell’iconcina.

La pandemia ha ovviamente coinvolto i giovani adolescenti, soprattutto quelli alle prime armi con la sessualità, l’impossibilità di incontro ha limitato gli scambi ma per fortuna gli adolescenti hanno mille risorse e il loro tempo è comunque stato impiegato in chat e video incontri. È aumentata la visione di filmati pornografici e di sexting, soprattutto tra i maschi, ma anche le ragazze ne hanno usufruito».

Un giovane che volesse diventare sessuologo? «Si consegue il titolo dopo aver terminato un percorso di medicina o psicologia e iscrivendosi a una delle scuole di formazione riconosciute dalla Fiss».

GIANCARLO SCARAMUZZO

giancarloscaramuzzo@libero.it